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30 aprile, 2012

Interconnessione Digitale Pubblica


Mi è arrivato un messaggio - via facebook - di una ragazza di Fiume che scrive a proposito del mio post sul  WI-FI  di qualche tempo fa.
Questo il messaggio:


  • Libero WI-FI____ sarebe veramente bello che a Grado posso avere un punto Wi-fi libero, come abbiamo nnoi nella mia citta Rijeka, o Fiume in Italiano.
  • Gia' parechio tempo vengo a Grado, e sempre quel problema, senza internet, o COSTOSISIMO. HO preso anche chiaveta, ma non conviene. Cosi adeso vado alla biblioteca, mezz ora, ma sono grata per quello.
  • Mi piaciono vostri Sussurri. Spero poter diventare vostra amica al facebook. saluti Deniza



Come si può vedere Internet consente questa comunione di intenti con persone che altrimenti non incontreremmo mai nella vita, questo apre orizzonti, propone svolte di vita, perchè dunque creare difficoltà e non favorire questi approcci.

La discussione sull' uso  della rete internet ha aspetti ricorsivi e poiché la rete è globale, complessa e potenzialmente in grado di incidere su buona parte delle nostre vite, tendiamo a parlarne sempre in termini assoluti, evidenziando i grandi rischi e le enormi opportunità.

Fatichiamo a entrare negli aspetti concreti delle cose, ma la rete è considerata come grande opportunità con il difetto però di creare zone differenti di partecipazione e comprensione il cosiddetto - Digital Divide-

Così sarebbe interessante, ed è argomento di stretta attualità, esprimersi concretamente sul digital divide culturale. che è il principale problema che affligge lo sviluppo della rete Internet in Italia. 

Come si fa a “spiegare” Internet alla metà degli italiani che non la considerano? 

Se l'apartheid digitale persiste, siamo tutti sconfitti. Gli esclusi dal digitale saranno più poveri, più che mai diffidenti nel progresso e non diverranno quei lavoratori specializzati o potenziali consumatori necessari per la crescita della economia di Internet. 

Signor Sindaco sei ci sei, batti un colpo, crea per favore questi centri WI-FI,  ze un barcon sul mondo!

UPDATE:


Questo messaggio è arrivato stamattina:


Grazie anche per quest' informazione, una "chicca" da offrire ai miei Partner Comenius (Germania, Lituania, Slovacchia)asssetati di Turismoo sostenibile (questo il titolo del Progetto)... e così Borgo Soandri (è previsto 1 pernottamento a Sutrio) e Laguna di Grado: cornice perfetta per il prossimo incontro di maggio!

Ho dedicato il pomeriggio all' esplorazione di questo Blog, scoperto per caso andando alla ricerca di approfondimenti sui "Casoneri"...Godimento puro, dimostrazione che Dio davvero esiste;-) Grazie per foto e notizie!

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29 aprile, 2012

E Vaiii! Albergo Diffuso

Perepe, perepe,perepe!

Dopo vari falsi allarmi (è dal 2006 che se ne parla, nel bene e nel male) finalmente il Progetto dell' Albergo Diffuso in Laguna è partito.

Io ne ho parlato a rate in questi anni, qui, qui e qui  ho avuto modo di vedere e rivedere posizioni metabolizzare paure e farmene una ragione.

Fondamentalmente, lo ha sottolineato il Sindaco Maricchio ieri, l' albergo diffuso in Laguna è un' idea del turismo intelligente e unico che si può proporre come fiore all' occhiello per rafforzare  una realtà turistica più ampia ma fossilizzata come quella gradese, improntata ormai sul modello di turismo mordi e fuggi di questi ultimi tempi  che ti fa pensare di assumere uno stregone per assicurarti che sabato e domenica il tempo resti sul bello perchè sono gli unici giorni in cui te la cavi.

Un fiore all' occhiello, dunque, che ha consentito con fondi, in parte pubblici in parte privati, di risistemare edifici esistenti ma fatiscenti e rimettere a nuovo cavane d'accesso alle mote di varie realtà lagunari che hanno aderito al progetto.

