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15 novembre, 2023

suocere

 

Nel nostro magico mondo  agiscono frange agguerritissime di correttori delle vite altrui e delle parole altrui: che neanche mezzo secondo dopo che uno ha detto, fatto o semplicemente pensato una cosa, gli fanno una lavata di capo, dovevi dire così e non cosà, dovevi fare questo e non quello.

È una specie di coro di suocere in servizio permanente.


Non volevo tornarci sopra e scriverci, ma l’ episodio del furto di mitili enfatizzato ieri come fatto gravissimo dal nostro Piccolo delle libertà ha bisogno di essere ricondotto nell’ alveo della ragione.


Il fatto in se ovviamente resta grave, rubare poco o tanto non cambia la sostanza, ma in questo caso il contesto è veramente diverso.


Il valore della merce rubata in primis.

Ammettendo che siano stati 300 kg di pedoci, (era seme in effetti non cozza adulta)  il danno, il valore di mercato all’ ingrosso è di massimo 50 cents al kg, fa 150 euro totali.

Poi, nessun estraneo può sapere quali siano i rapporti tra i due produttori (sono di profonda antipatia che sconfina con l’ odio) che può portare quando “lo go becà” a fare denuncia per furto, l’ incredibile (per chi va per mare sempre lo sa) coincidenza che in quel preciso momento passasse nei pressi una motovedetta della polizia, che allertata, ha colto sul fatto i “banditi gradesi”.


L’ occasione per il Piccolo di dire “ li go becà” a noi tutti gradesi; la ghiotta occasione di mostrare a tutti il nostro lato atavico di pirati e descrivere guerre che immaginano solo nella loro testolina.


Ne scrivo poi anche per tranquillizzare i tanti che mi hanno chiesto e scritto se ne so qualcosa, intendendo evidentemente qualcos’altro.


No! la cosa non mi riguarda, ne la nostra società ha subito danni, anzi se la devo dire tutta proprio quei due ragazzi ci hanno dato una mano in questi mesi (abbiamo la barca in cantiere per grosse modifiche che hanno portato via molto tempo) a finire le lavorazioni invernali sulle file e non hanno voluto nessun compenso per averlo fatto.



So che la cosa non si esaurirà con facilità, ma non c’è nessuna guerra in corso e tra colleghi (vista la labilità dei confini in mare) ci rispettiamo con grande attenzione, se poi qualche brutto episodio accade, ebbene succede nelle migliori famiglie, ma facciamo presto a metterci una pietra sopra e riprendiamo il lavoro in serenità, ce n’è bisogno!


Nel nostro magico mondo  agiscono frange agguerritissime di correttori delle vite altrui e delle parole altrui: che neanche mezzo secondo dopo che uno ha detto, fatto o semplicemente pensato una cosa, gli fanno una lavata di capo, dovevi dire così e non cosà, dovevi fare questo e non quello.

È una specie di coro di suocere in servizio permanente.


Non volevo tornarci sopra e scriverci, ma l’ episodio del furto di mitili enfatizzato ieri come fatto gravissimo dal nostro Piccolo delle libertà ha bisogno di essere ricondotto nell’ alveo della ragione.


Il fatto in se ovviamente resta grave, rubare poco o tanto non cambia la sostanza, ma in questo caso il contesto è veramente diverso.


Il valore della merce rubata in primis.

Ammettendo che siano stati 300 kg di pedoci, (era seme in effetti non cozza adulta)  il danno, il valore di mercato all’ ingrosso è di massimo 50 cents al kg, fa 150 euro totali.

Poi, nessun estraneo può sapere quali siano i rapporti tra i due produttori (sono di profonda antipatia che sconfina con l’ odio) che può portare quando “lo go becà” a fare denuncia per furto, l’ incredibile (per chi va per mare sempre lo sa) coincidenza che in quel preciso momento passasse nei pressi una motovedetta della polizia, che allertata, ha colto sul fatto i “banditi gradesi”.


L’ occasione per il Piccolo di dire “ li go becà” a noi tutti gradesi; la ghiotta occasione di mostrare a tutti il nostro lato atavico di pirati e descrivere guerre che immaginano solo nella loro testolina.


Ne scrivo poi anche per tranquillizzare i tanti che mi hanno chiesto e scritto se ne so qualcosa, intendendo evidentemente qualcos’altro.


No! la cosa non mi riguarda, ne la nostra società ha subito danni, anzi se la devo dire tutta proprio quei due ragazzi ci hanno dato una mano in questi mesi (abbiamo la barca in cantiere per grosse modifiche che hanno portato via molto tempo) a finire le lavorazioni invernali sulle file e non hanno voluto nessun compenso per averlo fatto.



So che la cosa non si esaurirà con facilità, ma non c’è nessuna guerra in corso e tra colleghi (vista la labilità dei confini in mare) ci rispettiamo con grande attenzione, se poi qualche brutto episodio accade, ebbene succede nelle migliori famiglie, ma facciamo presto a metterci una pietra sopra e riprendiamo il lavoro in serenità, ce n’è bisogno!

