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30 giugno, 2010

Lunario di Luglio


Per il Lunario di luglio userò una poesia che Stefano Dovier (Teti) mi aveva inviato come commento ad un mio post di tempo fa e che fotografa la situazione attuale del nostro paese dove si usa uno strano slang misto di parole straniere italiane e dialettali.

Io la considero come un grido di dolore:

DIALETO STRACO

Zè bava de ponente
int’ un dialeto straco,
no più parole in ciapo
'ntel cuor de la gno zente.

Ormai al se spanpàna
e lento pian al cage,
rapìo de la dosana
al tenpo lo fà tase.

La pena più no scrive
la vita de palù,
indola al zè cressùo
indola nol zè più.

Gargun lo canta 'ncora,
parole 'ndae lontane,
che ormai più no le sbòla
insima a quele cane.

Teti
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29 giugno, 2010

Cartellonistica Stradale









Nuove Mappe Stradali personalizzate!
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28 giugno, 2010

La Centenara


Ai margini del territorio gradese di terra tra Belvedere e Boscat c'era un tempo una grande valle circondata da una grande pineta condotta e vegliata da un Gradenigo del ramo povero dei grandi Dogi di Venezia, pescatore e marinaio delle navi della Repubblica Veneta, ferito in battaglia e premiato dalla Serenissima con un lavoro di tutto riposo e una casa in un feudo marginale:
La Centenara


"Dove il feudo della Centenara affoga nella Palude, un ponte di tavola metteva al casone del guardiano delle peschiere. Faceva quel tugurio posticcio da sentinella, incrostato di conchiglie e circondato da gusci vuoti, guardava la campagna di Aquileia con le nebbie spesse, le sue febbri, i fieni che sul terreno molle crescevano alti come biade"

Così descrive il Caprin la situazione del vecchio soldato e pescatore gradese a guardia di una terra contestata e ceduta ai signori della guerra friulani.

Prima territorio gradese, contestato e ceduto al Patriarca Aquileiese, conquistato dai veneziani ma ceduto ai Savorgnan per premiarli dell'apporto alle guerre della Repubblica, venne da questi ceduto dopo cinque secoli ai Colloredo di Montalbano.

Ci sono varie ipotesi sull'origine del nome:
per alcuni storici deriva dai "centonari" i sarti militari romani che fabbricavano vele e corde per navi, per altri i "Centonarium" erano soldati disboscatori perchè al tempo la Centenara era ricca di alberi che formavano una grande pineta.

Per capire bene qual'e la collocazione geografica della Centenara, oggi è la zona del Campeggio di Belvedere.
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27 giugno, 2010

Seragia



In questa giornata di festa dedicata alla regata "La Graisana" oltre alle vele che saranno il piatto forte della manifestazione ho visto la gara delle batele organizzata da "Grado Voga" e il mio pensiero è volato all' indietro nel tempo quando la "regata" era organizzata per scegliere i posti migliori della laguna per la posa delle "seragie".

Con il tempo è finita l'epoca della "regate" e sono passati al meno impegnativo e più fortunoso sistema del "toco"

I pescatori si riunivano in un casone il sabato al levar del sole, comandava il più vecchio. Tutti insieme, come nel gioco de la morra, esprimevano con la mano i punti de la conta.
Si cominciava a contare dal più vecchio, il fortunato vincitore sceglieva la zona per la seragia che riteneva migliore e così via sino ad assegnarle tutte.
Una curiosità potevano partecipare solo i maschi alla gara del "toco" anche se non adulti.

Il palo di riconoscimento era detto "cana ingrissolagia" e indicava il capofamiglia vincente per il primo turno di calo della "seragia", diritto che durava un solo giorno poi via via a turno potevano calare gli altri secondo una scaletta stabilita il giorno del "toco".

