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31 dicembre, 2011
Battute Finali-Diamo vita ai sogni
Auguro a tutti uno stupendo 2012 che troviate davvero la vostra strada, che conosciate l’uomo o la donna della vostra vita, che troviate il lavoro dei vostri sogni o semplicemente che otteniate un aumento in quello attuale.
Soprattutto di appassionarvi a qualcosa, qualsiasi cosa sia.
Le passioni sono importanti, sono ciò che danno un senso alla vita; che sia uno sport, un hobby, difendere il proprio Paese o il bunga-bunga.
Quello che si scrive e i post in particolare sono, in genere, così effimeri, farfalle di parole che svolazzano in cerca di essere lette.
Il blog non ha altro da offrire che pensiero impermanente, che accarezza e non percuote la mente, ma stimola e offre tracce di sentieri virtuali che sta a ciascuno di noi decidere se percorrere o meno.
Ma volere è potere eh: si decide, si fa.
Diamo vita ai sogni, è futuro!
30 dicembre, 2011
Considerazioni Finali-Buon Anno
Tu pensi che un bilancio di fine anno lo devi pur scrivere, sì perchè questo è stato un anno un po’ di merda.
Ma vediamo la mia di situazione per tirare delle somme:
Hai lavorato una quarantina d’anni e anzi di più dato che l’apprendistato te lo facevano sputare in nero.
Un mestiere duro, al freddo d’inverno e sudatissimo d’estate. E levatacce, tante.
Hai allevato i figli e ti sei fatto un tetto sul quale ora paghi il pizzo allo Stato, ma lo fai per salvare l’Italia, compresa quella di chi oggi scia a St. Moritz o sverna in Kenia.
È gente disgraziata quella, lo so, non conosce quanto è bello trascorrere il Santo Natale in famiglia, tra gli affetti e gli abbracci dei parenti.
Oggi, quando avrò finito, sopravviverò con una pensione di circa mille euro, conterò i centesimi e pregherò la madonna che non mi capiti una spesa imprevista.
Tuttavia mi considero uno fortunato perché la mia pensione sarà sopra la media.
A gennaio, lo so, arriverà da pagare la stecca per l’addizionale irpef retroattiva al 2011, e dovrò fare gasolio da riscaldamento che però è lo stesso che usano i Suv (in tutta Europa, compreso Spagna e Grecia lo pagano meno).
Lo pagherò allo stesso prezzo, maggiorato con le nuove accise.
Che ci vuoi fare, bisogna portare pazienza e tirare a campare, se ce la fai.
Se no rivendi le catenine d'oro che tanto non portavi più da anni.
Insomma si sopporta perché come solito chi ha dato di più deve continuare a farlo.
Se non fosse che da qualche tempo ti senti ripetere che gli operai e salariati in genere sarebbero “vissuti al di sopra delle possibilità”, sottintendendo, è chiaro, al di sopra dei loro meriti.
E quando dicono queste cose in televisione, guardano proprio te.
Porca troia, esclami subito.
Aspetta a incazzarti.
Gli stessi spudorati algidi e impomatati ti vengono a dire per sovraprezzo che se i tuoi figli sono precari o disoccupati, che se non possono in queste condizioni metter su famiglia e un giorno avere una pensione, ebbene è colpa tua, del tuo egoismo.
Vedi che non hai finito di bestemmiare
Chi ti dice queste dolci cose e altre simili sono personcine molto liberali, tanto da liberarsi anzitutto del lavoro che hanno affidato ad altri.
Infatti non hanno mai usato un martello nemmeno per piantare un chiodo in casa, figurati poi se hanno usato smerigliatrice, un trapano, una pressa, spostato tonnellate di pesce manualmente.
Non sanno cos’è un' uscita in mare alle cinque del mattino, un treno di pendolari all’alba, l’ultima corriera della sera.
Questi signori per tutta la vita hanno tenuto il culo al sicuro, nei consigli di amministrazione, in parlamento, all’università, a dare compiti agli altri, guadagnando almeno dieci volte la tua paga, chiamando e legalizzando il furto stock options, e ora hanno una pensione netta venti volte la tua (ma fanno tanta beneficenza) che chiamano vitalizio e sommano con quelli che chiamano emolumenti.
E non ti dico delle liquidazioni se no mi rovino il giorno di festa.
Solo una domanda: è necessario che questa gentaglia persista a vivere e scialare alle nostre spalle, che continui a esistere?
Rispondi con calma e intanto Buon Anno.