Nel nostro magico mondo  agiscono frange agguerritissime di correttori delle vite altrui e delle parole altrui: che neanche mezzo secondo dopo che uno ha detto, fatto o semplicemente pensato una cosa, gli fanno una lavata di capo, dovevi dire così e non cosà, dovevi fare questo e non quello.

È una specie di coro di suocere in servizio permanente.


Non volevo tornarci sopra e scriverci, ma l’ episodio del furto di mitili enfatizzato ieri come fatto gravissimo dal nostro Piccolo delle libertà ha bisogno di essere ricondotto nell’ alveo della ragione.


Il fatto in se ovviamente resta grave, rubare poco o tanto non cambia la sostanza, ma in questo caso il contesto è veramente diverso.


Il valore della merce rubata in primis.

Ammettendo che siano stati 300 kg di pedoci, (era seme in effetti non cozza adulta)  il danno, il valore di mercato all’ ingrosso è di massimo 50 cents al kg, fa 150 euro totali.

Poi, nessun estraneo può sapere quali siano i rapporti tra i due produttori (sono di profonda antipatia che sconfina con l’ odio) che può portare quando “lo go becà” a fare denuncia per furto, l’ incredibile (per chi va per mare sempre lo sa) coincidenza che in quel preciso momento passasse nei pressi una motovedetta della polizia, che allertata, ha colto sul fatto i “banditi gradesi”.


L’ occasione per il Piccolo di dire “ li go becà” a noi tutti gradesi; la ghiotta occasione di mostrare a tutti il nostro lato atavico di pirati e descrivere guerre che immaginano solo nella loro testolina.


Ne scrivo poi anche per tranquillizzare i tanti che mi hanno chiesto e scritto se ne so qualcosa, intendendo evidentemente qualcos’altro.


No! la cosa non mi riguarda, ne la nostra società ha subito danni, anzi se la devo dire tutta proprio quei due ragazzi ci hanno dato una mano in questi mesi (abbiamo la barca in cantiere per grosse modifiche che hanno portato via molto tempo) a finire le lavorazioni invernali sulle file e non hanno voluto nessun compenso per averlo fatto.



So che la cosa non si esaurirà con facilità, ma non c’è nessuna guerra in corso e tra colleghi (vista la labilità dei confini in mare) ci rispettiamo con grande attenzione, se poi qualche brutto episodio accade, ebbene succede nelle migliori famiglie, ma facciamo presto a metterci una pietra sopra e riprendiamo il lavoro in serenità, ce n’è bisogno!


Nel nostro magico mondo  agiscono frange agguerritissime di correttori delle vite altrui e delle parole altrui: che neanche mezzo secondo dopo che uno ha detto, fatto o semplicemente pensato una cosa, gli fanno una lavata di capo, dovevi dire così e non cosà, dovevi fare questo e non quello.

È una specie di coro di suocere in servizio permanente.


Non volevo tornarci sopra e scriverci, ma l’ episodio del furto di mitili enfatizzato ieri come fatto gravissimo dal nostro Piccolo delle libertà ha bisogno di essere ricondotto nell’ alveo della ragione.


Il fatto in se ovviamente resta grave, rubare poco o tanto non cambia la sostanza, ma in questo caso il contesto è veramente diverso.


Il valore della merce rubata in primis.

Ammettendo che siano stati 300 kg di pedoci, (era seme in effetti non cozza adulta)  il danno, il valore di mercato all’ ingrosso è di massimo 50 cents al kg, fa 150 euro totali.

Poi, nessun estraneo può sapere quali siano i rapporti tra i due produttori (sono di profonda antipatia che sconfina con l’ odio) che può portare quando “lo go becà” a fare denuncia per furto, l’ incredibile (per chi va per mare sempre lo sa) coincidenza che in quel preciso momento passasse nei pressi una motovedetta della polizia, che allertata, ha colto sul fatto i “banditi gradesi”.


L’ occasione per il Piccolo di dire “ li go becà” a noi tutti gradesi; la ghiotta occasione di mostrare a tutti il nostro lato atavico di pirati e descrivere guerre che immaginano solo nella loro testolina.


Ne scrivo poi anche per tranquillizzare i tanti che mi hanno chiesto e scritto se ne so qualcosa, intendendo evidentemente qualcos’altro.


No! la cosa non mi riguarda, ne la nostra società ha subito danni, anzi se la devo dire tutta proprio quei due ragazzi ci hanno dato una mano in questi mesi (abbiamo la barca in cantiere per grosse modifiche che hanno portato via molto tempo) a finire le lavorazioni invernali sulle file e non hanno voluto nessun compenso per averlo fatto.



So che la cosa non si esaurirà con facilità, ma non c’è nessuna guerra in corso e tra colleghi (vista la labilità dei confini in mare) ci rispettiamo con grande attenzione, se poi qualche brutto episodio accade, ebbene succede nelle migliori famiglie, ma facciamo presto a metterci una pietra sopra e riprendiamo il lavoro in serenità, ce n’è bisogno!



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