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02 maggio, 2018

Isola dei Beli


Poco prima del "volto" del Canale di San Zulian, passando per il Canale "Tagio Novo" guardando verso il mare si intravede un bosco e l' Isola dei Beli è invisibile , il canale per arrivarci è ormai seccato (grazie Regione per l' aiuto promesso con l' escavo) e non più praticabile, ma un tempo una numerosa ed attiva famiglia di "casoneri graisani" ci abitava e prosperava.

Sull' Isola dei Belli  (ora all' interno della Valle Noghera residente la famiglia Sanson) chiamata così con ironia per la proverbiale bruttezza di alcuni suoi abitanti, abitava un tempo la vecchia Bela, una donna considerata una strega, che si diceva faceva alzare i venti, rendeva infruttuosa la pesca di chi non era gentile con lei.
Un fatto, non confermato ma raccontato come fiaba, dice che, visto che disturbava la pesca dei suoi figli con il rumore,  abbia fatto precipitare una volta un ricognitore austriaco con un solo gesto della mano.

"quando pasevemo cò la batela, vignindo de Anfora, traversevemo, pè 'ndà più stieti, oro Morgo, drio la mota de i Beli.   Le mamole a bordo le ne pregheva, ma proprio de quà vemo de passà, 'ndemo pè canal e garghe volta, cò meso scuro, girevemo strada.
La gera picola, col fasoleto nero in testa, cò le cotole e col zendal duto ingrispao (traversa) quel che useva le vecie".


Ci si può immaginare il viso della vecchia Bela, verosimilmente sgradevole per gli anni e le offese ricevute dai pregiudizi crudeli, e c'è da augurarsi che chi la ingiuriava come portatrice di scalogna sia veramente tornato spesso a casa a mani vuote. 

La cattiveria verso chi è segnato dal marchio di porta sfortuna è un razzismo peggiore del rifiuto. 

Nell' immaginario gradese di un tempo c'era spazio anche per fate e faduni, per strighe e strighissi.

Una di queste storie che non si sa fino a quanto sia vera o falsa è la nomea di Strega che accompagnava Maria Melissa dita...Bela (1845-1925): la prima vecia Belaco' fama de striga. 
E qua le storie de ela che la guariva le malatie, che la diventeva gato, ecc. ecc. e no' feva dormì i fantulini.

Viaggiare e raccontare è come vivere, non  tralasciare.   


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