La spiritualità del primo calo era sottolineata dalla frase che il capofamiglia gridava conficcando il primo palo della "seragia":
"fica via in nome de Dio"


Le zone delle seragie avevano nomi arcaici, ora dimenticati, e fanno la fila come in un rosario:
fratarin, la montà. la mantela, le spisse, la culassa de canal, la spiasa de l'albero, la velma, canaleto, la palona, l'oro del canaleto, l'isola longa, la ponta del tratagno, al sibaro, la tragio, le cree, al dosso, al balo de le ostreghe, la caseta, la velma de fora, al balo dei corcali, le pierisele, l'oro longo, le oche, i sibuli, l'oro de le vache, la bacia, la sabionera, al balo del campanil, al siego, la granchiusa, la velma dei cani, al tron, la ponta de la silisa, la chiusa mata, al batocio, i bareli....

Ovviamente tutto questo non c'è più la pesca in laguna non si pratica più in maniera intensiva e tutto scade a ricordo del passato con un velo di malinconia che si stende .
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25 giugno, 2010

Orizzonti


Alle volte il mio modo di essere pescatore, o meglio allevatore, può essere involontariamente invasivo, ma il mare per me non è solo un'orizzonte, un'alba o un tramonto, il mio mare è casa, è modo di vita è quello che sento, vedo e sono.

Il mare è una vicenda dolorosa e felice al contempo, è vita complessa da capire e utilizzare per viverci senza compromessi, nel contempo la vita in mare ha regole semplici ma ti chiede la tua anima in toto.

Insomma le mie parole quando parlo del mare sono solo un ringraziamento.

dito no per 'talian : my last words will be "tank you"
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24 giugno, 2010

Ostriche



Dopo 2 anni di cure e attenzioni ho ricavato le prime ostriche piatte (ostrea edulis) dai raccoglitori che ho seminato in Golfo di Trieste.






Nelle foto le ostriche messe a dimora in contenitori in rete detti "cappelli cinesi".
Adesso con l'avanzare della stagione estiva le immergerò in acque più profonde per evitare bruschi innalzamenti della temperatura marina nelle acque superficiali, che possono provocare stress.

Che figata!
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22 giugno, 2010

Stato di Salute






Preoccupato della stato di salute della mia Grado, ho fatto eseguire una radiografia alla modella del cartellone pubblicitario storico.















Ecco il risultato!
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21 giugno, 2010

il Para-Guru



Situazione fluida a Grado, i primi sondaggi fra le cube segnalano una folla di candidati tutti pesantemente dotati di squadracce di fedelissimi pronti a tutto pur di avere un posto al sole del Palazzo Municipale.

Qualcuno ha anche parlato della presenza di un guru della politica che imposterà la campagna elettorale di uno dei papabili adottando i metodi degli spin-doctor americani, presentando le scelte di un partito politico e del suo candidato ideale sotto una luce favorevole a costo di modificare la realtà dei fatti creando pseudo eventi per attirare l'attenzione dell'elettorato. Lo solleciterà, cioè, su temi marginali ma di grande effetto per creare fidelizzazione, stimolando il grado di soddisfazione dell'elettore per ottenere in cambio un alto grado di fedeltà dello stesso.

Questo Guru, deve instaurare un rapporto di intimità profondo tra il candidato e l'elettore, rafforzando il grado di dipendenza per quando riguarda la conoscenza e la comprensione delle cose politiche del nostro paese.

Se è così, sto qua più che un Guru me par un Para-Guru.
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20 giugno, 2010

La ranocchia

Una piccola storia che riguarda tutti e deve far meditare su quello che ci sta succedendo.

Grazie a Stefano Caressa che me l'ha mandata:


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19 giugno, 2010

La Lista Noè (No hé)


I primi vagiti di liste elettorali, per le elezioni di primavera mi portano a tendere le orecchie, giusto per farmi un'idea di chi saranno i prossimi Comandauri a Grado.

Oltre alle classiche: pdl pd e alla Lega ricomissariata idv e vari acronimi incomprensibili, quello che frulla tra le cube sono nomi di Liste Civiche sempre più numerose e in via di composizione e compattamento, una di queste mi ha colpito per la singolarità del nome e del simbolo:

La Lista Noè (già rinominata no he) con simbolo "El Barco" disossato del nostro artista Dino Facchinetti del 1999(in foto).

