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30 maggio, 2010
La maglietta
Ieri pomeriggio mi sono messo per la prima volta la maglietta che Francesco mi ha regalato.
Una maglietta dedicata alla salvezza del trampolino di Grado, con la foto del trampolino vecchio sul davanti e quello da abbattere, con una poesia dedicata di Teti, sulla parte posteriore.
A me piace fare queste prove antropologiche sul territorio utilizzando me stesso come vettore e devo dire che i risultati sono stati abbastanza sconcertanti.
Nei locali (di pomeriggio eh!) che ho girato, tutti frequentati da graisani giovani e vecchi, ben pochi si ricordavano il trampolino vecchio, dei giovani nessuno al punto che qualcuno mi ha domandato in che località si trovasse.
E' stata per me l'occasione per spiegare a qualche giovanotto un po di storia del nostro paese, colpito dal fatto che l'affermazione che tutti hanno usato è stata "ma nessuno ce l'ha detto che esisteva".
Ecco è proprio questo il punto.
Secondo me i giovani, se informati delle loro origini storiche, diventano con la loro esuberanza entusiasti fans, ma le cose vanno fatte conoscere e spiegate, su questo tipo di ignoranza contano i signori del luogo comune, i capi di battaglie posate sul nulla culturale, sulla banalità e il conforto dell'ignoranza.
Quindi grazie a Francesco, che ha avuto l'idea della maglietta il cui messaggio riesce a passare il muro dell'indifferenza per rapportarsi con giovanotti che dispiace diventino essi stessi luoghi comuni.
29 maggio, 2010
I mestieri
28 maggio, 2010
27 maggio, 2010
Ostia!
Mi son detto proprio così.
Ostia!
Che i ha fato in spiagia?
Poi riflettendo, dopo aver fatto la foto di rito, uno stadio di beach-volley e, mi sono informato, di beach-rugby può portare grande interesse verso il nostro isolotto convogliando schiere di appassionati in spiaggia se le competizioni, come prelude uno stadio monster simile, saranno di livello adeguato.
E' il futuro gente, la spiaggia non solo sole e mare ma divertimentificio industriale.
Bon, speriamo ben! L'idea, credo sia da assegnare al consiglio Git precedente, ci porta a livello delle grandi spiagge popolari romagnole e venete!
Comunque Ostia, che bestia! Par una farfala.
Ostia!
25 maggio, 2010
24 maggio, 2010
Pescare tra da disgrazie e miracoli
Andar per mare ha i suoi rischi, non tanto oggi con le moderne imbarcazioni a motore ultrasicure e di facile manovra, ma un tempo neanche tanto lontano la navigazione era a vela e i marinai si raccomandavano l'anima a Dio ad ogni uscita di porto.
Da noi "graisani", vivendo e guadagnando il pane con il mare, la cronaca purtroppo fin troppe volte si è dovuta occupare di tragedie, ma anche di veri e propri miracoli.
Da qui il ricco palmares di ex-voto appesi sulle pareti della Basilica di S.Maria di Barbana (vedi foto tratta dal sito di Michele Gereon) a testimoniare la gratitudine di quanti si sentono miracolati dalla Madonna.
In controaltare ci sono tante disgrazie e una in particolare successa proprio il giorno del Perdon il 5 luglio 1885.
La storia raccontata da Domenico Marchesini (Menego Picolo) narra del feroce accanimento del destino di quattro uomini di Grado naufragati miseramente e annegati causa un violento temporale estivo (caligà in busata) al largo di Grado proprio nel giorno dedicato al ringraziamento alla Madonna di Barbana.
Ironia di una sorte avversa l'imbarcazione aveva nome "Felice Destino".
Commenta con il suo stile crudo Menego Picolo:
...mai più a memoria de omo a Gravo ze nato disgrazia compagna
gni mai 'la 'ndarà desmentegagia de la mente....
