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14 gennaio, 2012

Professioni di Lusso- Il Notaio


Giorni cupi per i vari professionisti delle corporazioni protette come fossero in estinzione.
Tra i mestieri in ballo, c’è quello del notaio.
Un mestiere antico, dinastico, ben remunerato. Neanche troppo faticoso, secondo me.

Vediamo quello che capita quando hai bisogno del professionista:

Lo studio del notaio sta sempre all’ultimo piano di un palazzo in pieno centro storico, nell’unica via dove l’affitto mensile costa cento milioni di euro al metro quadro.

E’ evidente che gli affari del nostro amico notaio vanno parecchio bene.

Suoni al campanello tempestato di rubini e si aprono le porte scorrevoli a vetri, in cristallo di Boemia.

Alla reception, ti presenti e il concierge senza aprir bocca, con un dito ti indica la sala d’attesa là in fondo.

Attraversi un corridoio lastricato in oro, alle pareti quadri di Renoir, Rembrandt, Piero Della Francesca.

Due ore di anticamera ad aspettare non si sa cosa (il dottore è in lieve ritardo, dicono), poi giunge un emissaria del notaio: "tocca a voi", intima, come fosse una minaccia.

Ti conduce in un magnifico salone affrescato, parquet d’oro: sembra esser il vero e proprio studio del notaio.
Ti accomodi sulla poltrona in seta e ti guardi attorno. Gli arazzi. Gli immensi tappeti persiani.
Le statue d’oro a grandezza naturale: più tardi scoprirai che raffigurano il nonno e il babbo del notaio: anch’essi furono notai: è figlio d’arte.
Colossali librerie di codici e incunaboli. 
C’è tutto. 
Manca una sola cosa: il notaio.


E’ in ritardo, poveruomo, ma adesso arriva.
Trascorrono altre due ore. Gli alabardieri spalancano le porte, squilli di trombe: entra il notaio. Elegantissimo, doppiopetto su misura, gemelli di diamante, cravatta arancio in tinta con l’abbronzatura.
In testa una corona, che posa sul tavolo.
Nel taschino, al posto del fazzoletto, un mazzo di banconote da 500 euro. 


Lo saluti, ma lui ti risponde: “E voi chi siete, che ci fate nel mio ufficio?”

Glielo ricordi: signor notaio, sa, l’appuntamento, la pratica, l’atto. La formalità.

 
“Ah.” 
L’Impersonificazione della Legge sbuffa, poi si siede.
Ordina alle sei segretarie tre caffè (tutti e tre per lui) un bicchiere di minerale gasata (per le orchidee) e un sigaro cubano (dopo il caffè, sempre per lui).
Le sei segreterie accennano un inchino e si fanno il segno della croce, poi spariscono.
Intanto Lui legge svogliato l’atto,  molto veloce. Lo sigla con sbaffo, ghirigoro e svolazzo finale.
Ti porge una bic d’oro: “firmi qui”. Grazie.

Bene, il suo lavoro è finito, adesso però ha fretta, deve partire, sa com’è, il ponte lungo.

Per il suo onorario prego passare alla cassa, fanno alcune decine di migliaia di euro più iva più marca da bollo più imposta sui notai più imposta sui clienti dei notai più le spese di cancelleria, e adesso lasciatemi andare che stasera ho prenotato un tavolo nel ristorante più costoso della costiera. Se ne va, ti molla lì.

Sì, è un bel mestiere, quello del notaio. Un mestiere antico, pittoresco, e ben remunerato.
Neanche troppo faticoso.
Forse a rischio di estinzione, in altri paesi già estinto.
Chissà perché.
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando aboliremo la figura del notaio saremo un paese un po' più civile e libero.
Paolo

Anonimo ha detto...

Giusto, allora aboliamo anche i magistrati così poi sarà anarchia pura!!! demagoghi o ignoranti?!