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04 giugno, 2010

La Pesca - Fine corsa


Stavolta non si tratta dei soliti piagnistei, con il 1 giugno 2010 per la pesca a strascico nel Golfo la storia è finita.

Dal primo giugno infatti entra in vigore il regolamento Mediterraneo dell’Unione europea che fissa nuove norme per la pesca.
In pratica maggiore distanza dalla costa (a 3 miglia non più 1,5 miglia) e maglie più larghe per reti (50 mm).
Regole che, di fatto, tagliano le gambe alla pesca a strascico del pesce di taglia più piccola e con loro gran parte del patrimonio gastronomico della nostra regione.

Addio seppie col nero. Niente più moscardini bolliti, anguele fritte e nemmeno cape longhe gratinate. Gli spaghetti con le telline, poi, rimarranno un ricordo sempre più sbiadito.

Al di là delle parole serve, effettivamente, introdurre una regolamentazione specifica per la piccola pesca costiera, se non si vuole distruggere un intero comparto produttivo e alimentare, e serve anche guadagnare tempo per impedire che i pescatori restino completamente senza lavoro e quindi che venga a mancare un reddito alle loro famiglie.

Niente più deroghe una regolamentazione dedicata alle zone costiere di basso fondale che non possono essere uniformate a quelle del Mare del Nord o dell'oceano atlantico.

La strada da prendere è quella qualificazione del nostro prodotto del mare come prodotto tipico e localizzato.

I francesi, unici furbi l'hanno già fatto e gli sloveni non vogliono saperne di recepire la direttiva europea, creando disparità tra le popolazioni peschereccie europee.
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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Capitolo IV
Disposizioni riguardo alla pesca con reti ed altri apparecchi a strascico.

Con battelli a vapore.
art. 21
La pesca con reti od altri apparecchi a strascico tratti da battelli a vapore è proibita in ogni tempo a distanza minore di cinque miglia marittime dalla costa.

Con due barche a vela.
art.22
La pesca con reti a strascico tratte da due barche a vela è proibita in ogni tempo in siti, ove la profondità dell'acqua è minore di otto metri.

Tratto da:
Norme della pesca di mare vigenti in Austria-Ungheria
dal 12 dicembre 1884 in poi.

L'Austria era un paese ordinato e chi non osservava la legge rischiava multe sino a 100 fiorini e con arresto da 6 ore a 14 giorni (fatte salve la maggiori pene previste dalle leggi penali).

Ma como' i feva i nostri nuni?

Ennio Pasta ha detto...

Il discorso ci porta a fare considerazioni molto lunghe.
La pesca con l'Austria non era considerata un prodotto industriale ma poco più che folkloristica e, pur con i sistemi severi adottati, con gli standard tecnici dei moderni motopescherecci sarebbero stati insufficienti a fermare il massacro.
Il fatto è che si è esagerato per troppi anni con mezzi meccanici che hanno comportato uno sforzo di pesca superiore a quello che oggettivamente il mare poteva sopportare, ora si pagano le conseguenze.
Il guaio vero è che, non c'è stata progressione nel prendere provvedimenti, in modo da dismettere gradualmente l'intensità di pressione sul mare, ma subitaneità con gravi conseguenze su un mondo dei pescatori impreparato a cogliere i cambiamenti legislativi severi e definitivi.

Unknown ha detto...

Due osservazioni:
Il mondo dei pescatori, come quello degli agricoltori ed altri, si svegliano sempre dopo che la le nuove norme sono operative, ma come e' possibile?
E come detto, data l'evidente differenza fra l'Adriatico e gli altri mari soggetti all'applicazione di questa legge, i metodi di pesca, in commissione a Bruxelles cosa ci stavano a fare, se ci stavano i nostri euro deputati?

Anonimo ha detto...

Piccola differenza, gli agricoltori seminano e se tutto va bene raccolgono. I pescatori raccolgono senza seminare.................Speriamo che questo andazzo finisca presto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!