Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta casoneri. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta casoneri. Mostra tutti i post

10 giugno, 2009

I Batelanti


In laguna esisteva un rudimentale sistema di raccolta del pescato svolto dai batelanti, che prelevavano dai casoni il pesce segnandone la quantità mediante intagli su una assicella di legno, detta tessera.
I casoneri si recavano poi il sabato o in occasione di qualche festività a Grado a riscuotere il denaro dovuto.

Gigi Strolo, Giovani Mazaneta e Giovanni Sata: questi i nomi; il loro giro li portava da Anfora a Morgo, la Sototerena a Sdoba.

Mare e laguna erano ricchissimi di pesci, sia come specie sia come quantità, e il vero problema in verità non era prenderlo - a quanto raccontano i vecchi bastava piantare a caso la fiocina nel fondo o calare una togna -ma venderlo.

Molto presente il capillare e spicciolo commercio rappresentato dal baratto del pesce in cambio di farina da polenta o altri viveri svolto quotidianamente dai lagunari più vicini alla terra e da un certo numero di donne gradesi, che andavano in Friul estate e inverno, a piedi, con una gocciolante cassetta di pesce in testa o, chi poteva, con un triciclo.
I batelanti erano anche coloro che diffondevano le notizie del paese in Laguna, quante baruffe sono nate per incomprensioni derivate da uno scherzo del batelante.
Ma la velocità della batela o del passo d'uomo non era certo il modo ideale per consentire una rapida distribuzione e garantire la qualità di un prodotto fragile e deperibile come il pesce.
In questa difficoltà oggettiva sta in buona parte la causa della miseria del passato: l'impossibilità di sfruttare adeguatamente le risorse esistenti.
Share/Bookmark

04 marzo, 2009

Sposarsi a Grado


Gli usi dei casoneri:

Sposarsi a Grado presentava due momenti ben distinti:
le nozze tra i residenti in paese e le nozze dei "cazoneri".

La donna che si sposava ad un cazoner (o paluante) seguiva il marito e restava con lui a "cason", ritornava a Grado solo in occasione del parto che, però, poteva avvenire anche in cason.
(La gestante andava a Grado due mesi prima, spesso ci veniva da sola e, in genere, ospitata dalla madre)

Dopo la nascita ed il battesimo la donna tornava in cason e riprendeva l'attività al fianco del marito e con gli altri familiari; se per caso le capitava di restare sola di notte e non aveva un figlio maschio, metteva i calzoni del marito sul letto per proteggersi (a Grado i calzoni vengono anche appesi fuori dalla finestra).

La vita dei cazoner pareva meno irta di difficoltà, almeno riguardo al cibo,
In cason si trovava sempre da mangiare, pesce o selvaggina, (la selvaggina viene non solo venduta ma anche affumicata per la conservazione) che si accompagna con la polenta che ci si procura là "dei furlani" barattandola con il pesce.
In cason si teneva anche qualche gallina, raramente una capra per cui anche il latte si prendeva dai contadini.

I bambini imparavano presto dai padri l'arte ed i segreti della pesca (l'uso della seragia, il modo di ghipà e guà e di battere con lo stumigio...), la cura delle barche e delle reti, le varie consuetudini come cavasse la bareta e pregà un Salve Regina a la Madona de Barbana e ingenogiasse prima di buttare le reti per avere una buona pesca o fare le speciali tacche simbolo di riconoscimento (al baitan).
La mattina recitavano le orazioni e la sera il rosario e le preghiere per i defunti ed ascoltavano poi le storie dei grandi prima d'addormentarsi.

Per i bambini piccoli c'erano le ninne-nanne:
Fa la nana bel bambin che presto vignerà el papà e porterà i gransi col pelo,
fa la nana cocolo belo

Share/Bookmark

12 febbraio, 2009

Stagioni e Casoneri a Grado


Tempo fa, e non troppo, a Grado c'era una netta distinzione tra cittadini residenti in paese e cittadini residenti in Laguna al punto che i comportamenti erano diversi.

La vita dei cazoneri è sempre stata strettamente connessa alla vita ed ai tempi del pesce a cui era legata la loro sopravvivenza ed in parte a quella della selvaggina.
Si trattava di una vita condotta per la maggior parte all'interno della famiglia, i contatti con il mondo esterno erano assai limitati e soltanto le grandi occasioni religiose, o faccende personali, richiamavano i pescatori di laguna a Grado.

Per questi ultimi le nostre stagioni avevano un'importanza relativa tant'è che l'anno era diviso in sei stagioni:
Quaresima, Stagione dopo Pasqua, Stagione delle Orele, Stagione dell'Estate, Stagione di S. Michele, Stagione d'Inverno.
La Stagione delle Orele è il periodo di stasi della pesca con le reti, per consentire la crescita del novellame, che cade tra la fine di maggio ed i primi di luglio, in tale periodo si pesca solo con le mani;
la Stagione di S. Michele (il santo viene ricordato il 29 settembre) è invece caratterizzata da frequenti perturbazioni che rendono faticosa la pesca.

I pescatori di laguna avevano dunque un profondo rispetto per la natura che scandiva il tempo della loro vita, ma erano anche osservanti della religione per cui non mancavano mai, i più importanti appuntamenti della vita della Chiesa, mentre potevano trascurare altre feste profane.

Chi invece viveva a Grado o vi si assentava per breve tempo, per es. i sabionanti o i pescatori di mare, senza spostamenti familiari, aveva modo di frequentare tutta la comunità e di mantenere vive tradizioni minori sia religiose che profane e bonariamente apostrofava i "paluanti" con il nomignolo di "americani de palù".

Vi lascio immaginare le baruffe (per cui andavamo famosi) in quei giorni che il paese si ritrovava con tutte le sue componenti e vecchi odi sopiti trovavano sfogo.

"scagni e carieghe solteva per aria
e me credevo che fossa alegria
e in compagnia soltevo anche me"

Share/Bookmark