Pescare tra da disgrazie e miracoli
23 maggio, 2010
La Provincia di Trieste
Per un periodo di 25 anni Grado in quanto Kustenland fece parte della Provincia di Trieste, vediamo la sequenza della storia amministrativa provinciale.
Grado, dopo il 1866 venne inclusa nella Contea Principesca di Gorizia e Gradisca.
Con la caduta dell'impero Austriaco nel 1918 e sino al 1923 quando, ormai sotto l'influenza italiana, per diluire la componente slava della popolazione venne soppressa la Provincia di Gorizia e il suo territorio spartito nella provincia di Udine e Trieste.
Grado, compreso Isola Morosini, nel 1923 passò sotto la competenza territoriale provinciale di Trieste, sino al 1947 dopo la seconda Guerra e con la divisione del zona di Trieste in A e B.
Nel 1947, ricostituita la Provincia di Gorizia , Grado, per dare uno sbocco in mare alla stessa, fu annessa a quell'amministrazione.
Una storia molto tormentata, di grande confusione tra la popolazione che vedeva cambiare notabili con rapidità senza capire in fondo molto di quello che succedeva sopra alle loro teste.
Come oggi insomma!
La Provincia di Trieste
22 maggio, 2010
Sky Line
20 maggio, 2010
Il Palazzo Comunale
"La Comun" così è detto il Palazzo Comunale, nelle cui sale la vita cittadina viene amministrata con fortune alterne da secoli.
La storia popolana fa iniziare la sua costruzione al Doge Pietro Orseolo all'inizio del 1100 ma sembra che sia datato in epoca posteriore e conta varie ricostruzioni.
L'Aula del Consiglio ove si svolgeva la vita pubblica del paese era vasta e poteva contenere tutti i convenuti alle adunanze, dette "le concioni de tota universitate Gradi".
L'aula pubblica era rivestita in legno con il soffitto in travi curvi come il fasciame di un'imbarcazione.
Tutto intorno, lungo i muri stavano i banchi dei consiglieri.
Una parte del palazzo serviva da abitazione al Conte di Grado.
Erano frequenti le grandi riunioni "delli huomini del luoco" con la folla al centro dell'aula vociante e indisciplinata e i consiglieri e il Conte seduti severi e silenziosi attorno (più o meno come oggi no?), ma le proposte venivano ascoltate, discusse e poi decise collettivamente (uguale, uguale ad oggi) .
Quel Consiglio in quel Palazzo rispettava i sentimenti locali, riproponendo sempre la ragion di Stato Veneta, accompagnata da un forte senso religioso e si considerava figlio del Patriarcato.
La legge del governare era considerata una vicenda seria, rapportata ovviamente alle necessità di ben governare poca gente, ma esigeva il rispetto delle Istituzioni da parte del popolo dandosi un cerimoniale aristocratico, in cambio restituiva rispettabilità e attendibilità nelle decisioni comuni.
Il Palazzo Comunale
19 maggio, 2010
Lo scrivere
Rovistando a casa mi è capitato tra le mani una raccolta di temi e poesie pubblicata dalla Associazione "La Bavisela" nel 1982 e mi ha fatto riflettere sul valore e necessità dello scrivere.
Una raccolta di racconti e poesie ingenui di bambini della scuola elementare, eppure toccanti ed emozionanti nella loro sincerità, con momenti freschi e gioiosi descritti con partecipazione dai bambini e momenti tristi, con sensi di solitudine e la consapevolezza dello scorrere della vita.
Non ringrazierò mai abbastanza Maria "Stiata" Marchesan e le sue incredibili collaboratrici per aver tentato di conservare la nostra tradizione culturale attraverso la parola dei bambini e mi rammarico che si faccia così poco oggi per continuare.
Oggi che un diluvio di superficialità e di immagini, per informarci costantemente, ci distraggono e tolgono sapore al piacere della parola scritta.
Scrivere una qualsiasi composizione, che sia discorsiva o poetica una lettera o un tema a scuola, è complesso e significa osservare, acquisire cioè capacità di giudizio.
