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31 dicembre, 2007
Buon 2008
Auguri a tutti per un felice 2008
Passaggio di consegne tra il vecchio e il nuovo.
Questa elaborazione fotografica mostra i cambiamenti di Grado negli ultimi ottantanni.
28 dicembre, 2007
Le "femene de le capelonghe"
Eccole, siamo cresciuti con il loro lavoro, "le femene de le capelonghe" da la Mugia, sui Dossi de l'Oro, dal Tragio de Anfora. le Bianchine, le Pititele, le Ciode le Balanse le Pelote le Farinele le Trotole, le Bele, le Zuliani, le Dotore e tante altre. Con le batele cò i tricicli, a pie con ogni tempo, infermabili. Sono il simbolo di Grado della capacità di sacrificio e dedizione alla famiglia.
Le "femene de le capelonghe"
25 dicembre, 2007
24 dicembre, 2007
21 dicembre, 2007
Disinformazione Regionale
E' straordinaria l'offerta regionale per Grado, stanziano 14 milioni di euri in quindici anni per la gestione Git. Meno di quello che hanno sempre speso per le varie Aiat per ogni anno di promozione turistica ma facendo un figurone (altrochè guerrilla marketing). Lo fanno passare per investimento sulle terme, con conferimenti annui di 900.000 euri (non bastano neanche per gli interessi passivi). Solo per iniziare con le Terme bisogna investire non meno di 10 milioni di Euro (di soldi veri) e l'assessore computa il costo finanziario a carico del Comune ma si fa proprio l'input d'investimento. Ma lasciateci cuocere nel nostro brodo siamo capacissimi di farci del male senza nessun aiuto.
Disinformazione Regionale
Disinformazione
Le ultime cronache della Git, mi fanno pensare alle tecniche di disinformazione e depistaggio. Il Comune comunica "vogliamo il controllo della Git", "pronti ad intervenire nella gestione", "La spiaggia deve rimanere chiusa". La Regione tace osservando con scrupolo il silenzio stampa. Il presidente Bigot presenta un piano di risanamento -nota bene non rilancio- alti lai, proteste "guai toccare il personale" a nessuno viene in mente di chiedere visione del piano nel suo complesso, ci si ferma ai fatti superficiali. Itur dice "ha ragione il comune, no ha ragione la Regione, no ha ragione il portiere di notte", insomma hanno ragione tutti - d'altra parte con il 0,87% del capitale che cavolo può dire se non leccare spudoratamente il deretano (brown nose) del possibile vincitore, non sapendolo spara nel mucchio. La gente viene sbattuta da una parte all'altra, un giorno vinciamo un giorno perdiamo. Poi arriva L'Assessore Bertossi e proclama secco "risaniamo noi" e con ciò passa al 85% di proprietà Git, fine dei giochi. Il sindaco di Grado, "non potevamo fare nulla, non ci è consentito ripianare perdite, speriamo che la Regione sia buona con noi" Ma dico io, lo sapevate prima, perchè fare tutta questa manfrina e soprattutto perchè continuare a dar vita a una Società nata senza futuro. L'assessore Bertossi si goda questa vittoria, si faccia rieleggere e tenga pronti i soldini per il futuro, se mai ci sarà, per la Git.
Ci compri sig Assessore, ben venga chi mette i soldi in questa Grado disgraziata e senza guida, dove i nostri massimi dirigenti, pur di essere a tavola, si accontentano degli avanzi.
Per quanto mi riguarda mi sto deprogrammando da "graisan" facendo il reverse engineering.
Disinformazione
18 dicembre, 2007
Waterfront
Ricevo da un amico gradese -nick Lupi-, che lavora lontanissimo da casa, questo post animato da un gran desiderio di proporre il bene del proprio paese e con soluzioni adottate da vari paesi dell'universo mondo civile:
WATERFRONT
Uso il termine inglese waterfront perché é un termine piú conciso di fronte sull’acqua e la ricerca su Internet dá risultati appropriati.
Negli ultimi anni é sorto un grande dibattito sul rapporto fra le cittá e l’acqua, sono stati fatti importanti interventi urbanistici a cui hanno contribuito grandi architetti; se ne sono occupati convegni internazionali come la Biennale di Architettura a Rotterdam, il WaterfrontExpo 2005 a Riga, l’Expo 2005 ad Aichi in Giappone, in cui si è dibattuto sul rapporto individui-natura, sulla tutela dell’ambiente e sullo sviluppo sostenibile dei centri urbani in rapporto alla risorsa acqua. C’é un’altro bel termine che accomuna Grado ad altri insediamenti simili, oltre alla solita Venezia anche a Chioggia e Caorle per dirne qualcuno ed é quello di cittá sull’acqua.
Si é quindi ultimamente accentuata la sensibilitá a questo tema e compreso che, come ogni risorsa vitale, il fronte sull’ acqua deve essere oggetto di un’attenzione particolare e dedicata.