E visto che la prossima fase è "La Crescita" - Cialis per tutti!
Considerazioni Finali-Buon Anno
28 dicembre, 2011
Viaggio a Grado
27 dicembre, 2011
La Spesa di Natale
Tempo di festa, tempo di regali e spese straordinarie.
Un rito la spesa al supermercato.
Dovunque uomini con facce scure, rassegnate.
Tentativi di partecipare al rito della spesa -cosa vuoi capire tu di cosa ci serve-;
gesto furtivo e butti dentro al cestino qualcosa, beccato, neanche avesse il radar, e rimesso al posto l'oggetto desiderato.
Una lagna, una sofferenza a cui non ci si può sottrarre.
A noi maschi ormai tocca subire.
Genuflessi alla forca caudina del testosterone, balliamo un limbo al contrario che ci rende spesso ridicoli anche alla nostra ex bimba adorata.
Ormai siamo ometti addomesticati da queste donne moderne, così emancipate che più che essere felici, gli interessa avere sempre ragione!
Una volta era più semplice, una clavata sulla testa e si rimorchiava nella grotta.
Forse si era tutti più felici (noi certamente), senza ansie da prestazione, punti G da ricercare come una caccia al tesoro.
Alla vostra ava neanderthaliana forse restava un leggero mal di testa, ma tanto lo hanno quasi sempre anche ora.
Poi le tesserine a punti, cose arcane, dedicate al sesso femminile unico addestrato e autorizzato a capire come funzionano e a cosa servano.
Al supermercato, quando sono da solo, -con lista della spesa incorporata, eh!- mi chiedono sempre se ho "la tesserina", non ho mai capito perchè.
Però ho notato che anche senza tesserina, purchè paghi, mi fanno passare lo stesso. Boh!
La Spesa di Natale
26 dicembre, 2011
Legge di Cromazio
Si può pensare che gli abusi edilizi siano un' invenzione moderna, frutto dell' aumento abnorme delle costruzioni, ma non è così.
Cromazio
Vescovo de Aquilegiantica
sarà za passao
un milecinquesentoani..
al se ha pensao
de fa una Ciesa pè i graisani
prima che Attila rivessa.
E cussì, l'ha fato
la "Ciesa de le Grassie"
Una Belessa!
Però..Però!..
Se anche se trateva "di Sacro Luogo"
L'aquileiense Vescovo
no l'ha possuo andà
oltra de una certa altessa.
Par che za a quii timpi
la lege no lo permetessa..
'Lora
ispirao dal Sielo
in quatro e quatroto
al s'ha pensao Cromazio
de fa un quartier de soto.
-se 'ndè drento a quela Ciesa
a drita
fra le colone ze 'na bariera.-
E la
podè veghe un pavimento de mosaico
giusto 3 metri sototera!
...
Ecco la Legge Cromazio...40 punto 8
"Quel che no se pol fa per alto
se faga de soto!"
Firmato:
Agenzia Immobiliare "Ferro Cemento"
Cromazio
L'Agenzia inventa spazio!..
Legge di Cromazio
25 dicembre, 2011
Gesù, un rivoluzionario?
"Io sono la via, la verità è la vita”, disse un uomo.
Natale si presta a fare delle considerazioni sulla figura complessiva di Gesù.
Insegnare la libertà è un gesto rivoluzionario.
Parole sue:
Anche nei rapporti con le donne, non mi pare che l’insegnamento di Cristo sia stato così all’avanguardia per il suo tempo.
Almeno non una delle peggiori.
Gesù, un rivoluzionario?
24 dicembre, 2011
Buon Natale in tempi di crisi
22 dicembre, 2011
21 dicembre, 2011
Al Ponte-Inaugurazione e possibili futuri
Il Ponte Grando per Grado è un po di più di un manufatto, è il cordone ombelicale che ci ha unito alla terraferma facendo fare un balzo in avanti, in un unico colpo, ad una Grado legata al mondo della pesca e basta, ormai troppo stretto per una comunità in forte crescita.
Ora però gli anni sono passati e il bisogno di rivedere o di rifare "l'ordegno" si fa pressante, Luciano Cicogna ha mandato tre disegni per un possibile nuovo ponte, costruito con tecniche modernissime e molto leggere puntando, in questi tempi di crisi, all'economia della nuova costruzione, da realizzarsi in tempi ragionevoli (circa due anni) e propone, per il momento, per il collegamento con la terraferma un ponte di barche che serva solo al traffico leggero (per quello pesante la Monfalcone Grado è più che sufficiente).