Significa esternare e interiorizzare insieme, acquisire una prospettiva di fronte alle cose, siano concrete o astratte, sognate e non reali e pur vere, significa ascoltare e ascoltarsi, avere una vita spirituale, significa comunicare e cioè donare.
Insomma lo scrivere è donarsi agli altri e questo va insegnato e preservato.
Lo scrivere
17 maggio, 2010
Conchiglie - Scusse
Le conchiglie.
La natura in tutta la sua bellezza.
scusse,Una magia del mare, la spiaggia offre in quantità questi pezzi di vita che ho colto in foto.
sogni masenai,
da onde quiete
de risaca.
Conchiglie - Scusse
16 maggio, 2010
Gravo more - Gravo vive
Un nuovo amico della nostra piccola ed eterogenea comunità, dove, saremo magari un po fuori di testa, ma si sta da dio.
Gravo more - Gravo vive
14 maggio, 2010
Mondo Novo
13 maggio, 2010
Nevio (Nevis) Scuz
Nevio Scuz In arte Nevis grande imitatore e cantante, ha vinto un festival della Canzone Gradese, è uno dei grandi personaggi del popolo gradese che esterna la sua vocazione artistica in mezzo alla gente, sublimandosi nel contatto con il pubblico e regalando attimi di serenità e gioia con semplicità, condividendo con tutti il suo essere artista.
Scrito cussì par un oltro invese ze duto vero, se Nevis no fossa dovaravemo inventalo per la sova bontà e disponibilità.
Un Grande
Nevio (Nevis) Scuz
12 maggio, 2010
Bellezza e Banalità del Bene
Come al solito a Grado, aspettando e pregando che arrivi la primavera che tarda c'è un'aria rarefatta, tesa, con contrapposta una parte della popolazione e l'amministrazione su un tema, in fondo, banale - i parcheggi per i residenti - che poteva essere risolto facilmente se un canale di comunicazione (promesso in campagna elettorale) fosse stato aperto fra il Palazzo ed il popolo.
La possibile perdita di credibilità del Sindaco è dietro l'angolo, con la conseguente sfiducia totale sulle azioni di chi ci governa pro tempore per tutta la durata del suo mandato.
Eppure io mi rifiuto di banalizzare e credere che ci sia ostilità dietro le azioni dell'Amministrazione, come detto da più parti (interessate).
Io credo che ci sia ansia di far bene, premura, magari, di apparire con azioni mediatiche, credere che le informazioni e gli studi di esperti consultati siano positivi per lo sviluppo del paese per il suo rilancio, per quest'ansia dell'andare avanti di essere a tutti i costi competitivi.
Io voglio credere alla buona fede di tutti.
Ma vorrei, però, che riflettessero e considerassero la banalità del far male le cose, una roba senza grandezza se non quella dei numeri.
Vorrei anche che riflettessero sulla banalità del far bene.
Perché il far bene mica si nasconde.
Le cose giuste mica si nascondono: basta saperle vedere, basta voler guardare.
Sono semplici, le cose giuste. Banali.
Ma a volte costano più fatica. La fatica di dire no quando tanti dicono sì, o magari non dicono nulla e si adeguano e basta.
Ecco, faccia la cosa giusta signor Sindaco, la faccia con il suo cuore "graisan".
Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce, ci creda e ce lo spieghi!
Bellezza e Banalità del Bene
10 maggio, 2010
Unità d' Italia
Sono iniziate le manifestazioni di giubilo per l'Unità d'Italia, un pò in sordina a dir la verità, ma convinte e anche se partecipate non proprio da tutte le istituzioni, salutate dal popolo come giuste.
La storia di Grado italiana comincia 57 anni dopo la data fatidica del 1861 ma gli episodi di irredentismo e di giovani intellettuali (Sebastiano Scaramuzza) fuoriusciti per seguire il loro ideale di italianità testimoniano gli intenti di unirsi alla Patria Comune.
