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05 gennaio, 2011

Befana a chi?


Befana sarà lei

Sul suo nome si sa anche tutto: si tratta della corruzione della parola epifania, termine greco che significa manifestazione: l’arrivo dei Re Magi con i doni per il Bambino.
L’epifania venne tramutata dalla dizione popolare in befania, da cui befana.
Chi sia la Befana nella nostra tradizione lo sanno anche i neonati: una vecchietta sdentata e dal naso adunco arredato da grossi porri, con le scarpe rotte, vestita di stracci e ha un fazzoletto nero in testa che le ricopre i capelli come stoppia.  
Vola di notte in cielo a cavallo di una scopa, atterra sui tetti, scende nelle case attraverso i camini per mettere dolci e doni nelle calze che i bambini speranzosi appendono vuote. Ai bimbi cattivi, non caramelle ma carbone.

La versione gradese della Befana sono le Varvuole che arrivano di notte tra lamenti e strida.
"cô garghe barca de i nostri pescäuri per curiositae se viçineva a la volta sova de ele. 'Le ha i dinti spuntìi e lunghi de rame, i cavili de fil de fero e vogi lustri e faliscusi de piera-bati-fogo, gambe de legno gropolose: 'le ze vistie de soto dute de stuora, co un capoto de reäto e co per butuni cortegae; brute che le fà spasemah 'nche i demuni."
ma non portano doni, anzi, se qualche bambino è lasciato solo viene trascinato via:

Sinchè proprio cô riva la sera de la Pifania, bisogna d'esseh a casa bonora e stah buni e pregah le sante orassion, co intanto fregah ben co l'agio i cagnassi e le seraure de le porte, açiò che no 'le vegna drento a tohve per portahve via a Comacio e cussà indola pe palui e deserti. Perchè queste zè aneme maligne fige de fade, condanae de 'ndah a vagando per duto 'l mondo, comò che 'l vien quà per le nostre marine.

Ad accumunare la Befana alle Varvuole sono i mezzi di trasporto che usano, una la scopa volante; le altre le lunghe barche di vetro, entrambi mezzi assolutamente ecologici.
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