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14 settembre, 2008
La Laguna e l'inquinamento ambientale
Seguo con grande preoccupazione, da cittadino interessato, la storia del sequestro in via preventiva, operato dai carabinieri del NOE di Udine, di cloro e di soda in un impianto chimico di proprieta' della Caffaro a Torviscosa al termine di una inchiesta cominciata nel 2001 che ha accertato responsabilita' a carico dell'azienda per presunti inquinamenti ambientali
Gia' nel maggio 2005 le indagini avevano portato al sequestro del Canale Banduzzi che collega lo stabilimento chimico all'area di Portonogaro e, quindi, alla laguna di Grado (Gorizia) e Marano (Udine).
Secondo gli accertamenti dei Carabinieri, nel canale si scaricherebbero i residui dei processi di lavorazione dell'impianto chimico, con particolare riferimento al mercurio utilizzato per raffreddare le miscele di cloro e soda che poi finisce nella laguna con grave inquinamento.
Il lato umano della vicenda, operai a rischio licenziamento (mi dispiace sinceramente), non toglie nulla alla gravità del disastro ambientale che provocano i residui di mercurio immessi in un ecosistema così fragile come quello lagunare, con poco o nulla di ricambio d'acqua.
Non è giusto arrivare ad estremi come il sequestro di un impianto per affrontare problemi che sono sul tappeto da decenni, però è giusto che sia ora di risolverli, non lavarsene le mani nascondendosi dietro i tempi biblici della burocrazia.
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1 commento:
La colpa e' dei proprietari dell'azienda, che per anni,consapevolmente,hanno infranto le leggi ben sapendo di inquinare.
Questa volta non bisogna accettare il ripetersi di quanto spesso e volentieri accade in Italia, ovvero cercare una soluzione usando compromessi, usando il "ricatto" dei "posti di lavoro" ...
In Italia sistono anche le aziende che rispettano le leggi e che non inquinano con questi veleni!
C'e' da chiedersi invece quali autorita' o quali enti NON siano intervenuti per fermare questa situazione che va' avanti da molti, troppi anni ...
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