La giornata scelta per il decollo dell' iniziativa è stata beneaugurante con la prima vera giornata d'estate e la Laguna che si è messa il vestito della festa, magnifica da percorrere con la Cristina (lasciamo perdere il Taglio Nuovo che ha costretto l'imbarcazione a procedere a passo d'uomo causa i bassi fondali) colori ben saturati e una pace che ti sistema l'anima.

Bella gente come sempre a queste inaugurazioni, tante autorità civili e militari, l' accoglienza che ci ha riservato la Famiglia Tognon (i Ciodi) è stata di classe, la merenda offerta sul prato davanti all' Albergo da veri professionisti e un sacco discorsi, il chiacchericcio della gente, tutto molto bello.

La responsabilità di gestione del Progetto ora passa alla Cooperativa "Laguna d' Oro" con il suo  presidente Enzo Tirelli che ha descritto i pacchetti turistici previsti per l' iniziativa:


Le prenotazioni avverranno in un' apposita sede in Grado che proporrà i  specifici pacchetti turistici che consentiranno un soggiorno di sette giorni a Grado, quattro in albergo dedicati alla vacanza balneare, due in una valle da pesca e uno in un “casone”.

Una proposta ideale che al relax della natura abbina arte, storia, mare, spiagge, tradizioni, gastronomia e sport: tutti elementi caratterizzanti di una vacanza a Grado. 

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28 aprile, 2012

Sguardi sul futuro



Il Governo fa marcia indietro: non comprerà nuove auto blu.

Cambieranno colore.
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26 aprile, 2012

Pino Lister





















Riordinando gli archivi del computer mi è capitato in mano un fax che nel 1997 scrissi in risposta ad una sua lettera al povero Pino Lister per un consiglio richiestomi su una valutazione dei  prezzi del pesce in Senegal e sulla possibilità di mettere su un' impresa di import-export da Casablanca a Grado.

L' idea si arenò per varie difficoltà di ordine organizzativo ma  era da tempo che non lo sentivo e mi fece piacere leggerlo anche solo per lettera.

Mi è tornato così in testa Pino, che è stato con me sin dalle elementari, era un uomo libero ed è scomparso rincorrendo i suoi sogni e vivendo la vita come piaceva a lui, ma lui era anche uno straordinario disegnatore e un fustigatore di costumi.


Lo voglio ricordare con il quadro che riassumeva in un solo colpo le sue idee su i suoi concittadini, cioè noi.


I Graisani a Messa con le batele in testa.

Bella metafora.
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25 aprile, 2012

Hope-I bambini sono il nostro futuro

Ieri sera al Palazzo dei Congressi ho vissuto una serata che ti rimette in pace con il mondo.

I bambini delle scuole elementari (non mi va di descriverle come primarie, è burocratese) di Grado e Fossalon guidati da quella forza della natura che è il maestro Alessandro Pozzetto comandante del Coro Gospel del FVG sono sciamati giù per le scale dell' auditorium, tra ali di pubblico festante, con la loro vitalità ed allegria salutando al passaggio i parenti dispensando a tutti sorrisi che ti rapiscono il cuore, si sono letteralmente accatastati sul palco e, sembra incredibile, ordinatamente hanno cominciato a cantare.

Duecento bambini colorati come spero per tutti loro sia il loro futuro, come spero per noi sia il nostro di futuro che presenta attualmente lati nerissimi.

Belle le canzoni cantate con grande forza e a squarciagola coinvolgendo tutto il pubblico per un' ora e mezza di pura felicità.

Al Coro Gospel de Gravo - Canta -

Nonne e nonni, genitori, zii parenti di ogni ordine e grado hanno riempito all' inverosimile il Palazzo, io credo ci fossero più di mille persone a partecipare a una vera festa d'amore per la musica.

Hanno chiuso con la favola di Onto Bionto.

Dire bravi a tutti è poco, le emozioni che hanno scatenato vedendoli tutti insieme sono incredibili e fanno sperare tutti noi se siamo ancora in grado di sentirle e farcele proprie.

Mi piace ricordare la frase di Monsignor Zorzin che ha ricordato che i piccoli cantanti assicurano al Festival della Canzone Gradese un serbatoio di partecipanti per i prossimi settantanni.

Il futuro è loro ed è blu come il mare.
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24 aprile, 2012

Laguna - Quanto amore!

