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19 luglio, 2009

Fiapà


Fiapà - un mestiere antico di pesca esclusivamente lagunare praticato con le mani e con la lampada.

Si pratica di notte, in primavera con la stagione delle passere con una lampada, prima a carburo poi elettrica, sdraiandosi sulla prora della batelina de stiopeton bassa sull' acqua e con le mani, sui bassi fondali, si pescano le passere ferme (sessae) sul fondo, paralizzate dalla luce.

Un' ottimo ripiego, a costi inesistenti e senza necessità di attrezzatura, per le stagioni di pesca bassa, praticato ormai da pochissimi.
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07 febbraio, 2009

Sentenza sull' Uso Civico


Il Commissario Liquidatore degli Usi Civici dott. Sammartano, ha sentenziato su di una causa promossa da un'Associazione di Marano Lagunare contro il diritto/dovere della regolamentazione degli Usi Civici del Comune di Marano in materia di pesca in laguna quale titolare in toto di quanto connesso all'esercizio di tali diritti.

Il Commissario dottor Sammartano, dopo una lunga e complessa trattazione, ha respinto la domanda ritenendola infondata; dichiarando altresì inammissibile l’intervento “della Associazione Comunità de Maran, per difetto della capacità processuale”.
Ha riconosciuto invece a favore del Comune tutti i diritti in tema di uso civico e regolamentazione dello stesso.
Una conclusione questa certamente positiva per l’amministrazione comunale maranese che vede contraddistinto di legittimità il suo operato e che pone le basi per portare avanti le sue azioni future.

Ovviamente la sentenza, pur non riguardando Grado direttamente, crea letteratura giuridica e quindi ha chiarito una volta per tutte che l'unico titolare degli usi civici è il Comune che è autorizzato alla loro regolamentazione specie nel territorio lagunare
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28 gennaio, 2009

Un mondo di acronimi per vietare tutto


La Laguna per la gente gradese è sempre stata rifugio e dispensa, praticando la pesca, l'agricoltura (poca ora, ma nel passato intensiva) e caccia.

In questi ultimi anni i divieti si sono sommati ai divieti e mascherati da acronimi nascondono la volontà feroce di far cessare ogni attività professionale in Laguna.

Il Sito di Importanza Comunitaria (SIC), è un concetto definito dalla direttiva comunitaria n. 43 del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche nota anche come Direttiva "Habitat", recepita in Italia nel 1997.

Il termine è usato per definire un'area:

1- che contribuisce in modo significativo a mantenere o ripristinare una delle tipologie di habitat definite nell'allegato 1 o a mantenere in uno stato di conservazione soddisfacente una delle specie definite nell'allegato 2 della Direttiva Habitat;
2- che può contribuire alla coerenza di Natura 2000;
3- che contribuisce in modo significativo al mantenimento della biodiversità della regione in cui si trova.

Entro sei anni dalla dichiarazione di SIC l'area deve essere dichiarata dallo stato membro, zona di protezione speciale(Zps).

Io temo che il prossimo provvedimento per tutelare le biodiversità si dovrà occupare di noi umani, visto che l'utilizzo del territorio ci viene negato.

La cartina dell'Arpa mostra le zone protette, si può ben vedere che c'è ben poco spazio per cacciatori e pescatori.
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26 dicembre, 2008

L'erba Scoresera


C'è un' alga sul limitare degli scogli che,  oltre a divertire i bambini perchè premendola scoppietta, è di grande utilità dal punto di vista della medicina omeopatica, il suo nome in gradese è: Erba Scoresera, proprio per la caratterista di fare rumore premendo i suoi bozzi.

L'alga marina (Fucus vesiculosus) è un tipo di alga bruna che costituisce, insieme al genere 'Laminaria', la divisione 'Phaeophyta'.

Alga della famiglia delle Fucacee, è indicata come starter nelle diete dimagranti, nella cellulite, nella obesità, nella stitichezza, nell'ipotiroidismo, è una pianta depurativa e tonificante del metabolismo.