A tale fine, in vari paesi (riporto due esempi: Kingston , Canada e Wellington , Nuova Zelanda) sono stati istituiti dei comitati che per prima cosa hanno enunciato dei principi generali:
· il fronte mare dev’essere prevalentemente un’area pubblica;
· il beneficio del pubblico deve essere massimizzato (accesso, visibilitá, passaggio garantito attraverso edifici);
· gli interventi devono tenere conto dell’impatto ambientale e salvaguardare il patrimonio storico, sociale e culturale;
· gli interventi devono essere preceduti da consultazione pubblica.
Sembrerebbe tutto ovvio vero? Eppure non credo che a Grado questi principi siano presenti in un documento di programmazione territoriale. Non sono solo belle parole, la loro sottoscrizione implica una serie di vincoli mica da ridere. Negli esempi citati dai principi si scende al dettaglio come la specificazione di aree pavimentate, verdi ed ombreggiate, destinazioni d’uso: ricreazionali, culturali e civiche, vincoli per gli edifici privati come diritto pubblico di calpestio del piano terra, limitazione dell’impatto visuale, ecc.
Ripercorro il nostro fronte d’acqua e non ritrovo, lo sapevo, l’applicazione di questi principi: il pugno sullo stomaco del porto di San Vito, l’incombenza degli edifici dell’ex Safica e di nuovo il fronte sparisce con l’Associazione nautica ed ancora lo riperdo con altre darsene e piú avanti é di nuovo privato ancora lungo la laguna orientale, come ci arrivo a quegli argini lontani se voglio fotografare un bagiante? E l’accesso pubblico massimizzato e la passeggiata panoramica ? Ed ancora dappertutto la limitazione e l’oltraggio dei parcheggi, ancora loro !
E quel guardrail quando lascio la costa, perché deve chiudermi la vista dell’orizzonte, siamo in autostrada o in una delle poche e bellissime lagune d’Italia ? Ci sono barriere di altro tipo con meno impatto: ne utilizzano di legno lamellare nei parchi del Nord America , con cavi in tensione in Scandinavia ; si puó studiare un’alternativa e migliorare anche da noi.
Sogno per Grado un comitato che studi ed enunci questi principi e che vengano applicati, é troppo?
Gratacasa: Temo di si.
Waterfront
16 dicembre, 2007
Confusione Dialettale
Dopo aver approvato la L.R. sul Friulano (il massimo è stato sentire Illy fare una dichiarazione in furlan, sembrava Rutelli che parlava inglese) tutti i consiglieri regionali di provenienza goriziana, bisiaca e triestina (bontà loro qualcuno ha deciso che anche il graisan è meritevole d'intervento) per pararsi il deretano politico stanno spingendo affinchè il provvedimento di tutela venga esteso a parità di diritti a tutte le espressioni dialettali regionali. Ci troveremo così in un consesso regionale dove le leggi verranno proposte in friulano, mandate in malora in triestino, bestemmiate in bisiaco e poi discusse in goriziano e buon ultimo il rappresentante graisan (se mai ci sarà) chiederà "ma de che stè ciacolando?"
Ovvi i vantaggi nella comprensione, ma visti i risultati sinora ottenuti dalla nostra classe politica "nulla di nuovo sotto il sole".
Confusione Dialettale
15 dicembre, 2007
Bisati eletrici (Anguille elettriche)
Fra le varie problematiche da affrontare per l'avvio del progetto dell'Albergo Diffuso in Laguna di Grado c' è, ovviamente, quella ecologico ambientale. Come produrre l'energia elettrica necessaria al funzionamento delle strutture ricettive? Gruppi elettrogeni, naahh-inquinano-; generatori fotovoltaici, forse ma costosi e non di sicura efficacia per le necessità; generatori eolici, ma và dove lo trovi il vento necessario, forse d'inverno con la bora ma non si saranno i fruitori ne tantomeno gli ospitanti; - e allora? - Vemo i bisati. Le anguille elettriche forniranno l'energia elettrica necessaria. Lo hanno sperimentato in Giappone illuminando l'albero di Natale con l'energia prodotta dalle anguille di un acquario.
Volè mete. Col Palù che vemo noltri femo 'na vale de bisati e demo luse duto l'ano.
Bisati eletrici (Anguille elettriche)
11 dicembre, 2007
10 dicembre, 2007
Class Action
E' di oggi la notizia che il senato ha approvato la Class Action.
Negli Usa e nella maggioranza dei paesi industrializzati se vengono danneggiate migliaia di persone queste possono unirsi e costituire una Azione Collettiva, un gruppo, che agisce insieme facendo un’unica causa collettiva contro il colpevole.