I Commissari della Laguna di Grado e Marano -Paolo Ciani, Gianfranco Moretton e infine Gianni Menchini - in dieci anni hanno proposto più e più piani di salvaguardia dell'ambiente lagunare.

Quanto amore, quasi soffocante.
In senso stretto, però,
 «Sulla laguna sono in corso monitoraggi e misurazioni che porteranno, entro la fine dell’anno, alla creazione di un modello utile per lo sviluppo del piano di tutela»

Nel frattenpo le lagune di Grado e Marano, ecosistemi tanto preziosi da essere classificati quali Siti d’interesse comunitario e Zone di Protezione speciale dall'Unione europea, soffrono di conclamato inquinamento causato, fra l'altro, dall'apporto dei reflui di origine agricola, ma chi ha l'autorità per intervenire non riesce ad avviare urgenti ed efficaci misure di riduzione dei danni.

E' di qualche tempo fa la sentenza del Tribunale amministrativo regionale che accoglie il ricorso di una trentina di aziende agricole che si erano opposte a un provvedimento della Regione teso a limitare l'uso di concimi, soprattutto azotati, nel territorio della bassa pianura friulana, ritenuti responsabili di contribuire all'inquinamento delle acque della laguna di Grado e Marano.

Curiosa la motivazione della sentenza che gioca sull'equivoco evidenziato dalle aziende agricole: non solo loro inquinano ma anche le industrie affacciate sull'ambiente lagunare, salomonicamente, la corte non evidenziando responsabilità dimostrate se ne frega del dolo all'ambiente e burocraticamente bacchetta la Regione che non ha accertato con chiarezza le responsabilità.

Cornuta e mazziata, la Laguna eh!

Frattanto,al capezzale delle lagune da oltre 10anni si sono affannati (a caro prezzo per la Comunità) una serie di  Commissari ministeriali (vedi sopra) per il superamento delle emergenze ambientali, in uno strano clima, ben poco aderente a quel percorso di partecipazione e condivisione necessario.
Ora hanno deciso che basta, dopo dieci anni e più di 130 milioni di euro spesi è finita l'emergenza.

Ma la nostra Laguna continua ad essere impercorribile, applicare il Protocollo per Venezia che consente entro certi limiti lo scavo e il posizionamento in loco dei fanghi, senza considerarli a tutti i costi rifiuti speciali, non si può fare costerebbe troppo poco in consulenze, studi ed esperti costosissimi e forse sarebbe perfino troppo efficace risolvendo in un colpo l'emergenza.

Tutto ciò naturalmente mentre le dichiarazioni di amore per lo straordinario ambiente naturale delle lagune si sprecano fino a livelli ossessivi e possessivi.

Un amore, si può ben dire, quasi soffocante.

Sembra un cappio!
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23 aprile, 2012

Cori Gospel dei bambini gradesi



Domani sera al Palazzo dei Congressi saggio Gospel per i bambini della scuola elementare di Grado e Fossalon.

Il maestro Alessandro Pozzetto di genitori gradesi ma da tempo ormai abitante in Friuli ha voluto rientrare nel proprio paese impegnandosi strenuamente con i nostri bambini.

La musica come il mare per i gradesi è ragione di vita sarà l'occasione di sentire i nostri piccoli cantare le preghiere gospel e divertirsi assieme a loro.


                                                     Domani sera alle 20,30 al Palazzo dei Congressi.




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22 aprile, 2012

In Cassa al Supermercato-Il Paese reale


Mi capita ogni tanto, per dare una mano a casa, di dover passare a far la spesa negli ipermercati che trovo lungo la strada del rientro dal lavoro.
Dopo il giro degli scaffali con lista in mano compilata per evitare dimenticanze mi metto in coda alla cassa.

Mi ritrovo in fila con:

pensionato abbondantemente ottantenne sordo come una campana ma non così tanto da non ascoltare con attenzione ogni glinglon delle monetine, e borbotta che lui odia il mondo e pensa che tutti gli vogliano passare avanti, perché sono tutti ladri, e poi i giovani sono stronzi, perché non vogliono lavorare come ha lavorato lui;

giovane mamma probabilmente rumena con bambino, che tenta di passare davanti a tutti perché mamma, e viene brutalmente fermata dagli altri in coda, ma non perché rumena; 

badante del Bangladesh che parla tutto il tempo al telefonino; 

badante russa che parla tutto il tempo al telefonino;

anziana locale che tenta di passare avanti con la scusa che deve solo chiedere una informazione, e viene anche lei brutalmente fermata dagli altri, e allora fa una faccia offesissima non tanto perché l’hanno fermata ma perché le scoccia di essere stata trattata uguale uguale alla ragazza rumena; 

operaio trentenne con orecchino e gel fra i capelli che non cede il posto alla vecchia ma sarebbe disposto a far passare avanti la ragazza rumena, soprattutto per guardarle il culo.

