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18 dicembre, 2007

Waterfront


Ricevo da un amico gradese -nick Lupi-, che lavora lontanissimo da casa, questo post animato da un gran desiderio di proporre il bene del proprio paese e con soluzioni adottate da vari paesi dell'universo mondo civile:

WATERFRONT


Uso il termine inglese waterfront perché é un termine piú conciso di fronte sull’acqua e la ricerca su Internet dá risultati appropriati.

Negli ultimi anni é sorto un grande dibattito sul rapporto fra le cittá e l’acqua, sono stati fatti importanti interventi urbanistici a cui hanno contribuito grandi architetti; se ne sono occupati convegni internazionali come la Biennale di Architettura a Rotterdam, il WaterfrontExpo 2005 a Riga, l’Expo 2005 ad Aichi in Giappone, in cui si è dibattuto sul rapporto individui-natura, sulla tutela dell’ambiente e sullo sviluppo sostenibile dei centri urbani in rapporto alla risorsa acqua. C’é un’altro bel termine che accomuna Grado ad altri insediamenti simili, oltre alla solita Venezia anche a Chioggia e Caorle per dirne qualcuno ed é quello di cittá sull’acqua.

Si é quindi ultimamente accentuata la sensibilitá a questo tema e compreso che, come ogni risorsa vitale, il fronte sull’ acqua deve essere oggetto di un’attenzione particolare e dedicata.

A tale fine, in vari paesi (riporto due esempi: Kingston , Canada e Wellington , Nuova Zelanda) sono stati istituiti dei comitati che per prima cosa hanno enunciato dei principi generali:

· il fronte mare dev’essere prevalentemente un’area pubblica;

· il beneficio del pubblico deve essere massimizzato (accesso, visibilitá, passaggio garantito attraverso edifici);

· gli interventi devono tenere conto dell’impatto ambientale e salvaguardare il patrimonio storico, sociale e culturale;

· gli interventi devono essere preceduti da consultazione pubblica.

Sembrerebbe tutto ovvio vero? Eppure non credo che a Grado questi principi siano presenti in un documento di programmazione territoriale. Non sono solo belle parole, la loro sottoscrizione implica una serie di vincoli mica da ridere. Negli esempi citati dai principi si scende al dettaglio come la specificazione di aree pavimentate, verdi ed ombreggiate, destinazioni d’uso: ricreazionali, culturali e civiche, vincoli per gli edifici privati come diritto pubblico di calpestio del piano terra, limitazione dell’impatto visuale, ecc.

Ripercorro il nostro fronte d’acqua e non ritrovo, lo sapevo, l’applicazione di questi principi: il pugno sullo stomaco del porto di San Vito, l’incombenza degli edifici dell’ex Safica e di nuovo il fronte sparisce con l’Associazione nautica ed ancora lo riperdo con altre darsene e piú avanti é di nuovo privato ancora lungo la laguna orientale, come ci arrivo a quegli argini lontani se voglio fotografare un bagiante? E l’accesso pubblico massimizzato e la passeggiata panoramica ? Ed ancora dappertutto la limitazione e l’oltraggio dei parcheggi, ancora loro !

E quel guardrail quando lascio la costa, perché deve chiudermi la vista dell’orizzonte, siamo in autostrada o in una delle poche e bellissime lagune d’Italia ? Ci sono barriere di altro tipo con meno impatto: ne utilizzano di legno lamellare nei parchi del Nord America , con cavi in tensione in Scandinavia ; si puó studiare un’alternativa e migliorare anche da noi.

Sogno per Grado un comitato che studi ed enunci questi principi e che vengano applicati, é troppo?


Gratacasa: Temo di si.
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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Siamo una località turistica, frontemare abbiamo: Ex casa Gil, Biblioteca, Museo del mare, Municipio, Terme (e queste potrebbero starci), Palazzetto dello Sport e campo Sportivo. Più pubblico di questo?????????????????????????

Ennio Pasta ha detto...

Non voglio necessariamente prendere parte per nessuno ma cosa significa museo del mare (chiuso e chissà quando mai aperto) Municipio (interdetto) Terme (impraticabili d'inverno) Campo sportivo (non è il massimo come fronte mare, ma te lo do per buono) Palazzetto dello sport ( vabene è tuo)
e il resto? il porto, la Colmata. le spiagge la pineta?
Diamo una chanche a Lupi e a Grado.

Anonimo ha detto...

la mia era ironia, non conosco un altro paese cha abbia una concentrazione di edifici pubblici in posti panoramici come Grado. Se è vero che dovremmo vivere di turismo il waterfront dovrebbe essere destinato ad attività prettamente turistiche, se invece preferiamo andare a fare cartoni a Villavicentina va bene così.