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07 marzo, 2017

Mauro Marocco


Mauro Marocco,  personaggio molto conosciuto dell’isola, ha lasciato in eredità a tutti noi un importante documento della sua città Grado.
 Le sue foto. 

Immagini scattate durante la lunga carriera di fotografo che rappresentano una testimonianza viva dell’evoluzione e dei personaggi dell’isola. 

Una vita di lavoro dedicata con perizia tecnica e artistica, generosità e passione per il suo paese, quella di Mauro Marocco, 

Fin da giovanissimo ha seguito le orme del padre Domenico ampliando, però, i suoi interessi divenendo un vero esperto in tutti i settori, di fotografia e cinema, luci e suoni.
Uno dei primissimi a votarsi al colore e  alla stampa in automatico, sempre pronto all' aggiornamento e all' evoluzione della professione di fotografo.

Ha collaborato per un grande numero di pubblicazioni d’arte e pubblicitarie di libri e riviste sia in Italia come all’estero.
È stato per lunghi anni fotografo ufficiale per la Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie del Friuli Venezia Giulia, per l’Azienda di Cura e Soggiorno di Grado e anche collaboratore del quotidiano Il Piccolo.

Nel 2001 ha ricevuto il premio “La spilla d’Oro di Grado” per la promozione fatta nell’arco di tanti anni (è stato, come il padre, anche il fotografo della spiaggia) durante i quali ha immortalato tanti personaggi fra i quali il poeta Biagio Marin che era stato il suo padrino nonché testimone delle nozze con la moglie Alba Marocco

Il rapporto con il Poeta Marin -suo santolo - era strettissimo e rinsaldato dalla totale amicizia di suo padre Domenico  e dalla continua frequentazione.

Mauro Marocco assieme alla adorata moglie Alba Marchetot   ha pubblicato una raccolta delle foto storiche di suo padre Domenico Marocco che sono una pietra miliare del ricordo e della testimonianza della nostra città.

A proposito di queste fotografie Il Poeta Biagio Marin, suo Santolo, in una lettera Diretta a Mauro si esprime così:

Silenziose navigavano le nostre barche con quelle vele nell’ invisibile vento che portavano gli uomini silenziosamente nelle lontananze; che erano sempre lontananze silenziose e nel contempo musicalmente ricche di parole e dirò di più, di canto.

Io sono quasi cieco e non riesco a veder bene queste fotografie; ma pure avverto che sono di un altro tempo, che rappresentano un altro mondo attraverso il quale anche io sono passato per cui la parola che per loro tramite ora mi dice tuo padre io la capisco con tutto me stesso.
Sono il mio mondo, sono in realtà la parola silenziosa della  mia poesia.





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