Io.

Il paese reale, insomma.

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20 aprile, 2012

I Numeri-Origine e tradizione

La vita in Laguna è sempre stata scandita da un orologio naturale poco orientato alle novità, il tempo passava lento e sempre uguale.


Ma ovviamente, "al casoner" pur non avendo conoscenze ne vere necessità che spaziassero oltre l' orizzonte lagunare, aveva bisogno di quantificare gli scambi e ciò portava all'uso frequente dei numeri.









La tradizione orale veniva in soccorso trasferendo da padre in figlio le conoscenze minime ma utili per la sopravvivenza, ma che numeri si usavano in Laguna negli scambi obbligatori con gli altri.


Una testimonianza della derivazione romana della nostra gente viene dalla scrittura dei numeri sino al secolo scorso in uso fra i pescatori. 


Tale numerazione era scritta a punta di coltello su tavole di legno che potevano essere gli scalmi o i remi delle batele.


La bella tavola di comparazione tra la scrittura dei chioggiotti e degli estruschi tratta da Lagune di Grado di G. Caprin (in foto) mostra che l'uso dei numeri gradesi derivi direttamente dai numeri romani che non prevedevano l' uso dello zero, introdotto in Europa nel medioevo con i numeri arabi ma di origini indiane.


Grande gioia degli studiosi di antropologia che si trovano su di piatto d'argento una tradizione intatta da un migliaio d'anni. 
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19 aprile, 2012

Ve strenso duti a me

Ho letto tutti gli auguri che mi avete mandato, non ho altro modo di ringraziarvi se non dedicarvi questa poesiola.

Ps. mi fa molto piacere che avete usato il mio nome in gradese e come dice giustamente Caterina Bellan sono felice di avere più amici che anni.
Ciao a tutti.


                                           Strenzese al Mar

Duto sarà in salita,
tu varà vertigini de sima in sima.
Tu caminarà
co' i trampuli tra i nuoli
ma rivao, co' i brassi verti e spalancai,
tu te strenzarà al mar.

Un mondo diverso
scuminsia dai tò pensieri,
se tu sinti l'aria dentro,
se tu la sinti alsasse,
'lora girete
e Gravo, de la in alto,
no sarà più solo una piera.

Enio Pasta

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18 aprile, 2012

Progeti

Leggendo il giornale di oggi ho avuto  una sensazione di deja-vu.

Sono stati presentati nel passato progetti  per lo sviluppo  (ma quando si fermerà sto sviluppo), che assomigliano ai progetti che si presentano attualmente, ma qui da noi finora il concetto di accoglienza turistica si è arenato su un grande dosso di cemento, il massimo che abbiamo saputo offrire, come ospitalità, è stata l'invenzione"dei "fitacamere"

- Dio, quanto li ho odiati gli ospiti estivi, mi obbligavano a dormire in soffitta, un caldo boia!-

 Piero Canaro cantava "I Progeti" che  scherzando propone le stesse cose ma nel 1939:

A Gravo in futuro se stemo ai progeti,
varemo un paese de i più perfeti;
vignarà fato un mucio de spese:
.....
In là de i bagni, in prima vista,
vignarà fato granda una bisca;
e là de ‘l Squero, sigonda de i piani,
un angar vien fato per sento  'roplani!...
    Piero Canaro

Questo episodio nella storia di Grado tratto da un discorso di Biagio Marin che evidenzia bene uno dei tanti  "Progeti"  proposti a Grado:

Nel 1911 venne a Grado il Principe Hohenlohe accompagnato dal Capitano distrettuale Gasser per informare il podestà che la Società delle Ferrovie Meridionali austriache aveva l'intenzione di comprare l'isola di Gorgo per costruirvi un Casino di Gioco internazionale e di costruire anche, a Grado, un grande albergo, come aveva già fatto ad Abbazia.
Si sarebbe portata inoltre la ferrovia Cervignano-Belvedere fino alla testata del canale, costruendo naturalmente il terrapieno necessario che ora è la strada Mosconi.