Anche se è vero che non sono le masse a gestire le rivoluzioni, ma piccole minoranze, in seguito, accettato il nuovo Stato, la voglia comune di unità, di spirito repubblicano e di identità nazionale italiana ha unito il popolo, si è ben radicata ed è tuttora tale nel nostro paesello.
Quindi a tutti gli effetti Viva L' Italia.
C'è stato però, per Grado, un effetto devastante dalla modifica dei confini dopo il 1866.
Vinta con qualche sconfitta di troppo la 3^ guerra d'Indipendenza, gli Stati vincitori obbligarono l'Austria a cedere il Veneto ed il Friuli Occidentale al neonato Regno d'Italia spostando i confini fino a Porto Buso-Aussa Corno.
La conseguenza fu che ai nostri pescatori fu da un giorno all'altro impedito di pescare sulle marine di S.Andrea e di Lignano usate da tempo immemorabile con diritti certificati dalla Repubblica Veneta e mantenuti dall' Austria.
Il trattato di Vienna del 1866 sanciva che Grado restasse Austriaca e così cominciarono i guai per la nostra comunità.
Ci furono seri movimenti popolari degenerati in atti di violenza contro le autorità locali accusate di far poco o nulla contro gli occupanti pescatori maranesi poi caorloti e infine chioggioti che subito profittarono della situazione per pescare nelle marine ricche di pesce e molluschi.
I capi delle compagnie di pescatori vista l'inutilità delle proteste in comune si rivolsero direttamente al Governo Austriaco che, a onor del vero, si attivò per canali consolari e risolse la faccenda stilando un accordo internazionale nell'ottobre 1869 che riconosceva il diritto gradese di pescare e cacciare nelle lagune e nei lidi marini.
Quella Convenzione che riconosceva al Comune di Grado la proprietà (sic!) dei lidi sabbiosi e delle Lagune dava anche inizio al Curatorio per l'amministrazione dei bagni e stabilimenti marini.
eeee..poi c'è il pallone ITALIAAAA, ITALIAAA...
Unità d' Italia
09 maggio, 2010
07 maggio, 2010
Tamburi di guerra
Tornano a suonare i tamburi di guerra all'Enoteca da Pino.
Centro rinomato della gente gradese, l'Enoteca si ripropone come base per riunioni e aggregazione (il video è del 1987).
Stavolta fa da base per il comitato dei parcheggi contro le indecisioni dell' Amministrazione Gradese.
Piccola riflessione:
valuterei bene i riflessi negativi per l'immagine di Grado che provocherà l'intervento di Striscia la Notizia, che non va tanto per il sottile nel presentare le sue inchieste e normalmente fa fare figure da popò ai personaggi di cui si occupa e di riflesso al paese che amministrano.
Tamburi di guerra
05 maggio, 2010
La Fabrica del Giasso
Riecco Nevio Scaramuzza con le sue storie:
Nel lasciare di buon grado le discussioni, pubblicate dai quotidiani locali e fatte sui grandi temi, di svolta epocale e di appartenenza a diverse culture, con l’auspicio che si trovi, anche nella discordia, il valore della discussione, della condivisione e della sana e giusta azione politico amministrativa, racconterò una storiella.
C’era una volta… ”la zò, in pisso del porto, la favrica del giasso” dove: i pescatori, i locandieri, gli osti, le pescivendole e i privati affittacamere - a quel tempo ben 2.400 - chi a scaglie e chi in stanga acquistavano ghiaccio direttamente dal produttore e lo conservavano nelle apposite ghiacciaie.
L’evoluzione anche nella tecnica del freddo con fabbricatori di ghiaccio, dagli usi domestici agli industriali, hanno soppiantato, ovviamente in meglio, la produzione che si è svolta in detta fabbrica.
Chissà per quale motivo l’intero fabbricato è vincolato (vincolo conservativo) dalla sovraintendenza ai beni culturali e architettonici, un tempo magari di un certo pregio, oggi un rudere (vedi foto) che al turista che transita sul ponte girevole offre una cartolina di poco decoro.