Non male come abbozzo di idea e divertente pensare al ponte di barche temporaneo che ci porterà su tutti i giornali se non altro per l'originalità dell'idea.
Anche noi sognamo la California!
Al Ponte-Inaugurazione e possibili futuri
20 dicembre, 2011
Il Mio Paese
Il mio paese è piccolo. Ci si conosce un po’ tutti.
Con qualcuno si hanno rapporti veri, con altri ci si sente ogni tanto, altri li si incontra per caso, altri ancora sono semplici conoscenti.
Più o meno siamo tutti vicini, viviamo gli stessi luoghi, parliamo delle stesse cose e questo ci accomuna. Se ti chiedono “conosci Tizio?”, finisce che rispondi sempre “sì sì, è un mio amico”. Anche se non è vero. Ma in certe realtà o sei amico, o sei nemico, e quindi tanto vale identificarsi come amici finché qualcosa non giustifichi il contrario.
Nel mio paese siamo in pochi, tutto sommato, e la cerchia è comunque piccola. Le strade e i punti di riferimento sono gli stessi, i fatti sono sempre i medesimi, e questo ci offre un codice condiviso con cui scambiare le nostre opinioni. Ci si incrocia sovente.
A volte si vedono gli altri solo da lontano, o magari solo in qualche occasione pubblica, ma il contatto rimane comunque vivo non appena uno muove un piede per strada e mostra così la propria presenza agli altri.
Nel mio paese ogni tanto spunta il personaggio del momento. Quelli più bizzarri arrivano sulla bocca di tutti, e basta qualsiasi loro minima capacità, leggenda o pettegolezzo per portarli nelle piazze e nei bar in cui ci troviamo a discutere. E le storie si gonfiano, si plasmano, passano di bocca in bocca un po’ copiate e un po’ esagerate, fino a diventare una storia nuova e differente, ma sempre incredibile. Sempre pazzesca.
Nel mio paese i giornali non servono. C’è chi raccoglie le notizie nelle piazze e poi le porta in giro di negozio in negozio, di bar in bar, di strada in strada. “Hai saputo cosa ha fatto Tizio? Me lo ha detto Caio”. Nel mio paese le notizie passano così. Non serve altro, perchè è piccolo e siamo in pochi.
E quando tutto è così piccolo, ogni piccola notizia o ogni possibile fatto diventa materiale buono per il chiacchiericcio. Perchè tutto sommato è proprio il chiacchiericcio a tenerci uniti, assieme.
Nel mio paese serve poco per far parlare di sé. Basta fare qualcosa, o dire di averlo fatto. Non importa che sia vero: il chiacchiericcio lo porterà comunque, perché è un dialogo per buona parte fine a sé stesso. In questo flusso bisogna saperci entrare in modo intelligente, senza rifiutarlo, ma senza introdurre elementi nuovi: chi lo fa aggiunge rumore (e quanti sono!), ma ne esce più debole di prima. Chi inventa si fa la nomea di chiacchierone, e poi chi gli crede più?
Nel mio paese le persone che contano sono poche. Quasi mai sono quelle più in gamba, e quasi mai contano davvero. Ognuno ha il suo ruolo, e questo ruolo, semplicemente, rende queste persone un po’ diverse dalle altre. Proprio perchè hanno un ruolo, ed in quel ruolo sono identificate all’interno del nostro tessuto sociale.
Nel mio paese è l’amicizia a fare la differenza, non il prodotto. Con certi negozianti puoi addirittura telefonare a casa; ad alcuni artigiani puoi parlare direttamente nel retrobottega. Con questi il rapporto è privilegiato: ti tratteranno bene e tu sarai più tollerante.
Il rapporto personale smussa le esigenze di entrambi in virtù della fedeltà di un rapporto che va oltre la sola vendita.
Il nostro è un paese piccolo, ma forte. E’ forte perchè ci sono tanti piccoli legami che creano una trama unica. Per le strade ti sembra di vedere nessuno, ma tra le mura c’è un formicolio continuo di azioni e parole che uniscono tutto e tutti. La critica e il pettegolezzo vanno per la maggiore, ma l’opposizione è tutto sommato un modo antico e tradizionale di mettersi a confronto per affermare sé stessi, confrontarsi, fare squadra e sentirsi parte di un qualcosa.
Nel mio paese ci sto bene. Ho tutto quel che mi serve e mi son circondato di tutto quel che posso desiderare.
Tutti quelli che passano nel mio paese finiscono per tornarci il prima possibile, e molti si sono subito fermati qui per viverci giorno e notte.
