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12 marzo, 2012

Earth Overshoot Day


L'Earth Overshoot Day è il giorno dell'anno in cui le risorse complessive consumate dall'umanità superano le capacità del pianeta di produrre quelle risorse nell'anno stesso: si tratta, in altri termini, del momento in cui i bisogni umani eccedono la capacità rigenerativa dell'ecosistema naturale, e quindi l'uomo richiede più risorse e produce più rifiuti di quanto la biosfera possa rigenerare e assorbire.

Negli ultimi cinquant'anni il trend è chiaramente negativo: agli inizi degli anni Sessanta, in 12 mesi consumavamo tra il 60 e l'80% delle risorse che la Terra era in grado di assicurarci per un anno, mentre il 100% lo abbiamo superato una decina d'anni dopo.
Nel 2011 ne abbiamo consumato il 135%.

Dal 2001 ad oggi, il giorno dell' "overshoot" è arrivato sempre prima, in media di 72 ore: l'anno scorso, ad esempio, era il primo ottobre.

Cosa significa tutto ciò? Semplice: che abbiamo imboccato una strada non più percorribile: l'insostenibilità.

In buona sostanza, ciò significa che oggi la terra impiega un anno e mezzo per rigenerare quello che usiamo in un anno, ovvero che l'umanità, per approvvigionarsi delle risorse che consuma e per smaltire i rifiuti che produce, sta usando l'equivalente di un pianeta e mezzo.

Il problema, con ogni evidenza, è che di pianeta ne abbiamo uno solo, il che conduce a concludere che lo stiamo distruggendo.

E' gravissimo il fatto che l'annientamento del pianeta su cui viviamo non dipende da fattori esterni e incontrollabili, ma da noi stessi: da quello che mangiamo, da come ci spostiamo, dalle risorse che consumiamo.

Si può scegliere di fregarsene, ovviamente, contando sul fatto che quando il disastro sarà compiuto non ci saremo più, e a cuccarsi la faccenda saranno i nostri figli, o i figli dei nostri figli: ma quello che dovrebbe indurci a riflettere è la circostanza che probabilmente non si andrà molto oltre quel limite.

E che quindi potrebbero essere i nostri nipoti, vale a dire persone che ci auguriamo di conoscere e che ameremo, ad essere sommersi dall'ondata di merda.

Loro, non individui indefiniti collocati in un futuro ipotetico.
Persone vere, in carne ed ossa, con una faccia, una voce e un carattere che ci saranno familiari.
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