La Lista non ha traccia di un programma, non ha voglia di impegnarsi ferocemente per la difesa del paese, non ha moralità particolare da difendere, l'etica e il rispetto reciproco sono cose che: si va ben per ciacolà ma se ocore se fa diverso, non vorrebbe impegnarsi per tutto l'anno ma solo per la preparazione e la gestione della stagione estiva, dopo i membri eventualmente eletti sono reperibili a Santo Domingo, residenti e non sono graditi, fuoriusciti e non da altri partiti se dotati (anche a ciacole) di congruo numero di voti sicuri sono accettati con abbracci calorosi.
Non c'è, per ora, il personaggio di riferimento ma sottovoce qualcuno dice che si chiami:
graisan de nome e de fato (deve essere un nobile).

In Boca al lupo a duti mamuli!
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17 giugno, 2010

Paluo de Gravo


Scartabellando tra le mie cose, mi è capitata in mano una poesia di Giovanni Marchesan (Stiata) che descrive con grande ritmo poetico la nostra Laguna semplicemente usando i nomi di isole, mote e luoghi ormai per lo più sconosciuti.

PALUO

Paluo, Paluo de Gravo
Sensa de tu che faravo.
...
Ponta de La Silisa
Ara de l'Ordolagranda
Isola dei Luvi
Canal Biero
Fondao de le Oche
Marina de le Ghire
Promero.
Velme dei cani
Canal de l' Omomorto
Paluo de la Carogna
Fosso dei Frati
Isola dei Orbi
Vao dei Barelati.
..
La Cava de la Buora
Dosso del Fogon
Vao Desora
Ponta del Dron
Rio de l' Acqua granda
Fondao de la Moronda
Rio Gorgona, a le Cree.
Balo de la Toronda
Canal de le Mee
Isola de le Elbe
Paluo del Bosco
Tapo della Fighera
Foldao de l' Olmo
Rio Volpera
Marina dei Manzi
Ara dei Sabionanti
Canal de Frà Simon
Balo de la Nassa
Fondao Nassion.

Paluo, Paluo de Gravo
Sensa de tu che faravo.

Tapo Rabante
Rio Bueo
Velma Persa
Arzine Luseo
Rio dei Gui
Le Mole
Gorgo
Averto
Morgo
Banco Dorio
Canal Levoso
A Le cave
In Baroso
Le Borae
Rio de l' Arastorta
Canal de la Traghita
Banco dei Tratauri
Ponta del Tremolo
Baro de le Rane
Ara del Bronbolo
Ponta de Barbacale.
Canal de la Crose
Ara del Mulin
Dossi de l'Oro
Balo del Campanil.
..
Paluo, Paluo de Gravo
Sensa de tu che faravo.
..
Canal de San Giovani
Barbana e San Zulian
Centenara e Vilanova
Ponta del Pian
Piere de San Gotardo
Anfora, Noghera
Le Domine, San Marco
San Vito, Panera
Puo.. Sant' Andrea e Montaron
San Grisogono, San Piero
San Zenon

Paluo, Paluo de Gravo
Sensa de tu che faravo.


Un lavoro che mi riprometto di fare è quello di cercare di posizionare tutti i siti menzionati nella poesia in una carta Lagunare da dedicare a tutti i graisani e non che amano questo nostro angolo di Paradiso, per fare un percorso ideale a ritroso nel tempo immaginando pescatori, casoneri e graisani de un tempo che fu!
Io penso che avrò un gran bisogno di collaborazione quindi fate mente locale e individuate i siti che conoscete e scrivetemi posizionandoli sulla mappa.
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16 giugno, 2010

Villa Savorgnan


La Villa Savorgnan Fior Pasi è posta al centro dell'abitato di Belvedere, che le si è sviluppato attorno, fu costruita nel Seicento ed è evidente la forte vocazione rurale del borgo.

Rifatta più volte nel corso dei secoli le sue forme attuali sono quelle ottocentesche.

La famiglia Savorgnan, nobili friulani fedeli al Patriarca prima e alla Repubblica Veneta poi, aveva costruito la sua roccaforte sulla Centenara presso Belvedere, borgo della pieve di Fiumicello.
La famiglia qui si rifugiò durante la guerra con gli ungheresi data la possibilità di raggiungere Grado via mare.

