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19 giugno, 2013

Vigilio DeGrassi

Qualche personaggio importante Grado lo ha avuto e come al solito "Nemo propheta in patria" prontamente dimenticato è destino.
Vigilio Degrassi nasce nel 1889 e fin da ragazzo dimostra un grande interesse per la storia locale, si laurea in architettura ed in ingegneria, lavorando poi con il fratello Placido, ingegnere.

Ma è importante, per capire chi fosse Vigilio, sapere del legame fra i De Grassi, gli Scaramuzza e i Marchesini che permetterà loro di dominare la nostra cittadina per quasi un secolo. 

Il padre-Luigi de Grassi (1809-1890), seguendo le orme del padre Giovanni e dello zio Michiel, diventa Segretario comunale, mantenendo l’incarico per più di quarant’anni e meritandosi l’appellativo di Penna del diavolo. 
Anche il suo secondogenito Francesco (1853-1935) occuperà lo stesso posto del padre, per altri quaranta anni e si occuperà attivamente di politica nel Partito liberale, fondato a Grado nel 1896. 
Francesco si sposa con Matilde Marchesini, sorella dei tre podestà dell’isola, e in quei decenni che vanno dalla fine dell’800 al primo dopoguerra le decisioni politiche e amministrative si prendono a Villa Matilde, di sua proprietà, che perciò i gradesi chiamano scherzosamente “il Vaticano”. 
Francesco e Matilde hanno ben nove fra figli e figlie, due dei quali – Ugo e Giuseppe (padre di Aquilio) – saranno anch’essi Segretari del Comune di Grado.
Una figlia, Aquilina, sposerà il chirurgo Smareglia ed altri due figli lasceranno il segno nella storia di Grado: Vigilio e Placido.
Una famiglia di "comandauri", tutte le grandi decisioni passano per le loro teste, ma Vigilio è un sognatore un progettista di futuro e per lui il futuro era solo Grado.

Architetto, ingegnere, archeologo, geologo, urbanista, pittore e umanista. 

Vigilio De Grassi è stato tutto questo e forse anche di più, con il suo lavoro ha lasciato un segno decisivo nel tessuto urbano del nostro paese.La poliedricità è stata senz’altro la caratteristica saliente di Vigilio De Grassi, accompagnata da una formidabile intuizione, intesa come attitudine a capire prima e meglio di altri ciò che serviva a Grado in una fase importante del suo sviluppo urbano. 
Si può dire non ci sia stato un campo in cui non si sia cimentato, dando prova di una conoscenza a tutto tondo. 
Egli fu, ad esempio, il primo ad aver redatto una carta archeologica lagunare, impegnandosi meticolosamente in una ricerca in ambiente difficile per i mezzi dell'epoca. 
Si sa poco di questo suo lavoro, in quanto Vigilio era molto restio a fare sfoggio del suo sapere. 
Ciò che invece è molto chiaro è l’impronta che ha lasciato su ogni suo progetto, riassumibile nell’intenzione di rispettare il volto di Grado, che spesso era stata «deturpata da sovrastrutture barocche» --al dovarave veghe 'desso-.
Come ispettore archeologico onorario, supervisionò i lavori di ristrutturazione delle tre chiese cittadine, la Basilica di Sant’Eufemia, il Battistero romano e la Basilica di Santa Maria delle Grazie, riportandole alla loro antica nobiltà.
Vigilio De Grassi fu spesso impegnato nella progettazione di alberghi, simbolo di un centro che stava cominciando a puntare molto sullo sviluppo turistico, ad esempio l’hotel Metropole (1924) e l’hotel Adria. 
Progettò lo stabilimento idroterapico (1930), all’epoca fiore all’occhiello non solo in ambito regionale. 
Ciò che colpisce maggiormente di tutta la sua produzione è il filo logico che unisce tutti i suoi lavori e la sua unica capacità di realizzarli sulla carta addirittura prima che gli venissero commissionati. 
Ne sono un esempio i progetti dell’autorimessa Savoia (1934), del ponte Littorio (1936) e della linea ferroviaria fino a Belvedere (mai realizzata), tutti accomunati dall’idea di consentire ai turisti di recarsi a Grado sempre più numerosi. 
Fatto salvo però il volto originario della città che egli aveva a cuore e che si impegnò a salvaguardare. 
Non puntò allo sviluppo turistico ad ogni costo e fu molto attento a tutelare l’estetica della città e le esigenze dei suoi abitanti, volontà presenti nel piano regolatore, che De Grassi progettò dal 1920 al 1956.

Beh! un uomo simile nessuno lo ricorda, se non con modeste iniziative, quasi sempre "de foresti" 
bello ed esauriente il sito www.vigiliodegrassi.it  fatta da una  ragazza oramai graisana a tutti gli effetti  Paola Purga 
e la città non ha saputo dededicargli nulla se non questa modesta targhetta (vedi foto) sul fianco della Chiesa nel giardino del Battistero con le tombe romane da lui recuperate in mare che la circondano.

Update:  Un incontro mi ha chiarito il fatto che la targa in foto non è stata donata ad memoriam dalla nostra città ma bensì è stata posta, anche con qualche polemica, dal pittore Dino Facchinetti di sua iniziativa, un tanto è dovuto per giustizia, ma fa sprofondare ancor più agli inferi il livello di gratitudine dimostrato da noi gradesi nei confronti di Vigilio Degrassi.
Ci si augura che almeno il costruendo (ah,ah,ah!) Museo del Mare gli sia dedicato per l' impegno e l'amore dimostrato verso suo paese.
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1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho avuto l'onore di visitare il suo studio 30 anni fa e sono rimasta sbalordita
Ancora oggi penso a quello che ho visto!