UN SALUTO A PASOLINI
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30 marzo, 2023
29 marzo, 2023
GRADESI E MARANESI
il lavoro era pesante lo stesso la parola vagamente diversa i graisani chi siete "voi" i maranesi in chi se "valtre"; ma il problema di queste spendide comunità era : Fatti di secoli di lavoro che oggi, assurde leggi impediscono di dragare le cavane e ripristinare gli argini ? la burocrazzia ha livellato in peggio gli argini.
GRADESI E MARANESI
28 marzo, 2023
ACQUE. GRADATE
Grado o Acque Gradate l'origine del nome dovrebbe essere questa,
"sembra che quelle Acque Gradate fossero dove è situata l' Isola e Città di Grado, lungi ben più di 8 miglia dalla città di Aquileia" dice il Palladio.
ma oltre a Grado c'erano le Isole Gradate.
La Laguna è ancora sconosciuta a tanta gente vediamone un po di storia.
Delle antichissime Isole Gradate, esistono ancora le seguenti:
San Pietro d'Orio, una volta terra congiunta con l'Isola di Grado; gli storici hanno accertato che i romani vi eressero un tempio dedicato al Dio Beleno sulle cui rovine il Patriarca Elia costruì un tempio, distrutto da Popone, e rifatto dai Patriarchi Gradesi, dato poi in custodia ai monaci Benedettini:
Il mare corrose il punto più stretto dell'isola aprendosi un passaggio che fu denominato Porto Piccino.
Nel 1578 passò in giuspatronato ai Patriarchi di Venezia, la chiesa venne affidata ai Frati Francescani.
Una terribile inondazione nel 1779 rovinò la chiesa, danneggiando il campanile, ricostruito nel 1820 con il contributo della Borsa di Trieste perchè serviva da faro per le barche. Definitivamente abbattuto nel 1915 dagli italiani per non offrire bersaglio alle batterie costiere austriache.
San Giuliano, aveva in origine circa tre miglia quadrate di superficie, Il Patriarca Fortunato parla nelle sue cronache di un monastero che esisteva nel IX secolo, intorno l' isola vi sono numerosi resti di ville romane.
Santi Cosma e Damiano o Isola di Gorgo, si è ingrandita con le secche, le tracce dell'antica strada romana che univa Aquileia con Grado l'attraversano, numerosi resti umani e oggetti antichi sono stati ritrovati.
Barbana, conosciuta ormai in tutto il mondo per il suo Santuario dedicato alla Madonna, si presume sia stato un antico lazzareto e rifugio per viaggiatori,
Isola dei Busiari, in mezzo alla laguna nei pressi della foce del Natissa
Isola dei Luvi, nei pressi del Belvedere
Monton, nei pressi dell' imboccatura della Natissa, in antico lasciata a fieno
Volpera, nei pressi di Belvedere ora con un campeggio
Zemole, antico e prospero possesso dei Patriarchi, con grandi ritrovamenti di monete ed oggetti antichi negli anni passati.
Villanova, nei pressi di Isola Gorgo. Ritrovamenti di ossa antiche di grandi dimensioni fanno presupporre ad antichi insediamenti celti.
Così quando navigate per la Laguna guardatevi intorno e pensate al passato.
ACQUE. GRADATE
27 marzo, 2023
ENZO ITALIA
Si è spento, dopo aver lungamente lottato con la malattia, Enzo Italia.
In molti lo ricordano per aver composto la canzone “la storia de un anzolo”, assieme all’amico Egidio Lugnan con il quale, tra l’altro, fondò negli anni sessanta il complessino musicale dei “Timidi"- e visto il carattere non potevano chiamarsi diversamente.
Proprio il 29 settembre nel giorno dell’onomastico dell’arcangelo Michele-Gabriele, simbolo importante per Grado, Enzo è salito al cielo, guidato per mano da quel nostro anzolo.
A quest'Anzolo, come emerge dalla canzone, noi graisani siamo attaccatissimi, gli attribuiamo un enorme capacità di attrazione e la nostalgia di cui tutti più o meno soffrono quando sono lontani dall'isola.
San Michele guarda, richiama e vigila che nulla vada perduto di quanto di buono vi è nei Gradesi e che deve restare il nostro patrimonio spirituale nei secoli. Da secoli alla sua ombra ferve una vita operosa con un susseguirsi di grandi e piccoli avvenimenti che formano la storia della nostra isola.
Quell’angelo che, prendendoti per mano, ti solleva dalla malattia, dal dolore mentre rimane al tuo fianco l’amore dei tuoi cari, dei medici che ti hanno assistito.
