Io non sono un habituè della Chiesa, ma sento alle volte il bisogno di entrarci e sedermi da solo sui banchi a fianco della corona di colonne.
Sono sicuramente attratto dalla frescura che aleggia in certi pomeriggi inoltrati, dalla intensa spiritualità e dalla pace assoluta.
Ma, come una falena, sono attirato dalla luce che fa magici giochi di chiaroscuro.
La luce che cambia.
Lo sguardo che si perde nel vuoto.
Il senso immanente di qualcosa che, dentro e nel fuoricampo dell'inquadratura, sta per accadere.
Poi la decisione improvvisa, l'ho fotografata sperando di trasmettere con l'immagine le sensazioni che io provo.
4 commenti:
C'era molta sapienza nella creazione dell'ambiente. A volere crederci, addirittura una ispirazione sovrumana. Resta la domanda se, ai tempi correnti di furia e fretta, restino fruibili.
Hai ragione e di solito ci passo davanti senza pensarci, eppure qualche volta c'è come un richiamo che mi spinge dentro. E' un rifugio acclarato questo è certo.
Particolarmente belle sono quelle semplicissime e piccole, dei veri bonsai spirituali, oppure quelle, come nella tua fotografia, in cui è il solo semplice sviluppo delle linee geometriche ed architettoniche a parlare di trascendenza. Ciao.
Bravo Ennio, mi riconosco perfettamente in quello che hai scritto. Ti dirò di più. Probabilmente quella sensazione di piacevole reparo spirituale è anche aiutata dalle dimensioni auliche della costruzione, non dimentichiamolo, voluta e concepita da un greco!
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