Il Fucus vesiculosus (detto anche Alga bruna o marina) è soprattutto noto ed utilizzato per il suo contenuto in iodio, sia libero sia organicamente legato a proteine.

il Fucus vesiculosus determina una significativa riduzione della glicemia (18%), che diventa ancora più evidente (50%) nel diabetico. Si osserva anche una buona riduzione dei trigliceridi ematici.

Uno degli usi meno conosciuti dell'Erba Scoresera è l' utilizzo per il trasporto in ceste di molluschi pregiati, principalmente ostriche e tartufi di mare (dondoli) perchè permette la loro conservazione a lungo mantenendo un' alto grado di umidità del prodotto confezionato.

In Francia la sua raccolta è regolamentata da apposite leggi.


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23 novembre, 2008

Il Bragozzo


Se è esistita in Adriatico una barca, cui si possa assegnare il ruolo di portabandiera dei pescherecci, questa è senza dubbio il bragozzo, che in gran numero di esemplari ha battuto il nostro mare quant'è lungo e quant'è largo fino a non molto tempo fa.
E ancora non è sparito del tutto, sia pure trasformato o, meglio, adattato per la navigazione a motore.

Di oscura origine valliva, troviamo traccia del bragozzo già in certi documenti veneti del Settecento, ma la sua fortuna ha avuto inizio nel secolo seguente allorché i Chioggiotti ricorsero ad esso per motivi di economicità quando divenne troppo gravoso l'impiego della tartana da pesca, che costituiva il nerbo della flotta peschereccia di Chioggia.

Sapevano bene quello che facevano. Barca proletaria, efficiente, operosa e tenace senza tema di raffronti, capace di lottare con gli elementi della natura e fatta per marinai che sapevano il fatto loro.

Simbolo di un'epoca, il bragozzo è stato un tipo di barca che si lasciava identificare a prima vista anche da lontano: prua a slancio rientrante, fondo piatto, grande timone a calumo che serviva anche da deriva, ma soprattutto i due alberi di differente lunghezza, più corto il primo, più alto il secondo, portanti ciascuno una vela al terzo di differente grandezza.

Barca umile ma tutt'altro che rozza. Lo scafo era tenuto nero per ragioni di economia, del colore cioè della pece con la quale veniva accuratamente impermeabilizzato.

L'elemento decisamente degno di nota era dato dalla coloritura e dalla decorazione delle vele in funzione di segnalamento ottico di proprietà rispondente ad una specie di araldica folcloristica tradizionale molto ricca di simboli, accanto a particolari segni alfabetici e numerali.

Simbologia tanto diffusa da essere adottata anche sulle vele di altri tipi di barche, di là e di qua dell'Adriatico. Nella gamma dei colori hanno predominato il rosso mattone e il giallo ocra, ma non sono stati rari l'azzurro, il verde e il nero. Cromatismo e simbologia che non esitiamo a considerare unici non avendo eguali per ricchezza e fantasia in nessuna altra parte del mondo, dove si possono trovare decorati più gli scafi che le vele.

In fatto di decorazione merita un cenno, ancora, la banderuola segnavento detta «penel», alzata su entrambi gli alberi, ma particolarmente elaborata quella dell'albero maggiore.

Il bragozzo era barca specializzata nella pesca con la rete a strascico, oggetto di polemiche, di limitazioni e di divieti, ragione di liti rivierasche a non finire, motivo di baruffe tra i pescatori delle due sponde dell'Adriatico, movente di lagnanze e oggetto di ricorsi dei quali sono piene le cronache del passato.
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10 novembre, 2008

Classificazione acque lagunari


Bella mappa pubblicata dall'Arpa Regionale (cliccare sull'immagine per ingrandirla) che indica la classificazione delle zone acquee esterne ed interne alla laguna di Grado-Marano relative alla pesca o raccolta dei molluschi bivalvi.