Il giudice nella sentenza stabilisce il danno che deve essere pagato a ogni danneggiato e il truffatore paga immediatamente. Se non paga gli sequestrano tutto e lo mettono (subito) in prigione.
La legge della CLASS ACTION inserita oggi nella finanziaria per alcuni versi e’ ottima, ad esempio stabilisce che nel rapporto con gli avvocati i danneggiati siano tutelati da una loro associazione che diventa un ente di garanzia per i consumatori.
Ma contiene anche due righe allucinanti che distruggono il 70% dell’utilita’ pratica di questa legge.
Si tratta di due righe in perfetto stile papalino: infatti il gruppo di danneggiati fa una causa collettiva, ottiene la condanna del malandrino ma non riceve un soldo. Per avere il pagamento del danno subito il danneggiato deve fare una seconda causa, un PROCEDIMENTO CIVILE INDIVIDUALE!!!!
Coi tempi della giustizia italiana rischi di aspettare 7 anni per la causa iniziale e altri 10 per quella civile. Si ottiene poi il risultato collaterale di avere come nel caso Parmalat, una causa collettiva e una sentenza collettiva, con decine di migliaia di cause individuali successive.
Con un costo per le casse della giustizia moltiplicato mille e mille volte.
Siamo oltre l’irrazionalita’, questo e’ delirio.
E’ assurdo che cosi’ pochi si rendano conto (non gli industriali che hanno reagito duramente e credo bene) che ottenere oggi in Italia la CLASS ACTION vera e funzionante non e’ del tutto impossibile.
E soprattutto sembra che non ci si renda conto quanto questa legge migliorerebbe concretamente le possibilità di essere risarciti da truffe e raggiri collettivi.
Stiamo parlando di milioni di pensionati (i piu’ sprovveduti e presumibilmente i piu’ poveri) turlupinati da agenti finanziari famelici che vendevano azioni spazzatura, gente che e’ sul letto di morte perche’ e’ stata avvelenata da mostri farmaceutici o chimici e da costruttori irresponsabili di ordigni meccanici malfunzionanti. Stiamo parlando delle vittime delle peggiori nefandezze! Stiamo parlando di centinaia di migliaia di famiglie distrutte, portate alla disperazione.
Class Action
09 dicembre, 2007
La Triaca
La Triaca
Questo rimedio polifarmaco, anzi il più polifarmaco di tutti, è noto dal tempo antico. Esso lo si fa rimontare sino a Mitridate, re del Ponto, che, narrasi, l'avesse fatto confezionare per scongiurare tutti i veleni. Raccontasi pure che la ricetta per la sua preparazione sia stata trovata da Pompeo nella cassetta di quel re, da dove il nome primitivo di elettuario di Mitridate. Nerone lo fece perfezionare da Andromaca, il suo primo medico, e Galeno diede a questo rimedio il nome di theriaca , teriaca da cui triaca.
Questa la parte storico romantica, la parte "graisana" prevede delle regole per il suo confezionamento e sono giocose:
Prima regola: bisogna crederci
Seconda regola: deve essere preparato in mortaio
Terza regola: il preparato deve essere battuto da un moro veneziano
Quarta regola: gli ingredienti sono proposti da una maga
Quinta regola: per i bambini di Grado gli ingredienti vanno raccolti in Laguna
Sesta Regola: quando il preparato é pronto va nel “cugiaron”
Le erbe note
erba della miseria (Tradescantia albiflora)
erba trinita (Anemone hepatica)
erba vetturina (Melilotus officialis)
erba vescica (Utricularia)
erba del pesce (Salvinia)
erba medica (Medicago Sativa).....
segue un elenco infinito di erbe e composti medico-ciarlatani a piacere.
La Triaca
08 dicembre, 2007
Il soprannome (Al Deto)
I soprannomi in una piccola comunità come Grado erano necessari per distinguere le famiglie dato il numero relativamente piccolo di cognomi originari, ancor più con l'andar del tempo per i numerosi casi di omonimia dovuti al costume di perpetuare i nomi. Particolare curioso "al Deto" era ereditario e per tradizione passava da madre in figlio essendo la famigia matriarcale, a differenza della nominansa che distingueva il singolo individuo per una particolarità o di lavoro o di comportamento ma si esauriva con lui.
Giovanni Stiata con la solita arguzia ne ha fatto una filastrocca che fa una fotografia, se pur non completa, dei numerosi soprannomi "i Diti" gradesi:
"LA TIRITERA DE I SORANOMI"
Masaneta, Bisatelo Corcalina.. . Mazurin Morospari, Ganbarelo Grilo e Galo...Sanmartin!
Magnamili, Magnalardo Brusaboschi e Stefanin Biviaqua e Cavogrando Serenoti co' Papin!
...e vemo Scartasse, Scuvili e Ciodi Sorbuli e Gnoculi, Beati e Bei... Nanemeso, Nanelovo, Ziganti e Vovi Duto'l paese...semo fradei!...
