“Il mare è uno specchio perché riflette fedelmente la nostra immagine. In mare non vale la pena di fingere o salvare le apparenze. Finzione e millanteria sono presto punite. Conrad parla dei suoi anni in mare come di «quel genere di esperienza che insegna a poco a poco all’uomo a vedere e a sentire».”
“Per i terraioli, si sa, il mare è soprattutto uno spazio di sogno e di miti. È il simbolo quasi parodistico della libertà e della partenza verso esotici lidi. Per il marinaio esperto, invece, il mare è un luogo che più concreto di così non potrebbe essere, un luogo di lavoro dove l’errore di giudizio, la negligenza e la leggerezza hanno la loro immediata punizione. «La puntualità è la parola d’ordine», ”
l silenzio dell’acqua.
Non è un suono, è un respiro. L’eco di qualcosa di ancestrale e lontano. È un ritmo, più che una voce. Entra nelle orecchie e si spande nel corpo come un’onda. E placa. Placa tutto. Come se per un attimo ti disfacessi dal di dentro, nel nulla. Si potrebbe chiamare rivelazione, o epifania. Ma è un momento infinito in cui ti sembra di capirti, o di ritrovarti, o di perderti, tutto assieme.
C’eravamo solo io, la sponda e l’acqua, un leggero sciabordio, quasi muto. Ma era il tutto. Ed era perfetto così. Il silenzio dell’acqua che rigenera, pulisce e poi scivola via, lasciandoti nuova.
Ho respirato. Ho salutato il mare, mi sono girato e sono andato via.
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