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14 marzo, 2023

LA FINE DEL SENTIERO GRADESE


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Da studi demografici attendibili risulta che entro il 2050 i gradesi autoctoni scompariranno del tutto o comunque diventeranno numericamente inferiori ai "foresti".


  • Già ora il nostro dialetto è in completa defaillance (termine derivato dagli occupanti francesi), parlato interlacciato con termini in lingua o addirittura inglesi (a ricordo del rogo del Comuned è destinato a corrompersi sempre più visto che le mamme ne fanno pochi di pargoletti e, da quei pochi, pretendono la parlata in lingua.


    Qualcuno tenta ancora di difenderlo o perlomeno ricordarlo ma è sempre più complicato per le interferenze triestine e friulane nella parlata comune.


    Fatto sta che, dopo la migrazione forzata di quasi 1000 nostri concittadini verso i comuni limitrofi causa i prezzi inavvicinabili degli immobili a Grado (lo sviluppo turistico), l' età media dei residenti si è alzata di colpo e quelli che possono dire "nato a Grado" ormai sono ben pochi.


    Finirà che Grado antica e perfino la storia della nostra infanzia saranno oggetto di studi di antropologia  (a tal proposito ho collaborato con una ragazza veneziana che ha fatto una tesi di laurea sull'antropologia gradese) e di etnologia che faranno ricostruzioni ardite e fantasiose sulla vita sociale e culturale degli abitanti di questo lembo de "sabion" strappato al mare e abitato all'epoca da protoveneti romanizzati.


    Diventeremo fantasmi, ricordi, memorie; a questo punto sarebbe bene, seguendo l'idea in corso a Venezia raccogliere il DNA dei pochi rimasti per eventualmente clonarli in futuro.


    "Cussì i corcali i sparirà (per la felicità di tanti) dal  Picolo Nio e  sul dosso biondo restarà solo al guano"  


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