Il mio paese è qui.
Ennio Lugnan
Il Mio Paese
19 dicembre, 2011
Actung Minen!
C'è stato un periodo durante l'occupazione americana di Grado negli anni 1946 e 1947 che quasi giornalmente a Grado se alzavi la testa verso il mare vedevi alte colonne di acqua levarsi verso il cielo accompagnate da un fortissimo boato.
Erano le mine costiere tedesche ancorate sul fondo per prevenire sbarchi sulla costa, che uomini di ferro e di grande coraggio facevano brillare per liberare i fondali marini dal pericolo.
Si respirava ormai aria di speranza verso un futuro meno incerto, la pace era arrivata, parola magica che apriva i cuori a tutti anche se ci si aggirava tra le macerie.
I sommozzatori italiani arrivati per bonificare l'area questi i loro nomi:
Fernando Furlan. Lorenzo e Piero Marcucci, Sergio Caplani, Marco Nogara e Italo Nachira.
A Grado fu messo a loro disposizione per il supporto in mare un motoscafo il "Duilio" guidato da Arturo Marchesan.
Nonostante la paura per le fortissime esplosioni portò a termine il proprio compito con grande coraggio e generosità.
Bravissima gente con un compito duro e pericolossimo; per fortuna a parte un paio di incidenti minori conclusi senza perdite, in un paio di anni bonificarono tutta l'area e restituirono il mare alla pesca e ai pescatori ridando un futuro a Grado.
Actung Minen!
18 dicembre, 2011
APG Grado
Bellissima riuscita di quella che si può considerare una vera e propria festa di sport allo stato più puro lo sport dedicato ai bambini.
Una cornice di pubblico numeroso al Palazzetto con il triangolare degli aquilotti del basket di Grado, Ronchi e Staranzano.
Un continuo correre sia in campo che sulle tribune di bambini gioiosi e concentrati nella loro disciplina, mamme e papà, nonni e nonne a profusione a far un tifo rumorosissimo.
Bello, bello, bello.
A conclusione prima delle premiazioni la presentazione del Calendario 2012 dell' Associazione con gli scatti dell'artista gradese Nico Gaddi che ha trascinato e fotografato tra le cube gli atleti della prima squadra per riportare alle origini giocose di strada la disciplina sportiva.
APG Grado
Visione bidimensionale del Web
Fin dall’inizio, e ancor più dopo l’arrivo dei Social Network, ho sempre pensato Internet, la rete, come una grande porta d’accesso a un nuovo mondo.
Un mondo che allo stesso modo delle Americhe per Colombo era sempre stato lì.
Solo doveva essere scoperto e raggiunto. E in effetti è proprio così.
Il mondo è sempre lo stesso, con qualche differenza apportata durante il cammino, più nelle persone che lo popolano che nella sua architettura, mentre la rete con i suoi strumenti sono il mare con le sue correnti e i suoi venti e le sue navi.
Questa è sempre stata la mia visione, il mio approccio, una magnifica opportunità.
Ecco perché quando mi è capitato nel tempo di parlare con persone che ritenevano ad esempio i social (relegati poi nella loro visione limitata principalmente a Facebook) come un modo esclusivamente valido alla funzione di mantenere rapporti con persone che già si conoscevano mi sono sempre trovato in disaccordo.
Non mi capacitavo di come, avendo a disposizione praticamente il mondo (o una buona parte di esso) ci si potesse limitare a quelle relazioni di cui già si sapeva tutto.
La tipica risposta era: cosa può interessare a me di quel che dice uno dall’altra parte dell’oceano?
Dal canto mio ero affascinato dall’idea della contaminazione d’idee che ne poteva derivare dalla possibilità di lanciare un sassolino nell’oceano e che questo poi venisse raccolto da uno sconosciuto.
La mia è e rimane sempre una visione molto romantica, non voglio discutere di dinamiche e tecnicismi.
Con il tempo poi ho capito che il mio era un atteggiamento egoista e che non si poteva obbligare tutti alla medesima visione delle cose, la maggior parte delle persone facenti parte della tua quotidianità aveva una visione del web bidimensionale, dove le due dimensioni erano ricerca (con google) e relazione (con gli amici di sempre via fb) allora non si poteva fare molto, non c’era un modo sbagliato e uno giusto.
Erano solo modi diversi.
Visione bidimensionale del Web
16 dicembre, 2011
Mooo! Co beli
Queste, per me sono cose che meritano di essere vissute!