Da qui inizia l'alleanza dei Savorgnan con i dogali e la conquista della piccola patria del Friuli da parte della Serenissima.

La villa è molto austera ed essenziale e sembra faccia la guardia alla Laguna direttamente alle sue spalle.
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15 giugno, 2010

Mamuli de Corte


Tullio Dovier, mi manda questa bella foto che stima sia del 1955 per identificare i personaggi ritratti.
Datevi da fare.

(Tullio è il primo a destra della fila)
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14 giugno, 2010

La Sommossa


Nella storia di Grado il popolo si è ribellato diverse volte in modo anche violento contro l'Autorità costituita ma c'è un caso successo nel 1895 che assomiglia molto a quello che è successo recentemente in paese.

La motivazione di partenza era futile, si trattava di stabilire di che dimensione dovessero essere i festeggiamenti per il ritorno in paese di un fraticello gradese don Benigno Tognon.

Per tradizione il Comune si assumeva l'onere di di patrocinare la festa in onore dei figli dell'isola assurti al sacerdozio e la festa fu organizzata secondo tradizione.

Ma la categoria dei pescatori, probabilmente spinta dagli oppositori politici del Podestà Giovanni Corbatto, ritenne che non si fosse fatto il necessario accusando il Podestà e il Parroco Mons. Rodaro di scarsa considerazione per il frate in quanto figlio di poveri pescatori e organizzò una ulteriore festa che coinvolgeva tutto il paese.

Sotto le pressioni del Podestà i superiori richiamarono il povero Don Benigno in convento prima della festa programmata e si scatenò il finimondo.

Rabbiosa la gente si scagliò contro la caserma della Guardia di Finanza abbattendola quasi, non contenti danneggiarono il Municipio e l'abitazione di don Rodaro.

Da notare il coraggioso atteggiamento del Podestà scappato a Monfalcone a casa dei suoceri e di don Rodaro rifugiatosi a Ronchi.

La stampa locale nel riassumere la vicenda sottolineò il fatto politico che mostrava un Podestà debole e troppo manovrato da Don Rodaro, gli avversari politici chiesero immediate dimissioni della Giunta Comunale che aveva spinto all'esasperazione la gente provocando la sommossa.

Ovviamente chi pagò il conto della sommossa furono pochi poveri pescatori che più degli altri si fecero notare nelle devastazioni degli edifici pubblici.

Ritornata la calma grazie alle guardie austriache intervenute, i nostri vigili nel trambusto furono notati in osteria a bersi una birra, le Autorità/coniglio ritornarono in montura a Grado.

...e tutto tornò come prima e come adesso!!!
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13 giugno, 2010

Samantha-Lo spam


Ho ricevuto questa mail di Samantha, finita come tante nella cartella dello spam.
In genere cestino senza leggere queste cose, ma stavolta il titolo (95-60-90) mi ha incuriosito e mi son messo a leggere la mail, eccola:

