Co' gero a Gravo he fato 'l giro guidao del centro storico como' un turista e la guida l'ha m'ha mostrao i simbuli dei evangelisti su l'ambon, 'ndola se veghe che 'l leon al mostra la lengua, no lo vevo mai notao, vara tu!
Così inizia una mail di Luciano Cicogna che da Johannesburg mi segnala questa anomalia dell'evangelista Marco sull'ambone romanico-gotico del Duomo di Grado.
Dall'ambone il celebrante leggeva il Vangelo, pensate a Marco che mostra la lingua ai fedeli per secoli, forte!
Il culto di San Marco, parlando di cose serie, in terra veneta è nato, con molta probabilità, proprio a Grado e qui, ben prima che a Venezia, acquistò quel significato di libertà politica e religiosa che poi contrassegnò per quasi mille anni la forza interiore della Repubblica Veneta.
Fu nel Castrum Gradese, che iniziò la ribellione
contro le intromissioni imperiali e l'ambiguità papale di Roma, qui i vescovi aquileiesi profughi della devastata metropoli forti dei rapporti con la Chiesa Alessandrina gettarono i primi semi di una secolare autonomia arroccata attorno al nome di S.Marco.
Una prova per tutte Eraclio donò a Venezia la cattedra di S.Marco è la certezza che già nel VII secolo il culto marciano aveva a Grado un posto di primo piano.
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