Ricevo da Maurizio Cacciavillani e pubblico felice:
Alle ORE 10:00 di DOMENICA 18 DICEMBRE 2011 al PALASACCA MORERI di Grado, (CON LA COLLABORAZIONE dell'assessorato allo sport del comune di Grado), per il 1°torneo triangolare di Natale si affronteranno gli aquilotti del minibasket di Grado, Ronchi e Staranzano, in quella che vuole essere una sorta di festa del basket.
Ovviamente siete tutti invitati.
A margine dell'evento verrà presentato anche il calendario 2012 "Ritratti di Basket" che l'associazione dilettantistica pallacanestro Grado ha realizzato approfittando della generosa disponibilità e indubbia capacità dell' artista fotografo gradese Nico Gaddi che ha giocato con geniale semplicità sull'intreccio tra territorio, storia e passione sportiva.
Un grazie a tutti gli atleti del rooster gradese e a coach Miani per aver prestato la propria immagine per la sua realizzazione. Invitiamo tutti gli appassionati gradesi ad accaparrarselo, visto che il calendario 2012 pro ADPG è stampato in serie limitata di cento esemplari e il ricavato andrà a aiutare la causa del basket gradese.
Mooo! Co beli
15 dicembre, 2011
Eucharistòn tò Theo kè ti Aghia Eufemia uper patos tuo oikou mou, epoisa podas ekatòn, ---- La scritta greca in Duomo
Giusto per non sentirsi dire che non guardiamo con attenzione le nostre cose guardate un po cosa si può dedurre osservando con attenzione il pavimento della nostra Chiesa:
Nella basilica bizantina di Grado, S Eufemia, una epigrafe musiva firmata Giovanni mostra la cifra 2170 in lettere greche.
Uno studio di Ettore Bianchi e Mario Codebò, vedi Pdf
I due studiosi partendo dagli studi precedenti che v’identificano una data, passano in rassegna una serie di possibili spiegazioni tutte straordinariamente complicate ma affascinanti (si fa fatica ma leggetelo il documento è straordinario), prevalentemente incentrate sul significato mistico dei numeri in ambiente probabilmente agnostico, e perviene ad un’ipotesi astronomica centrata sulla precessione degli equinozi come manifestazione concreta dell’avvento del regno di Cristo, nella consapevolezza, però, di dovere ammettere l’esistenza di conoscenze astronomiche diverse – ma ancora non provate – da quelle tolemaiche.
Tutto molto complicato ma affascinante, pensate una scrittura da extraterrestri in Duomo a Grado.
Bhè! un pò extraterrestri a Grado lo siamo, semo fora del mondo.
Eucharistòn tò Theo kè ti Aghia Eufemia uper patos tuo oikou mou, epoisa podas ekatòn, ---- La scritta greca in Duomo
14 dicembre, 2011
Che ha fato 'sti graisani?
Si legge di tutto sul web e non sempre, anche se ci metti la buona volontà, lasciando perdere vecchie croste di convinzioni ormai concretizzate, puoi essere d' accordo su tutto, anche se è gente che ti piace anche se hanno l' energia che tu sai di non avere più, però...
Sto continuo parlar male di questi gradesi, che in fondo hanno solo un secolo di storia recente alle loro spalle, e di questo secolo solo negli ultimi cinquant'anni una parte decente della popolazione ha avuto accesso ad un istruzione appena adeguata.
Si eravamo poverissimi, carne da cannone per tutti, si è vero siamo cattoanarchici, ribelli e malparlanti, ma è la nostra indole, gli orizzonti sono sempre stati limitati e a nessuno conveniva che noi in quanto gente ci si migliorasse intellettualmente, ci hanno sempre manipolato, ma siamo sopravvissuti, siamo sempre rimasti qui e abbiamo un cuore grande.
Non mi va di sentire pomposi parolai fare la predica e sparlare di noi dal pulpito, che poi che storia hanno alle spalle?
Bandiere di ogni vento con svariati tentativi di penetrazione agli accessi politici, ben convinti della loro superiorità.
Ma va là!
Alla fine si fa la fine dei vecchietti sulle panchine.
Quelli che dicono sempre le stesse cose senza che nessuno più li ascolti.
Persi a metà tra la delusione per le aspirazioni tradite e la nostalgia per un mondo che non esiste più.
Quelli che lentamente hanno visto la rabbia trasformarsi in indifferenza e quasi auspicano il disastro per affogare nella catastrofe globale la vergogna per l’ineluttabile declino delle loro miserabili vite insignificanti.