"Ciao,
Samantha è il mio nome e ho diciannove anni (vedi la mia foto). Io vivo a Praga, una città bella e piena di libidine, ma anche così povera. Scusa se il mio italiano non è perfetto, ho iniziato a imparare di recente. Se per caso sbaglio qualche parola, per favore, leccami.
Durante il comunismo io e la famiglia siamo vissuti comodamente.
Ora tutto è diverso. Il capitalismo ha fatto buone cose, il libertino mercato e una certa lussuria, ma anche tanta ingiustizia. I miei genitori hanno perso il lavoro e io e la famiglia siamo caduti in disgrazia. Non ti descrivo le pene in cui viviamo, enormi e turgide pene.
Io ho trovato lavoro alla Durex, faccio la collaudatrice a cottimo, ma il poco denaro che guadagno è a malapena sufficiente per la cura medica. Devi sapere che soffro di una forma molto non scherzosa di ipertrofia al petto e il mio corpo sottile rende molto difficile trasportare queste enormi e sode mammelle. Periodicamente si gonfiano di latte e, se non trovo qualcuno disposto a succhiare, inizio a straripare e spruzzare in tutto il mondo e rischio lo svenimento in preda a spasmi, se qualcuno non aiuta i miei poveri capezzoli.
Ti allego alcune foto di me. Come puoi vedere non ho i soldi per comprare vestiti e sono costretta a stare tutto il giorno seminuda coperta da verdure. Non è una vita semplice e veramente non so più dove sbattere il clitoride. Scusa se non sono molto brava a esprimere me stessa, ma immagino che tu sei abbastanza superdotato per capire.
L’altro giorno, per combattere il freddo, mia sorella Annah si è cosparsa tutto il corpo di gelato alla crema, ma il gelato è tanto freddo (purtroppo non abbiamo nemmeno i soldi per studiare termodinamica) e così io ho dovuto leccare. Tremava tutta, poverina! Tu al calduccio nella comoda casa italiana non sai nemmeno immaginare i posti dove riesce a infilarsi il gelato. È stato un lavoro lungo, ma alla fine sono riuscita a leccare tutto. Avresti dovuto vederla, quanta compassione faceva, tutta sgocciolante di saliva coi capezzoli appuntiti per il freddo.
Per questo ti chiedo di aiutarci e inviarci un paio di euro. Non importa una grande somma, quello che hai in banca va benissimo.
Un bacio grande grande con le mie grandi labbra.
Samantha.


Dovrò rivedere il mio atteggiamento verso lo spam e leggere più spesso lettere del genere e controllare se hanno l'indirizzo fisico oltre che quello virtuale.
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12 giugno, 2010

Grado-Le sue Cube nel 1950




Passeggiata nel passato tra i vicoli di Grado.
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10 giugno, 2010

Felicità di nonno


Attimi intensissimi di pura felicità, la recita di fine anno dell'asilo di mia nipote.

Circondato da papà, mamme, nonni e nonne, qualche nonno bis, un mare festante e felice con negli occhi ognuno il proprio bimbo.

Impegnato in un piazzale assolato e cocente con il sudore che ti cala sugli occhi e ti disturba mentre tu occupato con telecamera o macchina fotografica devi assolutamente immortalare i canti, le dimostrazioni di bravura in inglese (sono eccezionali questi bimbi), le danze e le evoluzioni sportive del tuo bimbo.

Non te ne frega niente di crisi comunale, di crisi generale, di difficoltà di vario genere ormai comuni a tutti i mortali, sei felice con il tuo bambino che chiude il suo primo ciclo comune, l'asilo, il primo scalino di un percorso che diventerà via via più difficile ma ora è solo la fine di un gioco che ti coinvolge e ti rende felice.

Non so se qualche maestra d'asilo leggerà queste righe, ma comunque le ho scritte per ringraziarle per il loro lavoro.

Grazie a tutte.
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09 giugno, 2010

Storia di Pesca 2- La tartana e la Paranza









A completamento e per maggior comprensione del post precedente pubblico 1 disegno di una "Paranza" che pesca a strascico con la tartana:
si può vedere che il peschereccio lavora al traverso e sfrutta un impianto velico enorme con "sponteri" lunghissimi per utilizzare tutta la forza del vento ed ottimizzare lo sforzo di traino della tartana che somiglia ad una coccia con i divergenti laterali per tener aperta la bocca della rete.

Per finire in bellezza una foto molto bella del 1937 di una Paranza con tutte le vele al vento.
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Storia di pesca-Lo strascico


Avvenuto il fattaccio dell'entrata in vigore del regolamento comunitario sulla pesca che ne limiterà fortemente lo sforzo in Adriatico, tanto vale parlare di storia della pesca e vedere da quando lo strascico è andato in uso come tipologia di mestiere.

A metà del Settecento avviene una vera e propria rivoluzione in quanto ad apporti tecnologici, con il passaggio alla pesca a strascico effettuata da una coppia di barche di dimensioni ridotte rispetto agli scafi già utilizzati per la pesca “a tartana”, sperimentata ormai da un secolo con il servizio di un solo natante.
“Bragozzi” o “paranze”, sono i nuovi tipi di imbarcazione che vanno a sostituirsi alle “tartane”.
Si tratta di modelli di minor costo che influiscono indubbiamente sulla crescita, anche numerica, delle flottiglie, prospettando una sorta di “democratizzazione”
dell’impresa di pesca.