Maranisi e Polachi Stiati e Steli, Bernardon Sanpieroti coi Patachi Paciaroti.. Danielon!
Xe i Barbieri co'i Duturi Ciciaroli, dò Scanài pùo Pantieri cò 'i Pasturi Farineli e Trapanài!...
...E vemo Balanza, Trotuli e Sponza Toltini e Piegore, Cagnoli e Clài. Xe Bareta, Morganti e Bronza
Duto'l paese...xe numinài!...
Belaganba, Munisselo Tecla, Cianci, Ortolan Zini, Botuli, Cranielo Stianpa, Principe, Bacan!...
Xe Curiola Farinelo Forti, Rosso, dò Tronbài Xe i Burloti, Bisanelo l Butighi co' i Catài...
E vemo Burcere, Tossi e Valuni Sopuli e Lovere, Schileta e Sian Dò-trè Sieghi,Canon e Spaguni...
Quisti xe i nomi del graisan
I soranomi, per incùo e doman!
Il soprannome (Al Deto)
06 dicembre, 2007
Le reti da pesca (l' arte)
La rete "l'arte" è la componente essenziale della pesca. In essa si concentrano secoli di tradizione e osservazioni di stuoli di pescatori, che apportando migliorie continue hanno creato uno strumento semplice, essenziale, efficace.
La tradizione a Grado porta all'uso di diversi tipi di reti essenzialmente:
I) rete da strascico: cocia de fondo, cocia volante, gripo, ranpon, squainer., trata, tratulina, vata ;
2) rete da posta: agon, arte de tursià, bailera, cana de reo, cana de cana, canera, cocia, cogolo, gonbina, melaida, nassa, passelera, peschera, ressagio, reo de sardele, reon, sacaleva, saltarelo , sardonera, sinil, tela;
A loro volta le reti da posta si dividono in: arte verta, ciara = rete a maglie larghe; arte spessa = rete a maglie piccole, fitta; arte sarberagia = rete trimagliata (passelera); arte nua= rete semplice, non trimagliata (senil. agon);
Le reti da pesca (l' arte)
02 dicembre, 2007
Nimby (Not In My BackYard)
Per comprendere le resistenze che si fanno sul ventilato Albergo diffuso in Laguna è bene leggere le ragioni del Nimby locale.
Con NIMBY (acronimo inglese per Not In My Back Yard, lett. "Non nel mio cortile" si indica un atteggiamento che si riscontra nelle proteste contro opere di interesse pubblico che hanno, o si teme possano avere, effetti negativi sui territori in cui verranno costruite.
Se la sindrome NIMBY colpisse ogni abitante della Terra diventerebbe di fatto impossibile prendere quei provvedimenti indispensabili a ogni comunità che risulterebbero fastidiosi per la relativa zona coinvolta.
Si arriverebbe così al paradosso che pur riconoscendo un'impianto come essenziale, o comunque valido, non si riuscirebbbe ugualmente a erigerlo.
Alcuni sostengono che la carenza di informazione ai cittadini sia spesso tra le cause delle opposizioni incontrate da un progetto, asserendo che se i rapporti con questi ultimi fossero impostati in maniera più aperta, probabilmente molte contestazioni verrebbero mitigate.
I cittadini comuni, però, non sempre apprezzano che i politici scelgano al loro posto, senza neppure interpellarli, sull’uso delle loro proprietà. La democrazia va bene, la sopportano, ma il troppo stroppia. Soprattutto quando la democrazia significa che ci si trova a far parte della minoranza che deve sottostare al “sacro” volere della maggioranza. Questa è la ragione per cui, talvolta, si trovano a dire: “fatelo pure, ci mancherebbe, ma non nel mio cortile”. Not in my backyard
Nimby (Not In My BackYard)
01 dicembre, 2007
Qualcuno ci crede
Era ora, qualcuno ci crede ed è disposto a scucire una bella somma per un investimento su Grado e la sua Laguna. Parlo naturalmente della Volpera, situata giusto all'inizio della strada lagunare sul lato ovest, dove il brutto campeggio esistente si trasformerà come fenice in villaggio turistico con opere di ripascimento e piantumazione con una miglioria generale dell'impatto paesaggistico che rispetterà, a quanto detto, il normotipo del casone per quanto riguarda i bungalows. Oltre a ciò hanno previsto finalmente la costruzione di un depuratore per le acque nere e reflui, cosa che nel passato aveva creato più di un problema alla precedente proprietà.
L'investimento previsto è così importante (24 milioni di euro) da far ben sperare nella buona riuscita dell'iniziativa rigorosamente privata che intende seguire una logica di rispetto ambientale pur, evidentemente, puntando al successo economico, secondo me l'unica percorribile.
Qualcuno ci crede
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