Io sono uno di quei gradesi cui fa riferimento il post, sempre dalla parte del torto, ma solo perchè i posti dalla parte della ragione erano già tutti occupati, ne sono fiero e contento di vivere, nonostante tutto, in un posto bello e compatibile con una vita normale, perchè in città vivono come pazzi, ma sono furbi loro.
Voglio sicuramente cambiare e si fa il possibile per farlo ma senza proclami, e "me son al megio de duti"
Che ha fato 'sti graisani?
13 dicembre, 2011
Una Crose in Palù
Procedendo per i canali lagunari capita di trovare delle croci piantate a memoria di eventi tragici.
Una in particolare, subito dopo "al cason de i Ludri", antica famiglia dei Tarlao, giusto all' imbocco del Taglio Nuovo della Litoranea Veneta, ci sono due piccole croci piantate su una velma a ricordare un tragico e luttuoso evento capitato proprio sul finire della seconda guerra mondiale.
Il 1 maggio 1945 un convoglio di tedeschi in fuga dai paesi istriani per non cadere in mano ai partigiani titini, si avvicinò a Grado per proseguire la navigazione verso Venezia per le più tranquille acque lagunari.
Essendo natanti in qualche modo armati erano seguiti attentamente da un gruppo di velivoli inglesi.
Incerti sul da farsi e sulla direzione da prendere si fermarono in foce a Grado e tentarono di patteggiare la resa con la gente del comitato di liberazione di Grado.
Molto spaventati e diffidenti reagirono malamente quando uno dei caccia li sorvolò a bassa quota, e spararono con le mitragliatrici di bordo colpendo un velivolo inglese.
Si scatenò l' inferno, purtroppo un gradese Merico Pozzetto si era imbarcato per condurre in porto un rimorchiatore tra le secche del canale, provò a scappare per disperazione navigando su per il canale di S.Pietro ma sul volto per il Taglio Nuovo, subito dopo il casone dei Ludri una bomba centrò in pieno la cabina di pilotaggio uccidendo il povero Merico.
Fu una vera e propria carneficina i corpi dei caduti erano sparsi dovunque.
Per ironia del destino a meno di 500 metri dall' imbarcazione nel Palù del Nassion stava pescando il fratello di Merico, Pietro Pozzetto, che visse in diretta l' uccisione del congiunto.
Una storia triste che mi viene in mente ogni volta che ci passo.
Una Crose in Palù
12 dicembre, 2011
Presepi-Non solo Grado
L’artista gradese Lorenzo Boemo, vince ex equo il primo premio assoluto al XIV Concorso Presepi
“A MOGGIO LA STELLA” 2011.
La giuria dopo aver vagliato circa una ottantina di opere provenienti da gran parte della regione F.V.G. premia il presepe di Lorenzo con la motivazione:
“ Per la realizzazione che chiama le composizioni classiche ma con un’interpretazione personale,crea una dimensione di serenità e gioia”.
La rassegna dei presepi organizzata dalla PRO LOCO MOGGESE con il patrocinio del Comune di Moggio resterà aperta fino al 21 gennaio 2012.
L’artista gradese è presente anche con l’opera “STILLE NACHT” a Villa Manin di Passariano fino al 22 gennaio 2012.
Presepi-Non solo Grado
11 dicembre, 2011
Calendario 2012-Il Mare nelle mani
10 dicembre, 2011
La Grande Berta
Rileggendo la storia di Grado mi ha colpito un episodio che ha provocato un fuggi fuggi generale della popolazione.
Il 18 ottobre 1917 con Grado in mano alle forze Italiane (in teoria di occupazione) ormai fortificata e piena di cannoni costieri per la difesa, con hangar di idrovolanti per l'offesa sul vicino fronte dell' Isonzo, fu improvvisamente scossa da una potente esplosione, un' enorme granata cadde tra le vie Marina e Caprin scavando un' enorme cratere (dieci metri di diametro) che si riempì rapidamente d'acqua, dieci minuti dopo una seconda granata cadde vicino al Fonzari e poi dopo altri dieci minuti una successiva esplose sull' edificio della Posta -all'epoca in Via al Mare- distruggendolo e danneggiando seriamente le abitazioni adiacenti.
Le granate successive - altre due -caddero vicino ad una batteria costiera e poi in S.Pietro d'Orio.
Lo sconcerto fu ben superiore al danno effettivo, per la prima volta Grado seppe cosa poteva essere sul serio la guerra ed essere in zona di operazioni, il Paese letteralmente spopolò.
