Il Lunario di agosto lo dedico a un personaggio storico ed importante per la nostra formazione culturale : Danilo Onorio Dissette
In piedi, in tutta la sua altezza, il fisico integro e asciutto, tipico di chi ha praticato per molti anni un’intensa attività sportiva, ha militato per dieci anni nelle file della società sportiva “la Gradese-calcio”; ha fatto parte assieme a Placido Gimona della rappresentativa regionale calcistica del Friuli-Venezia Giulia. Nel 1935 ha vinto il titolo italiano juniores di salto in alto, ha anche gareggiato ai massimi livelli nazionali nella specialità del lancio del giavellotto.
Nativo del “polesine” ma figlio adottivo dell’Isola d’Oro essendo giunto a Grado a soli nove anni, nel 1922, era nato, infatti: a Borsea S.Sisto - Comune di Loreo - in provincia di Rovigo il 25 gennaio del 1913.
Cuore di sportivo quello di Onorio ma soprattutto di artista. Non si contano - essendo innumerevoli le opere da Lui scritte tra canzoni, poesie e commedie.
Danilo Onorio Dissette, il suo costante impegno ed i suoi interessi nel campo professionale non gli hanno impedito di dedicarsi alle sue passioni preferite, che sono state: le canzoni, la poesia ed il teatro. Ed è qui che egli ha potuto
dar spazio alla sua fantasia, che si scioglie facile, giocando anche sui più minuti particolari di una vicenda, senza tracimare tuttavia oltre gli argini di una verosimile realtà e rimanere dentro a una certa logica del senso comune.
Amore, acqua e aria sono i tre elementi essenziali che, si alternano di continuo; come il cambio delle stagioni . Senza perdere mai di vista, tuttavia, il sentimento amoroso. Perchè Dissette rimane innanzitutto un sentimentale. Un bizzarro, imprevedibile, sognatore e romantico.
Agosto.
Il sole, globo di fuoco
verticale sul mondo.
L'ocra sbiadito delle vele,
pende dai pennoni,
segmenti inerti, sullo sfondo
della pesante calura.
Attorno,
vastità e silenzio,
silenzio di cristallo
rotto dal grido roco
d'un solitario gabbiano.
Esausto il mare,
nell'ansia di vento rispecchia il cielo,
assorbendo limpidezze solari.
La riva oscilla lontana,
confusa tra i caldi vapori salmastri.
Tu, nuda nuoti,
frangendo l'acqua,
chiami, ridi, m'inviti
guizzando tra lame di luce,
spruzzanti riflessi, avvolta in azzurre carezze.
Dalla barca,
ammiro la meraviglia del tuo corpo.
Bellissima.
Allora, impaziente,
ti afferro, ti tolgo al mare avido di te,
geloso, avvolgente.
Sulla pelle abbronzata del volto,
giù dai seni, dal ventre
scorrono brividi díacqua
e si perdono,
là dove l'amore diventa fuoco.
Sa di sale la tua fresca bocca,
ansiosa d'abbandono.
Il fondo discreto della barca,
diventa letto accogliente
della voglia dei nostri corpi.
L'amore, rovente, arde, esplode:
vulcani di baci di gioia.
Nell' infinita offerta
Tu gemi smaniosa
e dolcemente ti consumi
nell'ultimo grido,
assorbito dal cielo vuoto.
Si completa la nostra eternità.
Sotto il sole, indifferente,
di un giorno d'immensa luce
A Venere
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