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24 dicembre, 2015

Caro Natale

Caro Natale, 
tu che campi di lavoro stagionale, 
ascolta i nostri aneliti precari 
che in fondo è come fossimo tuoi pari.

Caro Babbo Natale, ho ripensato un po’ alla lettera che ti ho spedito, in particolare alla lista dei regali che vorrei ricevere, e insomma, anche mia sorella me l’ha detto, che può essere che ho esagerato, con tutta quella roba, sul serio, forse mi sono fatto prendere la mano, come si dice.

Allora facciamo così: se non hai già fatto tutto e sono ancora in tempo, vorrei togliere qualcosa dalla lista, se per te va bene. 

È anche più giusto verso gli altri bambini, può darsi. 

Togli anche la fame nel mondo, che poi dovrebbe essere tutta in Africa - così dicono - se riesci tutta l’Africa bene, sennò niente, perché se la togli solo in certe zone poi secondo me litigano e si fanno la guerra ed è peggio. 

E poi, quei bambini, anche molto piccoli, costretti a lavorare, sfruttati come schiavi, quelli aiutali tutti, se ce la fai, 
a parte quelli che devono farmi l’ iPhone che ti ho chiesto. 

Quelli li lasciamo per l’anno prossimo magari.
Grazie.

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2 commenti:

rm ha detto...

Beh, Ennio... con un post così possiamo mandare a casa sociologi, psicologi, analisti geopolitici, economisti, eserciti, chiudere diverse facoltà universitarie, psicologi dell'età evolutiva, antropologi, comunisti, anticomunisti, religioni (parer mio)... come dire? Esaustivo?

Ennio Pasta ha detto...

Per l' amor del cielo non è mia intenzione creare una schiera infinita di disoccupati