Le zone sono classificate A (vendibili dalla pesca) B (depurabili) C (precluse)

Nella mappa ad un osservatore non può sfuggire una strana sperequazione a favore della Laguna di Marano che risulta completamente, nel bene e nel male, classificata come zone B,C (arancione e marron) mentre quella di Grado risulta classificata per una sola zona, la 16 GO (arancione). Le zone in blu non sono classificate.

Bisogna capire che senza classificazione della acque non c'è nessuna possibilità di pesca di molluschi, anche se per ipotesi le acque fossero in regola, senza l'indicazione della zona di provenienza nessuna filiera di pesca può iniziare, rendendo di fatto proibita la vendita dei molluschi.

Piccolo appunto per la Cooperativa Pescatori di Grado: perchè vi accontentate di così poco, una sola zona classificata, la nostra Laguna non ha fiumi affluenti ne insediamenti umani, tranne piccole cose della bassa friulana, che possano rendere fortemente inquinate le acque, possibile che non siano almeno condizionabili e quindi con un trattamento di depurazione a terra rendere vendibili i molluschi?
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20 maggio, 2008

Libera vongola in libero Stato




E' di oggi la precisazione del comandante di porto di Grado che conferma il divieto di pesca, sulla battigia e nei pressi, di qualsivoglia mollusco della specie dei lamellibranchi e specificatamente - vongole, capelunghe, telline, fasolari, capericce (cuori).
Il demanio ha concesso il diritto esclusivo di pesca al Cogemo, consorzio di gestione e pesca con il turbosoffiante. E' prevista la loro gestione anche per l'utilizzo della parte che va dai 2,5 mt di profondità alla riva, dove non possono pescare, per riproduzione naturale dei banchi a mare.

Unica possibilità è ottenere, almeno per i residenti, il permesso di pesca limitato nei quantitativi e nei giorni di pesca da questo consorzio.

Una cosiderazione amara, per quel che si sa questo tipo di pesca è uno dei sistemi più impattanti e distruttivi dell'ambiente marino, solo in un paese come il nostro potevano essere premiati così prepotentemente alla faccia dei diritti dell'intera comunità.

Ps: attenzione che le multe previste per i contravventori sono salate vanno da 1000 a 2000 euro, non aggiungete danno alla beffa.
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17 maggio, 2008

Mangeremo Meduse e plancton?


I pescatori sono seriamente preoccupati dell'andamento della stagione di pesca. Hanno ragione di esserlo, il rapido impoverimento delle riserve di pesce è il risultato inevitabile di una tecnologia sofisticata che è stata utilizzata sulla popolazione del mare quando la domanda di pesce è aumentata a causa della crescita della popolazione umana e della sua ricchezza.
Finora il declino è stato mascherato sostituendo il pesce locale con quello d'importazione, ma l'eccesso di pesca è diventato un problema grave per tutti anche nei paesi in via di sviluppo, che per nutrire noi occidentali, hanno depauperato i loro banchi di pesca.
Un'indicazione chiara viene dall'uso sempre più esteso di pescare sempre più in basso nella catena alimentare, ossia pescare pesci piccoli e molluschi che prima facevano parte della dieta dei predatori, sostituendo con pesci di bassa qualità quelli di alta qualità.
Finiremo dunque al fondo della catena alimentare e cioè meduse e plancton, usate comunemente in Asia come prelibatezze le meduse saranno il nostro futuro, già ora pescate in Atlantico vengono esportate in tutto il mondo.

