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05 luglio, 2016

L' Ulisse la Nave



Di tutti i mezzi di trasporto, la nave gode di una posizione del tutto particolare: essa è considerata, oggi per lo più inconsciamente, non una cosa o un oggetto, ma una creatura vivente che ora prende, ora dà: 
una creatura con i suoi amori, i suoi abbandoni, le sue resistenze e rifiuti, i suoi malumori e le sue rabbie. 

Ha persino un nome, un atto di nascita, un battesimo, un destino e, infine, un atto di morte perché ogni nave, come ogni essere umano, nasce, vive e muore secondo un destino che sembra già stabilito: i giapponesi recitano persino delle preghiere per le navi morte

Chi ha governato una nave o anche una piccola imbarcazione, non può non aver notato la sua personalità: due imbarcazioni identiche hanno comportamenti diversi e un vero e proprio «temperamento» che si manifesta nel confronti del mare e degli uomini.

L'uomo moderno si rende vagamente conto di tutto questo e, senza soffermarvisi troppo, lo attribuisce alle caratteristiche costruttive o a quelle ambientali del momento, ma ai tempi dei nostri nonni e dei nostri bisnonni, ciò aveva un significato arcano, misterioso e, nelle ore libere, i marinai si raccontavano storie fantastiche, citando nomi, date e luoghi, nelle quali le navi erano protagoniste di avventure soprannaturali.

L' Ulisse, la nostra nave, è un meticcio ben integrato in un contesto contrastante e dominato da campanilismi accesi.
E' stato progettato da un cantiere friulano, sognato e realizzato da un triestino-esule, finanziato e di proprietà di una Società Maranese condotto da un equipaggio misto maranese graisan.
E' una nave modernissima, probabilmente il massimo nel suo settore specifico, con una filiera di lavorazione del prodotto ininterrotta, frutto di osservazioni ed esperienze raccolte in varie parti d' Italia.

Un esperimento di collaborazione tra teste calde, campanilismi accesi controllati dal comune desiderio di far bene, il trionfo del buon senso sui pressapochismi dominanti, un' operazione commerciale ben riuscita a dimostrazione che basta un po di buon senso per far funzionare cose in apparenza difficili.

Ha avuto l' onore di partecipare al voto di domenica per una cortesia che il Presidente della Cooperativa di Grado mi ha fatto, a me personalmente, capofamiglia graisan che voleva partecipare al corteo votivo, ovvio e dovuto il ricambio di cortesia alla richiesta di ospitare le Autorità, non so e non voglio saperne le ragioni.

Ho assolto il mio voto con grande orgoglio mio, della mia famiglia, dell' equipaggio maranese e dei loro familiari.

Nonostante il tempo, è stato emozionante, ho messo una bricola di ceri alla Madonna perchè se ha tempo si ricordi di noi.

Sono contento, è stato bello ma stressante, la responsabilità ti fa rizzare i peli e respirare in fretta.

In nome de Dio avanti che le ciacole no fa fritole.


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