Si è inaugurata venerdì 14 giugno nella sala GIT, presso l’ingresso principale della spiaggia in viale Dante a Grado, la mostra :
Réclame per Grado. 1892 - 1960.
Opuscoli, guide turistiche, depliants, cartoline pubblicitarie e manifesti; materiali rari e a volte rarissimi raccolti con pazienza esclusivamente presso fondi pubblici e collezionisti privati.
Grado, una località che ha nel mare la sua naturale vocazione.
Bagni di aria e di sole come terapia, poi di mare come villeggiatura. Poi come turismo di massa.
Le prime réclame presentavano Grado nella sua sottile silhouette: case che si stringevano intorno ad un campanile: paesaggio irreale, circonfuso di luce per chi arrivava dalla laguna.
Su questo dosso di sabbia bambini guarirono e il loro corpo risanato decretò la fama dell’Isola.
Arrivarono persone a godere dei benefici del suo mare, della sua aria, della sua sabbia: in pochi decenni Grado diventò la più bella spiaggia di sabbia della Monarchia.
La sua notorietà travalicò anche i confini dell’Impero: i manifesti, le brochure, le immagini la rappresentavano luogo di cura con lo stabilimento, con i suoi viali, villini residenziali, strutture di servizio e commerciali.
Si costruirono alberghi e, qualche fantasmagorico Grand Hotel.
Fu il momento dello stile Secession che caratterizzò l’ architettura, i riti e gli arredi determinandone la sua funzione, identità e immagine.
Seebad:Grado, il raffinato manifesto di Josef Maria Auchentaller identificò Grado in una stazione balneare di primo rango.
L’entusiasmo fin de siècle fu interrotto bruscamente dalla guerra che restituì all’Italia Grado.
Anche l’italiano medio scopriva i vantaggi della vacanza, premio alle fatiche di un anno, chi non poteva permettersi di avere una salubre abbronzatura mandava il figlio in colonia.
La propaganda della Azienda autonoma di cura di Grado, che si realizzava attraverso campagne inserzionistiche, promozionali in Italia e all’estero finanziate e sostenute dall’ENIT, brochure sottoposte al controllo del Regime, riuscì a far ritornare ospiti dai Paesi che già conoscevano Grado, ma soprattutto italiani.
Bellissime bagnanti erano le protagoniste dei manifesti che trasmettevano in chi le guardava il desiderio di adagiarsi sulla sabbia dorata di Grado, di immergersi nel suo mare, di correre con il proprio bambino, di inebriarsi del sapore del mare prima di un tuffo.
Poi il turismo di massa prese d’assalto la spiaggia di Grado, riducendo anche la vacanza ad una banalità, ad un mero divertimento, ma quei manifesti continuarono a trasmettere il loro messaggio:
Grado luogo a più dimensioni dove c’è spazio per altre “visioni” oltre al mare.
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