Qualche speranza ci viene dall'acquacoltura con l'allevamento dei bivalvi (cozze e ostriche) di pesci (orate, branzini) e pesci d'acqua dolce (trote, carpe) perché alla base dell'alimentazione di questi animali ci sono le piante (plancton, fitoplancton) e alcuni prodotti dell'agricoltura.
Prepariamoci a un filetto di medusa.
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07 maggio, 2008

Le moleche


La pesca è da un pò di tempo che mostra la corda, scelte sbagliate, sfruttamento dell'ambiente in maniera intensiva, metodi di pesca sempre più efficienti,  la strada è lunga e i motivi molteplici, ma una scelta di vita di un tempo è stata praticamente abbandonata nelle nostre lagune e si pratica solo in quella Veneta: la pesca e l'allevamento delle moleche.
Le moleche o moeche sono nella laguna veneta i granchi in fase di muta, quando, cioè, nei mesi primaverili di aprile e maggio, e autunnali, da ottobre a novembre, perdono il loro rivestimento (carapace) e si presentano teneri e molli,
Si lavora con le seragie, dette in passato seràgie de seca; oggi con questo nome i pescatori intendono lunghi sbarramenti di pali e reti (piantati ad ogni inizio di stagione), a cui sono collegate le trappole ad imbuto dette coguli, dove finiscono per intrappolarsi i pesci e i granchi in transito. Dunque anche i granchi verdi o comuni, che sono lunghi non più di 3 o 4 cm e che si confondono facilmente col colore dei fondi fangosi delle paludi lagunari.

I pescatori, una volta presi questi granchi nei coguli delle seragie, li separano dal pesce cui sono mischiati, li portano entro sacchi di iuta nei casuni li selezionano e immettono quelli prossimi alla muta, detti spiàntani (i molecanti conoscono ormai ogni segreto dei granchi), in grandi cassoni di legno, semisommersi, chiamati vièri, dove in breve tempo diventeranno moéche.

Le moleche, essendo rarità, arrivano a cifre incredibili di costo (può superare facilmente il valore dell'aragosta) e l'ideale è cucinarla facendola immergere per una notte nel rosso d'uovo e poi friggerla, è una prelibatezza.

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24 febbraio, 2008

Pescaturismo


Il nostro Sindaco, sulle ali dell'entusiasmo del neofita, alla Borsa del Turismo di Milano, dove il nostro caro Assessore Bertossi ha pensato bene di non parlare assolutamente del turismo balneare (tanto i vien lo stesso), ha solennemente promesso che l'iniziativa dell'Albergo Diffuso in Laguna prenderà il via tra un anno.

Come farà lo sa solo Lei visto che siamo solo in fase di chiacchere e di progetti, se ce ne sono, sono ancora fumosi.
Tolti i tre o quattro privati che partecipano al piano, il resto è solo intenzione.

Ma una cosa si può fare immediatamente ed è complementare al nuovo tipo di offerta turistica: si può iniziare a fare Pescaturismo e in seguito Ittiturismo.

Il Pescaturismo può portare molteplici vantaggi: il mantenimento dell'integrità sociale ed economica spesso danneggiata dal voler promuovere attività che non tengono conto del contesto locale; una valida risposta ai problemi legati alla pesca, con la possibilità di integrazione del reddito dei pescatori con un'attività non contrastante con la loro stessa identità storica e culturale; la razionalizzazione del prelievo delle risorse, ottenuta con l'orientamento verso una graduale diversificazione delle attività produttive.

Il pescaturismo permette al pescatore, di mettere in rilievo aspetti della cultura marinara e delle tradizioni della pesca artigianale, troppo spesso sottovalutati.

L' Ittiturismo, che prevede oltre alle escursioni con pescherecci, anche l'ospitalità in case o ostelli adatti sarà la fase di crescita successiva.

Ora basta che la locale Cooperativa Pescatori si attivi con i propri soci per mettere insieme un' idea vecchia come il cucco ma perfettamente funzionante in molte regioni italiane.
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28 dicembre, 2007

Le "femene de le capelonghe"





Eccole, siamo cresciuti con il loro lavoro, "le femene de le capelonghe" da la Mugia, sui Dossi de l'Oro, dal Tragio de Anfora. le Bianchine, le Pititele, le Ciode le Balanse le Pelote le Farinele le Trotole, le Bele, le Zuliani, le Dotore e tante altre. Con le batele cò i tricicli, a pie con ogni tempo, infermabili. Sono il simbolo di Grado della capacità di sacrificio e dedizione alla famiglia.
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