In mezza giornata chi poteva si allontanò, chi in Laguna, come già fatto nel 1915 con l'arrivo degli italiani, grande nutrice e protettrice, neanche che i casoni potessero offrire rifugio alle bombe, chi all' Isola Gorgo, chi in Friuli da conoscenti e parenti considerato più sicuro, fatto sta che metà della popolazione di Grado in un "veghe no veghe" sparì.
Ma la causa di questo sconquasso?
Gli austriaci, in preparazione dell' offensiva del 24 ottobre 1917 che portò a Caporetto, iniziarono a bombardare quelle che consideravano difese costiere con un cannone di artiglieria pesante da 381 mm montato su treno dalle alture di Trieste in località S.Croce, fortuna volle che il cannone si surriscaldava enormemente ad ogni lancio e dopo cinque colpi praticamente andò fuori uso.
Ma la paura fu enorme e la voglia di "non intrigarsi" tra i contendenti, considerati per lo più estranei, consigliò una veloce fuga verso lidi più sicuri, ma dopo cinque giorni, visto che non succedeva nulla la gente rientrò a scaglioni in Paese senza sapere che, di la a poco, la tragedia della ritirata di Caporetto avrebbe avuto inizio portando con se altre sciagure, ma questa è un' altra storia.
La Grande Berta
08 dicembre, 2011
07 dicembre, 2011
06 dicembre, 2011
Un uomo in bici
Giorni fa mi sono ritrovato su una bici semi sportiva, con ipod collegato, ed ero contento.
Pensiero stupendo:
Perché gli uomini, passati i sessant'anni, fanno queste cose?
Probabilmente perché sento il tempo che passa e voglio recuperare.
Il guaio è che queste gesta non le compio con la spensieratezza dei vent'anni.
E' vero; c'è una sorta di cupa determinazione, nei sessantenni sportivi.
Alcuni continuano, altri si limitano a far ridere e far preoccupare i figli.
Perché i figli guardano, e giudicano (le mogli non hanno bisogno di guardare: giudicano e basta), papà in bicicletta è una forma di avanspettacolo alla partenza; e il suo viso ricorda quello di un pomodoro all'arrivo.
Eppure ho sempre fatto attività sportiva, come molti della mia generazione.
Nel corso degli anni ho preso calci negli stinchi, palline in pancia, racchette in testa, palloni sulle dita.
Vado sugli sci , e ho gareggiato in molti sport.
Ma allora avevo la naturalezza dell'età:
allenamento, equipaggiamento e abbigliamento erano questioni secondarie.
Il sessantenne che prova uno sport nuovo, invece, trasforma la propria ansia in acquisti. (a dir la verità l' Ipod l' ho preso di nascosto a mio figlio)
E poi, per giustificare la spesa, soffre, suda, cerca di convincere gli amici a fare altrettanto.
Vogliateci bene: andare in bicicletta, in fondo, è un antidoto contro la tentazione di pitturarsi i capelli.
Sudando, infatti, c'è il rischio di perdere colore, faccia e dignità.
Un uomo in bici
05 dicembre, 2011
04 dicembre, 2011
Che Gera?
Tempo uggioso, un po di malinconia, tempo di poesia:
Che gera?
E gera un moto comò de vento
che cò i dii sui cavili
mola gropi de ricordi
che sbrissa sui oci verti.
e gera la piova
comò fondo de pitura pronto
a spenelà domande
su 'n anema ancora zovene
e gera 'na testa
comò scandagio soto al mar
pè sercà soto al leto
al destin desiderao
ma desso ze un cuor
disegnao col deo sul vero 'panao
e traverso i sovi signi
se veghe la vita de fora.
Che Gera?
03 dicembre, 2011
Il Waterpod e Giovanni Marin "Archimede"
Un gruppo di esperti designers americani ha realizzato un progetto di casa galleggiante ecocompatibile, il Waterpod.
L'idea di base parte considerando il progressivo riscaldamento della terra che provocherà l'innalzamento dei mari e la necessità di non farsi sorprendere.
Ecco allora l'idea di una casa galleggiante (ricordate l'Arca di Noè) come palafitta moderna alimentata da turbine eoliche e pannelli fotovoltaici.
La progettazione ha avuto cura anche del lato estetico/artistico con un disegno particolarmente audace della struttura che diventa a tutti gli effetti un' eco-abitazione.
