Ho letto oggi del’ iniziativa del WW.FF. a Grado sul problema dell’ innalzamento del mare causa il riscaldamento del pianeta.
Con una breve ricerca ho trovato questo studio di due fisici trentini che fa preoccupare seriamente sul nostro futuro prossimo che si presenta molto scuro, prevedendo una pianura alluvionale sino ad oltre Cervignano.
Ho letto oggi del’ iniziativa del WW.FF. a Grado sul problema dell’ innalzamento del mare causa il riscaldamento del pianeta.
Con una breve ricerca ho trovato questo studio di due fisici trentini che fa preoccupare seriamente sul nostro futuro prossimo che si presenta molto scuro, prevedendo una pianura alluvionale sino ad oltre Cervignano.
Antonio Zecca e Luca Chiari della Università di Trento in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Global and Planetary Change hanno ricalcolato i modelli climatici ed hanno incluso nuovi dati sull'attesa, seppur di incerta entità, diminuizione dell’ uso di combustibili fossili.
Lo scopo era vedere in che modo questa diminuizione potrà influenzare la risalita del livello marino.
È importante sottolineare che le loro stime rappresentano i valori minimi, perché gli scenari di emissione non tengono conto dei combustibili fossili.
In poche parole: il livellio marino potrebbe salire ancora di più. I risultati dello studio mostrano, purtroppo, che il mare continuerà inesorabilmente a salire di almeno 80-95 centimetri entro la fine del secolo e continuerà a farlo per almeno duecento anni anche nel caso della riduzione più drastica delle riserve di combustibili fossili.
Ma, secondo Zecca e Chiari, l'innalzamento del mare potrebbe essere se non altro "frenato" con un radicale taglio elle emissioni, e questo consentirebbe all'umanità di muovere qualche passo verso l'adattamento all'inevitabile.
Quali, allora, le aree a maggior rischio di finire sotto il pelo dell'acqua?
Moltissime le zone del Mondo interessate ma vediamo quello che a noi interessa:
Secondo gli studiosi è inutile sognare: il Mare Nostrum non è una eccezione: "L'innalzamento durante l'ultimo secolo è stato simile a quello medio globale", dice l'esperto trentino con qualche distinguo:
infatti il nostro è un bacino chiuso e l'accentuato riscaldamento "causerebbe un incremento dell'evaporazione nel bacino, che a sua volta provocherebbe un leggero rallentamento della crescita del livello marino".
Insomma, spiega l'esperto, difficile fare una previsione chiara sull'entità dell'innalzamento del Mediterraneo.
Ma un aumento ci sarà ed i primi ad accorgersene saranno i comuni costieri delle aree pianeggianti a ridosso di Adriatico e Tirreno.
Zecca disegna allora una linea ideale: "La zona più vasta è naturalmente quella che va da Cesenatico,
Cervia, Ravenna, quasi fino a Ferrara, e poi Rovigo, Piove di Sacco, Mestre, fino a Grado".
Un'area vastissima: "Sono almeno 1500 km quadrati di pianura agricola fertile". Ma attenzione, avverte Zecca: "I danni alla produzione agroalimentare si estenderebbero a una superficie maggiore perché l'acqua salata risalirebbe nei fiumi e nelle falde salinizzandole".
Se è vero che gli scienziati non possono prevedere il futuro e dirci con esattezza quali cambiamenti ambientali vivranno le diverse regioni del nostro Paese o d'Europa, ciò su cui la maggioranza concorda è sul fatto che il Mediterraneo in particolare è una sorta di "lente di ingrandimento" del riscaldamento globale.
Tagliare le emissioni. Adesso.
"La prima misura in ordine di tempo e di importanza è tagliare le emissioni di gas-serra cioè ridurre l'impiego di combustibili fossili", dice Zecca.
Efficienza energetica, questa la parola d'ordine. Proprio mentre state leggendo questo articolo, avverte Zecca, "la temperatura si sta alzando e il livello del mare anche.
Continueranno a farlo per cento o duecento anni e non chiedono il permesso ai governi".
Sapevatelo! e tignì sotoman le batele.
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