La manipolazione della personalità singola e collettiva oggi è una priorità della nostra Società dell' informazione, condita da un sano terrore degli altri, da curare con dosi potenti e ben pubblicizzate di bisogno di maggior sicurezza.
Il risultato è la spersonalizzazione, il conformismo più becero, la presunzione del sapere tutto e meglio.
Il Festival della personalità confusa, il trionfo dell'ignoranza e dell'incertezza.
Non è odio il mio, è amore.
Solo i peggiori nichilisti pensano che criticare e decostruire sia una forma d'odio.
Noi qui a Grado subiamo questo processo di spersonalizzazione, di società alterata condita da futuri improbabili, nonostante il fatto che viviamo come pesci rossi in una boccia di vetro con una memoria che dura tre secondi, il che ci consente di vivere chiusi, senza accorgersene, in quest'isola con due ponti che danno l'illusione di libertà, di potersene andare, ma che possono usare solo gli altri, gli estranei all' Isola, perchè pareti invisibili ma solide qui ci trattengono.
Parliamo solo di noi, delle nostre miserie, dei nostri illusori successi, convinti di essere il centro del mondo ma chiusi in un mondo di vetro che mostra l' esterno confuso, poco percepito.
Ma forse per Grado c'è una ricetta e, in fondo, ce la possiamo fare dopo aver smesso di essere:
i voltagabbana, gli ossequiapotenti, gli artisti dell’arrangiarsi, i procrastinatori, i pressapochisti, i tantocipensaluisti, gli ignoranti, i menefreghisti, i distinguisti, i nonvoglioesprimereunaposizionisti, i profittatori, i tantoiodipoliticanonmiinteressisti, gli apritori di dibattiti, i dimenticatori della propria storia, i revisionisti, i limatori di spigoli, i chiuditori di un occhio, i lei non sa chi sono io, i mediatori dell’immediabile, gli alzatori di spallucce, gli eternamente miopi, gli irrimediabilmente graisani.
Facile no?
Siamo un paese in ammollo in una palude.
E ci proviamo pure gusto.
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