In realtà però, nonostante le remore da parte dei governi all’accettazione
della nuova metodologia di cattura considerata da più parti rovinosa per i
fondali e distruttiva del novellame, la pesca praticata in coppia con barchette
più manovriere, attrezzate da Rimini, Chioggia anche con vela al terzo, si impone principalmente per il nuovo sistema di navigazione, che permetteva di affrontare il mare aperto in ogni stagione aumentando in maniera considerevole i quantitativi di pescato rispetto ai sistemi tradizionali.

Con la tecnica a tartana, effettuata con una sola barca che nelle operazioni di pesca
doveva posizionarsi di traverso per cogliere sulla vela una spinta di vento sufficiente a trainare la grande rete sottesa fra i due spontieri a poppa e a prua, l’attività alieutica era consentita solo nella buona stagione (primavera, estate) quando venti e moto ondoso rendevano meno problematico il governo delle attrezzature con rese, naturalmente, ben inferiori.

Quindi è dalla metà del 1700 che bragozzi chioggioti, riminensi e gradesi adottano la nuova tecnica di pesca a strascico e lavorano in questo catino di mare chiamato Adriatico settentrionale e se le cose non cambiano con quest'anno chiuderanno la loro storia.
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07 giugno, 2010

Il gambero rosso-nuovo allert



La fantasia del titolo allarmistico non ha fine, è di ieri un articolo preoccupato sulla presenza del gambero rosso della Louisiana alla foce dell'Isonzo, paventandone la pericolosità (sic) e la tossicità (ari sic!) e, naturalmente, mettendo in allarme tutti gli esperti, mancano i pompieri, gli altri ci stanno tutti con soluzioni drastiche più o meno fantasiose.
Bene sarebbe informarsi seriamente di cosa si sta parlando senza mettere in allarme nessuno, che non se ne sente il bisogno.

Vediamo da vicino questa specie di Scampo:
Gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) è una specie pregiata di gambero (chissà perchè nessuno lo dice) che in Louisiana è soggetto ad allevamento intensivo con Farm dedicate per 45.000 ettari che da da mangiare ad oltre 10.000 addetti.
E' una specie robustissima e duttile, si adatta cioè ad ogni tipo di ambiente, mangia voracemente e sa sfruttare all'occorrenza quello che ha a disposizione.
Non ha quindi gusti, diciamo, "troppo sofisticati" ma si tratta pur sempre di dieta a base di avannotti, che possono essere girini di rospi e rane o di pesci.

In Italia per comodità e per fare notizia lo hanno subito definito "Killer" perchè non è soggetto, ma ne è portatore sano, alla cosiddetta "peste del gambero" , dovuta al fungo Aphanomyces astaci che fa ecatombi tra le nostre specie autoctone, che comunque sono in diminuzione netta per la mancanza in Laguna di praterie algali su cui proliferare.

Una caratteristica che può complicare la vita è quella che resiste bene fino a 24 ore all'asciutto e cammina, può scavare tane fino a 1,5 metri di profondità per difendersi dal freddo, insomma conoscendolo va limitato.

Il primo importatore italiano è stato una Cooperativa di Massarosa in Toscana che ne ha avviata una produzione.

Quindi è la soluzione migliore è quella.

Gli Spagnoli sono riusciti a realizzare dei grandi allevamenti controllati e adesso, addirittura li riesportano negli Stati Uniti, naturalmente surgelati o comunque lavorati.

Lo yankee, quindi, torna a casa e produce profitto.

Altrochè Killer può essere un'occasione per un discreto business!
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06 giugno, 2010

Nuovo Logo per il Friuli-Venezia Giulia




Nuovo Logo per la nostra Regione, presentato a Vialla Manin con festa mega-galattica incorporata il nuovo logo che presenterà tutte le iniziative turistiche della Regione nel futuro, mandando in pensione "ospiti di gente unica".

