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25 aprile, 2023

LA CORRIERA. DI. NICOLETTO

 

Ci sono cose che nella vita sono cambiate nel tempo e non saprei se in meglio o in peggio, perchè il mutamento è stato lento, quasi per far dimenticare il pregresso, una di queste è certamente l' odore.


Un tempo i corpi delle persone emanavano un odore diverso da quelli di adesso. 


Anche l’aspetto era differente, un pescatore, un manovale, lo distinguevi dalle mani callose, dal corpo asciutto e sodo, ma già vecchio di fatica a poco più di quarant’anni. 


Anche il modo d’esprimersi e quindi quello di pensare segnavano non poche differenze dai modelli odierni.   


C’erano molti più pregiudizi, ma anche più franchezza. 

Una puttana non era una escort e i suoi clienti non se ne vantavano in pubblico.


Anche le abitazioni e i locali diffondevano odori che non si facevano dimenticare. 


C’erano delle zone in Paese che sapevano di fumo anche in piena estate e delle bettole di cui indovinavi i piatti prima ancora d’entrare. 


Che poi il menù era quello, se no dove andavi? 

La birra era scarsa e il vino forse più genuino (bianco o rosso), ma mediocre senz’altro. 


Il cesso, quando c'era, aveva il suo odore, ovviamente era alla turca e quando tiravi la catena ti bagnavi le scarpe. 

E le cabine del telefono non avevano una fragranza migliore.


Indelebile l’ odore delle corriere stipate di studenti e operai, quelli che non avevano la Vespa. 


Non era solo nicotina senza filtro, era lotta di classe. 


Poi, dopo la scuola, digiuni, si tornava a casa soli, senza gli operai, e l’odore del mattino era ancora lì che aspettava, pungeva le narici e nauseava. 


C’è chi oggi ricorda in quelle cose un fascino infinito. 


Sono quelli che non prendevano la corriera!


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