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25 luglio, 2010

I Gradesi nella Prima Guerra Mondiale


Finalmente Bruno Scaramuzza ha pubblicato il suo libro.

Storia e storie di ragazzi gradesi sospesi e schiacciati senza saperlo tra due mondi in contrapposizione, da un lato il mondo austriaco che conoscevano e di cui facevano parte e dall'altro il mondo italiano che avanzava e pretendeva fedeltà per la logica della comune origine.

Ragazzi in guerra, sbattuti come in un frullatore in varie parti del mondo (qualcuno è finito in Russia, qualcuno in Cina e Giappone) inizialmente come soldati austriaci e rientrati in patria con la divisa italiana, considerati da un lato traditori (con tanto di registrazione sulla statino militare) e da un lato patrioti eroici.

Uomini semplici, figli di un mondo umile e piccolo, costretti loro malgrado a spaziare gli orizzonti e una volta tornati a casa, l'obbligo del silenzio, le loro storie non erano gradite al nascente fascismo italiano che si nutriva di certezze, di eroi non di contraddizioni storiche quali erano loro.

Ecco, Bruno Scaramuzza, con un lavoro di ricerca immane, ha creato questo data base di storie personali di nostri nonni (una di queste storie riguarda mio nonno che non l'ha mai raccontata ai figli) cogliendo "al critoleo" lo stridere di due mondi che collidevano uno quello vecchio austriaco che scompariva e quello giovane italiano che nasceva, la linea di frizione con tutti i guai che comportava era Grado e i suoi figli.

Bel libro da avere e conservare.
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3 commenti:

thor ha detto...

2 nonni deceduti in questa guerra sotto la bandiera Ausburica.Non facile per le nonne(che non ho mai conosciuto) tirare avanti, una con 4 bambine da 7-8 anni, l'altra con 8 tra maschi e femmine della stessa età.Quando ho chiesto qualche informazione alla mamma ho ricevuto risposte evasise , non ne voleva parlare.
thor

Ennio Pasta ha detto...

Bruno, sottolinea il fatto incredibile di uomini partiti in guerra sotto una bandiera e ritornati, i fortunati, sotto un'altra.
Sono partiti in 1300 e molti purtroppo non sono tornati.
Pensa che mio nonno è rientrato dopo 9 anni a casa.

Anonimo ha detto...

Molto interessante,scritto come un diario.Gente che è stata in Cina,che raccoglie episodi di guerra accaduti. Medaglie al valore,vendute forse per un bicchiere di vino.Certi racconti fatti in osteria non venivano creduti. Un grazie a Bruno Scaramuzza per la sua costanza e dedizione alla raccolta di dati e fati.