Se zoomiamo e ci avviciniamo, così a far due passi, come fa il turista col neonato ripresi in foto, raccoglieremo la conferma dello stato di degrado di un fatiscente manufatto, un un magazzino a cielo aperto dove regna sovrana la sporcizia, e l’igiene.
Quali sono le cause di cotanto stato di fatto: il vincolo (Sovraintendenza), e l’imbrattamento con “roba” che non appartiene alla cultura della pesca, bisogna ritornare alla bella ed accogliente immagine di una Grado ordinata!
Permettemi di avanzare alcune riflessioni atte a far emergere un aspetto non legato alla macroeconomia di cui oggi si va cercando importanti soluzioni consensuali.
Non me ne vogliano i pescatori, ma se le reti il cordame ed altre mini attrezzature sono nell’insieme oggetti pittoreschi e pertinenti, bancali e ramponi, scusate brutti ed ingombranti non lo sono affatto, anzi, esiste un’ordinanza sindacale che regolamenta le aree, riveduta e corretta va rispettata.
La cooperativa L. Rizzo potrebbe attivarsi per reperire gli spazi utili allo stoccaggio delle attrezzature.
Tolto il degrado togliamo il vincolo della sovraintendenza proponendo una nuova destinazione d’uso.
La peculiarità dell’Isola del Sole è accogliere gli amanti della nostra isola 12 mesi all’anno, per affari (l’aeroporto a quattro passi) per storia e cultura per convenienze dell’ospite, non solamente nei mesi turistici dei grandi numeri, la congressualità di nicchia e via ragionando. Lancio un segnale agli amministratori pubblici: mentre le strisce di parcheggio il colore cambia per sovraimpressione, sostenere che il turismo alberghiero si deve sviluppare in zone urbanistiche esterne al nucleo Grado è pericoloso per tutta una serie di motivi di facile comprensione, quindi no a “scambi volumetrici” nell’abbandonare alberghi del centro per edificare in periferia, col risultato di costruire condomini in luogo del piccolo albergo.
L’incentivo dovrebbe essere doppio, facilitazioni in centro (favorevoli previsioni di Piano, saggio dosaggio delle volumetrie….) e, in dimensioni diverse fuori dal centro, dove insistono diverse proprietà comunali che potrebbero essere cedute.
Nel rispetto del piano regolatore e a prezzo di incentivo (gli introiti potrebbero finanziare gli interventi nel centro) si potrebbero insediare delle moderne attrezzature ricettive, congressuale e oltre, con una progettazione rispettosa verde bosco e non di grigio cemento.
In questa logica proietterei la visione sul manufatto ex fabbrica del ghiaccio di riva Dandolo.
Riflessione realistica: togliere il vincolo e ristrutturare con destinazione d’uso alberghiero e ristorazione, magari curare un mini museo delle attrezzature per la fabbricazione del ghiaccio(sarebbe un simpatica attrattiva), una minisala convegni, un attracco per gli ospiti via mare, le 8-12 camere, per 365 giorni all’anno……e così via dicento per quei possibili mantenimento di strutture in centro……..ecco la storia porterebbe ad un lieto fine, anzi un buon inizio di una nuova storia.
Credo sia compito dell’amministrazione pubblica favorire progetti che abbiano come scopo principale e a volte coraggioso, il benessere della collettività, fatto di accoglienza e di sorriso come ufficialmente ha sostenuto l’ Avv. Marino De Grassi presidente di Grado Impianti Turistici S.p.A. il 1° Maggio all’alzabandiera della stagione estiva 2010.
Bhe! io non ho per il momento commenti da fare; una bella storia compito di tutti farla diventare realtà.
La Fabrica del Giasso
04 maggio, 2010
Il Recupero della Julia Felix
03 maggio, 2010
Oroscopo - che passione
L’economia analizza disastri e rinascite, ma noi volevamo saperlo prima, non dopo.
