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17 maggio, 2008

Mangeremo Meduse e plancton?


I pescatori sono seriamente preoccupati dell'andamento della stagione di pesca. Hanno ragione di esserlo, il rapido impoverimento delle riserve di pesce è il risultato inevitabile di una tecnologia sofisticata che è stata utilizzata sulla popolazione del mare quando la domanda di pesce è aumentata a causa della crescita della popolazione umana e della sua ricchezza.
Finora il declino è stato mascherato sostituendo il pesce locale con quello d'importazione, ma l'eccesso di pesca è diventato un problema grave per tutti anche nei paesi in via di sviluppo, che per nutrire noi occidentali, hanno depauperato i loro banchi di pesca.
Un'indicazione chiara viene dall'uso sempre più esteso di pescare sempre più in basso nella catena alimentare, ossia pescare pesci piccoli e molluschi che prima facevano parte della dieta dei predatori, sostituendo con pesci di bassa qualità quelli di alta qualità.
Finiremo dunque al fondo della catena alimentare e cioè meduse e plancton, usate comunemente in Asia come prelibatezze le meduse saranno il nostro futuro, già ora pescate in Atlantico vengono esportate in tutto il mondo.

Qualche speranza ci viene dall'acquacoltura con l'allevamento dei bivalvi (cozze e ostriche) di pesci (orate, branzini) e pesci d'acqua dolce (trote, carpe) perché alla base dell'alimentazione di questi animali ci sono le piante (plancton, fitoplancton) e alcuni prodotti dell'agricoltura.
Prepariamoci a un filetto di medusa.
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