Ed Enzo con la sua timidezza, la sua semplicità ha saputo raccogliere questi grandi concetti in un semplice canto. Chi ama la tradizione, la graisanitae , sa leggere e riconoscere la grandezza della composizione, noi tutti prima col cuore poi con la mente ci approcciamo al capolavoro: la canzone la storia de un’anzolo.
Una semplice canzone del festival gradese de 1969 (allora proposta dall’esordiente Gianni Camuffo) che oggi è parte integrante della tradizione isolana.
Gli amici dei festival, i cantanti gli autori oggi ti salutano così, immaginaci tutti col naso all’insù traguardando la statua e quello che rappresenta cercando nel sielo il punto più alto e più limpido che apre sul Paradiso.
“Eco, al tovo suriso e quel de l’anzolo del canpanil, al né fa veghe meno torgolo, più ciaro duto:
Grassie Enzo e……
saludene l’anzolo.
Leonardo Tognon
ENZO ITALIA
26 marzo, 2023
CASATONDA
Casa Tonda
Riflessiòn sensa nomi
Casatonda: de siguro pochi i cognosse Zaccaria Gregori, ma al numero 23 de Riva Zaccaria Gregori gera e xè ncora desso, ‘na casa granda a forma de fero de cavalo che se taca co oltre case da via Grego finemente in Paese: per duti a Gravo Casatonda.
Per tanti de noltri che xè nati la Casatonda vol dì:
profumo de nissioi pena lavai in lavatoio,
al lavatoio, a fianco dell’entrata co do purtuni scrostai e soro al verde se veghe al maròn e soto al maron de novo al verde e soto ancora color legno, legno pesante, al gera mundi fresco;
finestre e scuri splancai e in curtivo se spandeva la musica de le radio. Cssssssssssssssssssssfiuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu “na poveciassa”, redioregiornali e MusicaPerVoi... a duto volume e garghedun canteva sora e tra i profumi de sugo voleva “La notte” de Adamo, Cin Cin, Elvis, Fiume amaro de la Zanicchi, stronboloti su le cansòn inglisi,
che storie…quante storie
Istae
Casatonda barcuni in sfesa al dopopranso
d'istae...silensio!!?!!
Baurufe inpissae sensa orario che sintiva duti,al spande de profumo de pransi poveri ma decisi...sughi, pesse frito, buriti
mamuli che zoga in curtivo,
mamuli co le vate pe’ nda a ganberi,
garghe togna…na tola (regalagia da Sirilo in squero) a forma de stiopo pusagia e disarmagia soto le scale a fianco de do cerbotane e i ossi de persego che garghe mamola steva pianzando…
omini che torna stanchi dal cantier, da pescà, dal lavòr,
femene che torna co' le borse da la spesa,
fiochi azuri e rosa sui purtuni
panussi a sugà,
pianti a dute le ore…l’à mal de pansa
mamuli che cresse e va a scuola,
oltri fiochi
matrimuni co’ le scale infiorae,
funerai co’ lagreme che bate su le porte de trenta e passa famegie,
biciclete soto al portego,
Siora Giulia Feri che siga,
Duto al mese de magio al rosario co’ l’altar candido in lavatoio,
i fantulini più bravi, co’ al canpanelo a fa’ ‘l giro del la casa,
a le tre so mare de Omero, meso i desparte al bianconero Tuttosport, che inpiseva la preghiera e duti sgraneva al rosario tra i profumi de le rose e de la lissiva, del savòn
che coro de voze…
e verso sera…
i magiolini sul toco de verde vissìn a le corde pe' sugà, li ficheveno drento le bottiglie de la late, i garbiti,
che feste…duti cuntinti
“ma ste tinti duti “guai a le bici in curtivo...”
istae...lontana mai desmentegagia
istae canottiera bianche, braghe curte, descolso
me recordo i profumi, la zente, i coluri al senso de famegia de la Casatonda
al curtivo, la prima volta co i gogugi in curtivo i xè rivai col scuro a bordo del remorcio de un camion che pareva grando, grando comò un treno
ancora “guai co le bici in curtivo”
inverno ... le mare che bateva al bacalao in curtivo col martelo o co la manera per roverso,
femene che torna dopo esse ‘ndae a peverasse e capelonghe,
al son de la sielta de le peverasse da la cova a la borsa, una melodia un concerto.
