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18 settembre, 2011

Il Patriarcato - Le Origini


La nostra regione è stata sempre terra di frontiera e zona di passaggio dal Nordest dell'Europa di popoli nomadi o seminomadi alla ricerca di conquiste e di benessere; questa particolare posizione geografica l'ha esposta a più riprese alle scorrerie e alle razzie degli stranieri invasori.
In particolare in epoca tardoantica, con la crisi dell'impero romano, è iniziata una lunga serie di incursioni e di devastazioni di popoli cosiddetti "barbari".

Aquileia, ricca città dell'impero e baluardo difensivo presso i confini nordorientali dell'Italia, ha subito molti attacchi, prima di capitolare nel 452 sotto l'urto degli Unni, guidati da Attila. Attorno alla figura del re unno sono sorte nella memoria collettiva molte leggende storiche: si racconta che al suo passaggio non crescesse più l'erba, che avesse la testa di cane e si esprimesse emanando terrificanti latrati.

Si narra ancora che "alcuni abitanti in vesti nere ( stando a quello che dice il Caprin ci doveva essere anche qualcuno dei mei avi - i Lugnani ) erano riusciti a fuggire poco prima nel buio della notte sull'isola lagunare di Grado", dopo aver fatto scavare un pozzo in cui nascondere tutte le loro ricchezze, gli ori e gli oggetti preziosi, che nessuno è riuscito mai a scoprire (è il cosiddetto "tesoro di Attila, Flagelluni Dei").

Nel 568 arrivarono nel Friuli, provenendo dalla Pannonia, i Longobardi, che costituirono un vastissimo regno in Italia ed Aquileia passò sotto la loro giurisdizione politica, fino all'arrivo dei Franchi, subendo ancora, nel corso del X secolo, gli assalti degli Ungari, devastatori e predatori.

Accanto però a queste invasioni patite dal nostro immediato entroterra, la nostra storia regionale annovera una lunga serie di attacchi da parte dei patriarchi di Aquileia, contro la città di Grado, in seguito alle vicende che avevano portato allo sdoppiamento delle sedi e dei titoli patriarcali.

Questa “nemesi” storica, che porta la fiorente città romana prima ad essere invasa e poi, a sua volta, ad aggredire, ha contrassegnato buona parte della storia medievale di Grado.

(qualche ragione di astio storico con Aquileia ce l'avremo, o no?)

I più antichi assalti dei vescovi aquilelesi contro la sede patriarcale isolana, per conquistarla e riprendersi il tesoro trasportato da Paolino sul lido altoadriatico nel 568, risalgono agli anni 628-630, quando il vescovo aquileiese Fortunato da Pola entrò con i suoi soldati in città, facendo razzia di quanto trovava.

Altri simili attacchi furono perpetrati nel 712 da Sereno, nel 726 da Callisto, nel 762 da Sigualdo, nell'875 e nell'880 da Valperto.

Ma non furono solo gli Aquileiesi ad effettuare queste incursioni: già nel VI secolo l'esarca di Ravenna Smaragdo aveva saccheggiato Grado, facendo prigioniero il patriarca scismatico Severo, di origine appunto ravennate
« Il patrizio Smaragdo venuto da Ravenna a Grado, lo tolse in persona dalla basilica e colla violenza lo condusse a Ravenna con tre altri vescovi istriani, cioè Giovanni di Parenzo, Severo (di Trieste) e Vindemio di Cissa, e con Antonio, già vecchio e difensore della chiesa. E minacciando loro l'esilio, e facendo loro violenza, li costrinse a comunicare con Giovanni vescovo di Ravenna che condannava i tre capitoli » da Istoria Longodardorum di Paolo Diacono
allo stesso modo nell'VIII il Duca longobardo Lupo la invase con la sua cavalleria per il noto argine che congiungeva l'isola con il continente e ritornò alla sua terra con un ricco bottino.

Nel IX secolo i Saraceni intrapresero un assalto alla città, strenuamente difesa dai suoi abitanti e alla fine salvata dall'intervento della flotta di Venezia.

Come si può notare Grado è preda ambita da lunghissimo tempo, ma il peggio deve ancora venire.

Continua......

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma adesso che no vemo più al stema dei "Pinatti" e la flotta del Doge, cu ne difende?
Me sa che ne toca cresse de colpo e difendese da suli. Se semo capaci ..

Paolo ...