Cerca nel blog

07 ottobre, 2011

Analogie


L' Associazione Liber@ si oppone alla lottizzazione della Valle Cavarera con la convinzione di essere nel giusto, a tale proposito mi è venuta in mente un fatto accaduto recentemente in Sardegna che presenta molte analogie con la nostra vicenda e aiuta a riflettere.

Il Caso di Ovidio Marras:

Si chiama Ovidio Marras ed è un pastore di 81 anni che si è visto abusivamente occupare dalla Sitas spa, potente società costruttrice di un resort enorme, una antica via di passaggio che collega la sua proprietà alla spiaggia e che lui usa per spostare il bestiame.

Marras non ha accettato di vendere e anzi ha fatto ricorso, ottenendo ragione in due tribunali.

La potentissima Sitas spa, dovrà demolire il rustico dell'hotel per ripristinare il diritto di possesso e passaggio dell'anziano e coraggioso allevatore teuladino difensore di quell'idea di equilibrio tra uomo e natura che è il contrario esatto della speculazione.

A Ovidio qualcuno ha ammazzato i cani, ma lui è ancora lì.

La sua vittoria stupisce chi non ha fiducia nella giustizia, non lui, che probabilmente non ha mai dubitato:

“Se avevo ragione, per forza dovevo vincere, anche se quelli hanno tanti soldi”

“Quelli” sono i padroni della Sitas (Gaetano Caltagirone, Luciano Benetton, Claudio Toti, il Monte dei Paschi di Siena),
“lui” è Ovidio Marras, un agricoltore sardo di 81 anni: gli avevano costruito un mega albergo sulla stradina che porta a casa sua, e il giudice ne ha ordinato l’abbattimento.

Hanno usato la metafora di Davide e Golia, ma si sa che i giornalisti hanno scrittura necessariamente svelta, inevitabilmente poco meditata:
tra Davide e Golia era la forza fisica a pesare sul pronostico, e usarla come metafora del peso del denaro in un contenzioso giudiziario equivale a dare per scontato che la sentenza sia il risultato di un duello tra avvocati, tutto muscolare.

Ovidio Marras non ha voluto darlo per scontato, probabilmente avrà pensato che quello era un luogo comune che si conferma nell’accettarlo come verità.

“Avevo ragione, per forza dovevo vincere”:
una fiducia nella giustizia che non ci dà risposte ma ci interroga.

Chinare il capo dinanzi al più forte? Fidare nel Giudizio Universale?
Soluzioni che hanno il fascino della tradizione, che è il luogo in cui l’individuo è debole e piccino: può solo consegnarsi mani e piedi a una Natura spietata coi deboli o a un Dio la cui giustizia non è di questo mondo.

È vita? Dipende da chi la vive.
E, dunque, che resta a chi non tollera di aver ragione e di doversi rassegnare a perdere?

Chiedete a Ovidio Marras.

La forza del denaro, la forza del numero, la legge del luogo comune che pretende di essere accettato in forza della verità che impone senza avere alcun bisogno di ragioni, tanto meno dimostrate: non sapranno consigliarvi di fidare in altro.

Non perdete tempo, chiedete a Ovidio Marras.
Share/Bookmark

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ovidio Marras è sardo non gradese. Vi sembra poco?

Ennio Pasta ha detto...

Amico no tu ha fiducia nei graisani, almeno de qui che tenta de rialsà la testa, perchè tu perdi tempo a lese e comentà robe che no te riguarda?