Se riveva capiì se gera caparossuli o peverasse, capelonghe de deo o de fero, solo da la nota e via a vendele…
inverno, fredo buora che sbuzina e che scantina le tende in camera
inverno
fumo pe le scale, oduri che se taca sui muri
i ligni pel fogo,
al carbòn pe’ le stufe,
le prime late de kerosene
le prime televisiòn co ‘l stabilizator
ogni giorno al maestro Alberto Manzi co’ Non è mai troppo tardi
la domenega col Campanòn e tutto il calcio minuto pe’ minuto se la squadra del tuo cuore ha vinto brinda con Stock… la Stock di Trieste vi ringrazia …
inverno
le cantine senpre carghe de acqua,
la granda aluviòn
l’odòr de mufa e de odor de fogna…i gati…profumo de marinasso
e oltro…
CASATONDA
d'istae, le angurie de sior Destro...
(siora) Giulia che 'i còre drio a 'i so' fantulini pe'l curtivo via
co' la squela de menestra pe' dài de magnà..
sora de noltri, 'pena 'l dopopranso bonora, oni tanto se sintìva còre e rodolà
pe'l pavimento garghe soldo cagiuo zò de la tola de sior Genio e siora Libera,
che i conteva 'l incasso de la zornada...
a zugà co'i "daci" sul cordolo del marciapie del curtivo...
a zugà co'i decini, vintini e anche i sinquantini (!!!), o le lire vansae del fassismo...
e le mamole co' le cartuline, su'l muro de un color rosa pastelo sbiadio
che squasi no'l se vegheva più e che dopo se vegheva i signi lassai su la malta gratagia via...
a zugà a pèta e co' le figurine, ai giornalini in rifugio, ... al brondolo, a la poma al vaso, ai canditi,
a pindul-pandul... andà a fà malani in squero de Sirilo o drento de le barche de sabion....
"Zoro", co'l so' inpermeabile comò 'l 'tenente Sheridan", che so' mare la ghiteva
la pasta 'vansagia fora del barcon de la cusineta e oni tanto i finiva in suca a gargun...
e via cussì ....
® leonardo Tognon
CASATONDA
25 marzo, 2023
IL BUON PESCE
Un decennio fa per comprare il pesce il massimo era farsi un giro sul molo del mercato ittico (vale per tutta l'ISOLA) e fidarsi della pluriennale esperienza del pescatore per comprare e farsi consigliare il modo migliore di cucinare il prodotto acquistato.
Poi d'un colpo il pescatore si è vestito di un completo blu con bottoni d'oro e, a bordo di un veliero(?) comodissimo per pescare attorniato da un a banda di ragazzini saltellanti come equipaggio, propone, sempre sorridente - non gli capita mai una giornata storta -, ad un pubblico televisivo sempre più frettoloso e convinto che mangiar bene sia sempre una questione di prezzo e non di valori altri, un prodotto precotto e preconfezionato.
Il risultato è una diseducazione culturale, una analfabetismo culinario che straccia un pacco di valori sul valore del cosa, dove, come e quando mangiare.
Un paese di cultura contadina e peschereccia da sempre, con 7500 km di coste dove ci siamo inventati di tutto, ridotto a pesci bistecca, bastoncini surgelati e tonno crudo.
Una malinconia struggente e un disastro economico per gli operatori del mare, perchè le specie disponibili in abbondanza nel nostro mare vengono considerate pesce povero e quindi trascurate dal grande pubblico.
Per favore tornate a frequentare le banchine dei porti e poriticcioli, parlate con i pescatori (non sono solo folklore ma alle volte sono grandi personaggi), comprate prodotti che non sono mai di scarto, come suggerito dalla pubblicità battente, ma buoni e di grande valore nutritivo, dateci una mano, insomma, a salvarci.
Un decennio fa per comprare il pesce il massimo era farsi un giro sul molo del mercato ittico (vale per tutta la penisola) e fidarsi della pluriennale esperienza del pescatore per comprare e farsi consigliare il modo migliore di cucinare il prodotto acquistato.
Poi d'un colpo il pescatore si è vestito di un completo blu con bottoni d'oro e, a bordo di un veliero(?) comodissimo per pescare attorniato da un a banda di ragazzini saltellanti come equipaggio, propone, sempre sorridente - non gli capita mai una giornata storta -, ad un pubblico televisivo sempre più frettoloso e convinto che mangiar bene sia sempre una questione di prezzo e non di valori altri, un prodotto precotto e preconfezionato.
Il risultato è una diseducazione culturale, una analfabetismo culinario che straccia un pacco di valori sul valore del cosa, dove, come e quando mangiare.
Un paese di cultura contadina e peschereccia da sempre, con 7500 km di coste dove ci siamo inventati di tutto, ridotto a pesci bistecca, bastoncini surgelati e tonno crudo.
Una malinconia struggente e un disastro economico per gli operatori del mare, perchè le specie disponibili in abbondanza nel nostro mare vengono considerate pesce povero e quindi trascurate dal grande pubblico.