Curioso come una Regione come la nostra che investe migliaia di euro sulla tutela del friulano e di mille minoranze storiche (giusto o sbagliato che sia) decida di togliere il simbolo dell’aquila, internazionalizzarsi (LIVE) nel logo e perdere le sue origini.
Ma bravi!
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Liberato







Per fortuna, nell’arco di una giornata, c’è sempre un’occasione in cui si è certi di dare il meglio di sé.
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04 giugno, 2010

La Pesca - Fine corsa


Stavolta non si tratta dei soliti piagnistei, con il 1 giugno 2010 per la pesca a strascico nel Golfo la storia è finita.

Dal primo giugno infatti entra in vigore il regolamento Mediterraneo dell’Unione europea che fissa nuove norme per la pesca.
In pratica maggiore distanza dalla costa (a 3 miglia non più 1,5 miglia) e maglie più larghe per reti (50 mm).
Regole che, di fatto, tagliano le gambe alla pesca a strascico del pesce di taglia più piccola e con loro gran parte del patrimonio gastronomico della nostra regione.

Addio seppie col nero. Niente più moscardini bolliti, anguele fritte e nemmeno cape longhe gratinate. Gli spaghetti con le telline, poi, rimarranno un ricordo sempre più sbiadito.

Al di là delle parole serve, effettivamente, introdurre una regolamentazione specifica per la piccola pesca costiera, se non si vuole distruggere un intero comparto produttivo e alimentare, e serve anche guadagnare tempo per impedire che i pescatori restino completamente senza lavoro e quindi che venga a mancare un reddito alle loro famiglie.

Niente più deroghe una regolamentazione dedicata alle zone costiere di basso fondale che non possono essere uniformate a quelle del Mare del Nord o dell'oceano atlantico.

La strada da prendere è quella qualificazione del nostro prodotto del mare come prodotto tipico e localizzato.

I francesi, unici furbi l'hanno già fatto e gli sloveni non vogliono saperne di recepire la direttiva europea, creando disparità tra le popolazioni peschereccie europee.
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03 giugno, 2010

Le Capelunghe


Col cadavere della vecia Giunta ancora coldo su la tola....

Potrebbe cominciare così la nuova campagna elettorale di Grado iniziata ieri, fregandosene della Festa della Repubblica i maggiorenti (veri e presunti) della comunità, come fossero "capelonghe" attirate dalla "cressentina fresca de alba" fanno capolino nei luoghi deputati allo sparlatorio di Grado, i bar delle cube.

Improvvisi grumi di persone con un parlottio fitto, fitto, biceri a nastro, risate...
Tagiatabari!

Ecco, la storia di Grado riparte con i soliti standard, gente trombo-scomparsa si rivede e trova amici di calice, fondi accantonati per campagne elettorali vengono frettolosamente rispolverati e fatti fluire in superficie per pronto utilizzo, nulla di nuovo sotto il Ponte.

Cito una parte di commento di Nevio:

"A tumulazione avvenuta già partono le manovre per riportare negli scranni personaggi che di amore per il proprio paese ne hanno poco, anzi sembra di misurare odio."


Sti quà ze canibali, comò volè che i vogia al ben de Gravo!
Fate attenzione gente occhio ai figai! per un anno biceri gratis!
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02 giugno, 2010

Cade la Giunta





Visi cupi in paese.

In fondo, ma proprio in fondo mi dispiace (ah,ah,ah,ah,ah,soff,couf).
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01 giugno, 2010

Lunario di Giugno


Il lunario di questo mese lo dedico ad Arturo Marin un personaggio della nostra storia recente sempre presente in tutto quello che fa cultura locale.
La poesia parla dei Fiuri de Tapo, fiore simbolo della nostra Isola.

Fior de tapo

In stò picolo fior
me vego duta quanta la gno vita
che se specia sul mar.
E l’anema
la svola.
Te vardo,
suspiro de Dio,
e un sufio lisiero
te sfiora.
Tu scurli la testa selestina
e ‘l mar e ‘l vento de note i te basa.
Un faro te vardo,
gnò picolo fior,
quel faro che vegia i tò sogni.
Xe bele le rose
xe dolse le viole col sguasso
che porta la sera
ma drento stò fior
se sconde
la viva gnò tera.


Arturo Marin

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