La politica ci dice quello di cui già siamo convinti o quello che non ci convincerà mai.
E anche le previsioni del tempo non c’azzeccano mai.
Per questo ci si affida sempre più spesso e convintamente all’astrologia, quella cosa per cui voi e Berlusconi, se siete nati nello stesso giorno, avrete la stessa giornata.
Se poi non è la stessa, colpa vostra che non avete calcolato l’ascendente.
Allora il bisogno di un oroscopo , fatto come si deve, senza quelle stranezze, quelle difficoltà d’interpretazione, quelle ruffianerie che ne rovinano molti.
Quest'oroscopo parla chiaro e senza possibilità di appello, fatene buon uso.
Ariete. - Il mese non sarà certo pesante come quello appena trascorso. Lo sarà in un modo tutto suo.
Toro. - Se una cosa costa di più ci sarà un motivo. Non sarà che vi stanno fregando?
Gemelli. - Chi ben comincia si ritiene soddisfatto e si prende una pausa.
Cancro. - Per voi ci sono due notizie essenziali. La prima è che dovete abbandonare l' idea che qualcuno complotti contro di voi. La seconda non posso dirvela, ci stanno ascoltando.
Leone. - Se l’invidia fosse febbre, nessuno comprerebbe il termometro.
Vergine. - Un velo nero potrebbe nascondere la vostra felicità. O magari è un principio di cataratta.
Bilancia. - Lo stress del mese sarà tale che non potrete permettervi di arrivare alla fine per rilassarvi, mercoledì pranzate con un amico e bevete abbondantemente.
Scorpione. - Siete dei matti, cambiate spesso le regole, non perdete mai. Se poi gli altri se ne vanno e vi lasciano a giocare da soli non dovete stupirvi.
Sagittario. - Spingere forte sull’acceleratore e vedere chi si ferma più vicino al baratro è bello e eccitante. Vi siete ricordati di controllare i freni prima, vero?
Capricorno. - Con voi è inutile. Anche se vi dico cosa dovete evitare voi lo fate lo stesso.
Acquario. - La risposta giusta è sì. Ma se ve lo chiedono non vi ho detto niente.
Pesci. - Ma si, state tranquilli, non dite nemmeno un grazie, tanto stiamo qui tutti per voi, no?
Oroscopo - che passione
02 maggio, 2010
Lunario di Maggio
Per il Lunario di Maggio c'è una piccola poesia di grande impatto di un Graisan poco conosciuto ma molto bravo e profondo come sa esserlo solo un popolano, Degrassi Lucio (Bronza).
EL FURLAN
EI profumo de polenta xe furlan,
furlan xe el menestron,
furlan el cundimento
e 'l alboro maistro.
Dalongo prima d'una caligà,
vien, furlan, l'odor del tovo fien
tagiao de fresco.
Tu son tanto vissin, furlan,
che bastarave slonga un brasso
per strenzete la man.
Lunario di Maggio
01 maggio, 2010
1° Maggio Festa del Lavoro- Apertura della Stagione
Il 1° Maggio è una giornata di buonaugurio; festa, grande parola in questi tempi cupi e accidiosi, del lavoro, indispensabile per la vita di ognuno di noi.
Fa da contraltare perfetto e benaugurante l'apertura della stagione estiva a cui darà inizio, nella sua forma ufficiale oggi pomeriggio alle 17,30 all'entrata principale della spiaggia, il nuovo Presidente della Git tagliando l'ideale nastro di partenza dell'estate 2010.
Incrociare le dita è d'obbligo, ma io sono sicuro che questa volta le redini sono in mani sicure, capaci e soprattutto conosciute, per cui, se il buon giorno si vede dal mattino, mi auguro per tutti noi una buona stagione estiva che serva a sopire le tensioni latenti nel paese.
1° Maggio Festa del Lavoro- Apertura della Stagione