La storia di Grado è divisa in due parti una quella dell' antico Castrum (la città vecchia) e quella dell' ambiente lagunare dove si sopravvive solo con la pesca, un doppio microcosmo.
Tant' è, che parlata e tradizioni religiose sono spesso diverse.
Anche il dialetto gradese-lagunare risulta molto più duro di quello parlato nelle calli.
I pescatori lagunari avevano un sistema di simboli per contrassegnare gli oggetti loro appartenenti e non confonderli con altre famiglie.
In laguna, si viveva nel "cason", nato come rifugio e trasformato nel tempo in abitazione, che rappresenta l'adattamento dell'uomo all'ambiente, ultimo retaggio delle capanne del neolitico. Fatto con un'intelaiatura di legno, ricoperta di canna, che doveva essere "de fìumera", tagliata a mano, seccata ed annodata. Non aveva aperture verso nord, per difendersi dal freddo, una piccola finestra, una porta a sud. Se l'isola è abbastanza grande, se ne possono fare due o tre, utilizzandoli anche come magazzino per le reti. La pesca seguiva i ritmi delle stagioni e delle maree.
L'acqua si muove quattro volte al giorno, alta e bassa si alternano e sono collegate alle fasi lunari.La vita dei caoneri è sempre stata strettamente connessa alla vita ed ai tempi del pesce, cui era legata la loro sopravvivenza, ed in parte a quella della selvaggina.
Si trattava di una vita condotta per la maggior parte all'interno della famiglia, i contatti con il mondo esterno erano assai limitati e soltanto le grandi occasioni religiose, o faccende personali, richiamavano i pescatori di laguna a Grado
I pescatori di laguna avevano dunque un profondo rispetto per la natura che scandiva il tempo della loro vita, ma erano anche osservanti della religione per cui non mancavano mai i più importanti appuntamenti della vita della Chiesa, mentre potevano trascurare altre feste profane.
i pescatori e il nuovo sindaco
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