Per favore tornate a frequentare le banchine dei porti e poriticcioli, parlate con i pescatori (non sono solo folklore ma alle volte sono grandi personaggi), comprate prodotti che non sono mai di scarto, come suggerito dalla pubblicità battente, ma buoni e di grande valore nutritivo, dateci una mano, insomma, a salvarci.
IL BUON PESCE
24 marzo, 2023
CANZONI DELLE. DONNE
Io dedico questa canzone
ad ogni donna pensata come amore
in un attimo di libertà
a quella conosciuta appena
non c'era tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più.
A quella quasi da immaginare
tanto di fretta l'hai vista passare
dal balcone a un segreto più in là
e ti piace ricordarne il sorriso
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
in un vuoto di felicità.
Alla compagna di viaggio
i suoi occhi il più bel paesaggio
fan sembrare più corto il cammino
e magari sei l'unico a capirla
e la fai scendere senza seguirla
senza averle sfiorato la mano.
A quelle che sono già prese
e che vivendo delle ore deluse
con un uomo ormai troppo cambiato
ti hanno lasciato, inutile pazzia,
vedere il fondo della malinconia
di un avvenire disperato.
Immagini care per qualche istante
sarete presto una folla distante
scavalcate da un ricordo più vicino
per poco che la felicità ritorni
è molto raro che ci si ricordi
degli episodi del cammino.
Ma se la vita smette di aiutarti
è più difficile dimenticarti
di quelle felicità intraviste
dei baci che non si è osato dare
delle occasioni lasciate ad aspettare
degli occhi mai più rivisti.
Allora nei momenti di solitudine
quando il rimpianto diventa abitudine,
una maniera di viversi insieme,
si piangono le labbra assenti
di tutte le belle passanti
che non siamo riusciti a trattenere.
Auguri a tutte le donne
Io dedico questa canzone
ad ogni donna pensata come amore
in un attimo di libertà
a quella conosciuta appena
non c'era tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più.
A quella quasi da immaginare
tanto di fretta l'hai vista passare
dal balcone a un segreto più in là
e ti piace ricordarne il sorriso
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
in un vuoto di felicità.
Alla compagna di viaggio
i suoi occhi il più bel paesaggio
fan sembrare più corto il cammino
e magari sei l'unico a capirla
e la fai scendere senza seguirla
senza averle sfiorato la mano.
A quelle che sono già prese
e che vivendo delle ore deluse
con un uomo ormai troppo cambiato
ti hanno lasciato, inutile pazzia,
vedere il fondo della malinconia
di un avvenire disperato.
Immagini care per qualche istante
sarete presto una folla distante
scavalcate da un ricordo più vicino
per poco che la felicità ritorni
è molto raro che ci si ricordi
degli episodi del cammino.
Ma se la vita smette di aiutarti
è più difficile dimenticarti
di quelle felicità intraviste
dei baci che non si è osato dare
delle occasioni lasciate ad aspettare
degli occhi mai più rivisti.
Allora nei momenti di solitudine
quando il rimpianto diventa abitudine,
una maniera di viversi insieme,
si piangono le labbra assenti
di tutte le belle passanti
che non siamo riusciti a trattenere.
Auguri a tutte le donne
Io dedico questa canzone
ad ogni donna pensata come amore
in un attimo di libertà
a quella conosciuta appena
non c'era tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più.
A quella quasi da immaginare
tanto di fretta l'hai vista passare
dal balcone a un segreto più in là
e ti piace ricordarne il sorriso
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
in un vuoto di felicità.
Alla compagna di viaggio
i suoi occhi il più bel paesaggio
fan sembrare più corto il cammino
e magari sei l'unico a capirla
e la fai scendere senza seguirla
senza averle sfiorato la mano.
A quelle che sono già prese
e che vivendo delle ore deluse
con un uomo ormai troppo cambiato
ti hanno lasciato, inutile pazzia,
vedere il fondo della malinconia
di un avvenire disperato.
Immagini care per qualche istante
sarete presto una folla distante
scavalcate da un ricordo più vicino
per poco che la felicità ritorni
è molto raro che ci si ricordi
degli episodi del cammino.
Ma se la vita smette di aiutarti
è più difficile dimenticarti
di quelle felicità intraviste
dei baci che non si è osato dare
delle occasioni lasciate ad aspettare
degli occhi mai più rivisti.
Allora nei momenti di solitudine
quando il rimpianto diventa abitudine,
una maniera di viversi insieme,
si piangono le labbra assenti
di tutte le belle passanti
che non siamo riusciti a trattenere.
CANZONI DELLE. DONNE
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