Per quanto riguarda Grado (la Laguna è ideale per l'utilizzo immediato, non bisogna aspettare che l'acqua salga lo fa praticamente ogni giorno e ci sorprende sempre) e il rapporto che potrebbe avere con il Waterpod , io lo vedo inserito come casa da noleggio (un modo come un altro per combattere la cementificazione in paese), oppure come sostitutivo dei casoni che non pagherebbero così nessun canone (vecchia idea di Giovanni -Archimede- Marin), non dovrebbero scavare cavane e se utilizzati come albergo diffuso possono raggiungere i clienti in terraferma.
Giovanni, il Waterpod di tipo semplice ed arcaico, se lo era costruito davanti alla propria valle -Isola dei Orbi- partendo proprio, si era in un periodo dove si parlava di un aumento enorme dei canoni d'affitto delle mote e casoni - poi rientrato -,dall' idea di fare un casone mobile in modo da poter essere considerato un' imbarcazione e non un manufatto.
Le idee di Giovanni venivano realizzate in tempo reale e mentre ne parlava anche costruiva. Partendo da una vecchia ma solida barca vi costruì intorno il casone mobile o Waterpad, mi spiace non poter mostrare la foto che dovrei avere in archivio ma il supporto non è digitale e la ricerca sarà piuttosto lunga, vedremo.
Ma parliamo un po di Giovanni personaggio incredibile del nostro variegato mondo isolano.
Giovanni Marin detto Archimede o Giovanni delle vide, un personaggio incredibile per genialità e capacità pratica di mettere in atto tutte le idee che la sua mente vulcanica partoriva.
Aveva anche un lato teatrale che lo portava a padroneggiare la scena ovunque si trovasse.
Mi piace ricordare un episodio che ho vissuto con lui in occasione di una gita in Laguna dei bambini del nostro asilo.
Arrivati in motonave nell'Isola dei Orbi, di proprietà di Giovanni, ci accolse sull'imbarcadero con un grande cappello e una benda nera sull' occhio.
Sbarcati i bambini, tutti timorosi, Giovanni con voce tonante diede il benvenuto a tutti.
Ci sedemmo a tavola per consumare la colazione e Giovanni raccontò la storia dell' Isola e del perchè venisse così chiamata.
Ad un certo punto un bambino più vivace degli altri si avvicinò ad un grande timone di nave posato sulla parete del casone e chiese cosa servisse, al chè Giovanni prontamente gli impose di allontanarsi perchè quello era il timone dell' Isola e serviva per tenerla in rotta.
Dopodichè si avvicinò al timone e con voce grossa disse a tutti "tignive duri sulla banca che devo 'ndrisà l'isola".
Tutti i bimbi si tennero sul bordo del tavolo e si piegarono dal lato che Giovanni mostrò loro per seguire la curva dell'Isola.
Questo era Giovanni Archimede un uomo di popolo e a disposizione di tutti, spero che in Paradiso metta a posto tutte le tubazioni che perdono trovandole con il "vatecatometro" come faceva a Grado per il nostro monsignore.
Il Waterpod e Giovanni Marin "Archimede"
01 dicembre, 2011
Lunario di Dicembre
Per il lunario di questo mese ho scelto una delle poesie di Giovanni "Trombai" Grigolon.
La sua poesia di strada, con parole non scelte ma raccattate in fondo al suo cuore riesce ad essere profonda e nel contempo strapparti un sorriso.
Giovanni sarai sempre nei nostri cuori:
Inno alla Vecchiaia
Giovinezza,
mi sei sbrissata via come un bisato,
serco di rampegarmi incora ma mi mandi sempre via
perché non ho più la pele valia.
Ormai sono del patacheo, poco o ninte buligheo.
Mi davi spesso la erezione, adesso é tutto a picolone.
La mia natura a suon di fale
é rimasta come un ziziale,
e a me me fà
che 'l xe restao solo per pissà.
Se non bastasse quello, mi trovo solo con le zinzive.
Ma in garghe maniera
me meterò la dentiera
così potrò comparì
comò ai bei dì.
Giovinezza,
mi sei scampagia lasciandomi con la pele ripigiagia
e co me vardo in specio
mi rendo conto che devento oni giorno più vecio.
Son za de pension, ma é tanta passion,
de quel che me speta
nò sarà suficiente nianche la reta.
Un giorno mi ciaperai per mano
e mi strasinerai molto lontano.
Era grando il mio tuorlo
ora sono rimasto come un corlo,
un pò nella vita ho bagolato
ma son za desmentegato
te ringrassio Giovinezza
che prima de 'ndà via
mi hai lasciato sinoltro l' allegria.
Lunario di Dicembre