Cerca nel blog

19 novembre, 2009

I fantasmi gradesi



Da studi demografici attendibili risulta che entro il 2050 i gradesi autoctoni scompariranno del tutto o comunque diventeranno numericamente inferiori ai "foresti".

Già ora il dialetto è in completa defaillance (termine derivato dagli occupanti francesi) e parlato interlacciato con termini in lingua o addirittura inglesi (a ricordo del rogo del Comun) e destinato a corrompersi sempre più visto che le mamme pretendono la parlata in lingua dai loro pargoletti.

Qualcuno tenta ancora di difenderlo o perlomeno ricordarlo ma è sempre più complicato per le interferenze triestine e friulane nella parlata comune.

Fatto sta che, dopo la migrazione forzata di quasi 1000 nostri concittadini verso i comuni limitrofi causa i prezzi impraticabili degli immobili a Grado, l' età media si è alzata di colpo e quelli che possono dire "nato a Grado" ormai sono ben pochi.

Finirà che Grado antica e anche la storia della nostra infanzia saranno oggetto di studi di antropologia (a proposito ho collaborato con una ragazza veneziana che ha fatto una tesi di laurea sull'antropologia gradese) e di etnologia che faranno ricostruzioni ardite e fantasiose sulla vita sociale e culturale degli abitanti di questo lembo de "sabion" strappato al mare e abitato all'epoca da protoveneti romanizzati.

Diventeremo fantasmi, ricordi, memorie; a questo punto sarebbe bene, seguendo l'idea in corso a Venezia raccogliere il DNA dei pochi rimasti per eventualmente clonarli in futuro.
Share/Bookmark

5 commenti:

Alien ha detto...

...mi par di capire che oltre a diventare numericamente inferiori ai foresti, ne diventeremo pure soggetti ... la rigola de'l timon la xe za' mesa in man de ili...

Anonimo ha detto...

semplice evoluzione della specie

Anonimo ha detto...

Purtroppo caro Alien, ili no i sà nianche che che zè la rigola, che che zè la forcola e pezo 'ncora che che zè un remo, no i podarà mai capì che che zè per noltri 'ndà a torsio pel paluo, no zè solo stà in mezo al NOSTRO lio, ma zè ricatà e riciamà antighi suni, sintì al mar che'l ragia o al canto de 'nà cana che la se cuna co' la bavisela o al sbatoceo de un mazurin spazemao....no i podarà mai capì la passion che vemo a veghe l'anzolo sofegao dal cimento o le cube lasse 'bandonae de duti quii ciapi de fantulini che i zugheva a canditi....no i pol capì....e no zè colpa sova!!! :-(

Anonimo ha detto...

Scuzeme me desmentego senpre de firmà...(l'intervento precedente)

Teti

Anonimo ha detto...

Sono tanto abituato a parlare italiano che no podi far de manco.

Evoluzione del dialetto gradese.

Ciao Thor