La Ferrovia Meridionale chiedeva al Comune un modesto contributo per la costruzione della strada ferroviaria da Belvedere al Canale di Grado.

Ma in quell'anno stesso era stata creata una Società per la navigazione lagunare con imbarcazioni a motore, per l'unico motoscafo di undici metri allora in possesso di detta società, il Luogotenente Hohenlohe si ebbe dal podestà un diniego.

Irritato, il Principe se ne andò con la sua biga-idrovolante.
 (vedo bene nel 1911 un principe in un idrovolante oppure con il tappeto magico)


Forte eh? la zente prima de i Progeti.


La  gente di Grado ha paura, sente a pelle che i bisogni reali sono altri; 
io vorrei che per una volta Grado sia considerata come popolazione e non come cespite inerte, per fare questo è necessario incontrarsi.
Io  suggerisco un grande Happening in spiaggia senza che nessun vigile venga a proibirci di gridare, di ballare, di cantare (è successo, è successo) insomma di fare festa in comune e dopo se ci resterà fiato e voglia si parli di progetti.




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17 aprile, 2012

Centro Giovanile Operaio Gradese-Storia

Massimiliano Cicogna continua a raccontare la storia del Centro Giovanile Operaio Gradese dalle origini:

"Il calcio, la mia passione, per fare il campionato occorrevano soldi, ma non avevo paura, Dio vede e provvede, sapevo di essere nel giusto.


I ragazzi stessi propongono di fare una Festa dello Sport e la facemmo a fine stagione, procurandoci il necessario per le iscrizioni ai campionati, con i ragazzi del Barellai mettemmo in scena una versione moderna riscritta da Me della favola di Cenerentola.


Con Nevio Scaramuzza proponemmo una serie di incontri culturali in biblioteca con la partecipazione di Biagio Marin e una volta fu con noi Fulvio Tomizza.


Il calcio fu l' attività prevalente e coinvolgente dal punto di vista amministrativo, arrivammo ad un certo punto ad avere 400 iscritti in tutte le categorie di gioco.


Vedere i soci sostenere le squadre era uno spettacolo al punto che aprimmo un chiosco per la distribuzione di bibite avevamo quattro squadre: allievi, giovanissimi, esordienti e pulcini.
Il calcio con i Bambini la mia passione.


Per fortuna arrivò Luciano Esposito a sostenere l' impegno con la squadra di 3^ categoria che ormai si era aggiunta a tutto il resto.
La squadra arrivò seconda nel suo campionato e la festa che seguì fu grandiosa.
A Dio piacendo con la cessione di Livio Benussi all' Aquileia sistemammo le nostre magre finanze.


Ma l'attività culturale del Centro non fu mai trascurata, cosicchè per la parte teatrale mettemmo in allestimento una piece di Enzo Italia con la regia di Annamaria Sanzin- La Picola Scussa bianca-


L'esordio fu al Sans Soucì, poi Fossalon e Gradisca.


Finalmente arrivò la nuova sede, in cui organizzammo un corcorso di poesia che vide protagonisti per i grandi Edi Tonon e per i piccoli Silve Lugnan.


Grandissimo l' impegno per il veglione di Capodanno in Hotel S.Giusto ripetuto, a grande richiesta,  il giorno dopo in Taverna Municipale.


Ci fu un giorno un signore arrivato al nostro Centro che si complimentò per la nostra attività, quando si qualificò come Asssessore Regionale per l'Associazionismo rimanemmo tutti sorpresi.


Furono anni di grande impegno,  poi per il doveroso ricambio, altri due validissimi Presidenti succedettero a me Ezio Andrian e Antonio Marin, io mi sono sposato e sono andato a vivere a Monfalcone e per forza di cose dovetti ridurre gli impegni e piano piano le luci si spensero sul Centro Giovanile Operaio Gradese, ma l' esperienza fatta è sempre viva in me e sono sicuro in tutti quanti vi hanno gioiosamente partecipato.
Massimiliano Cicogna
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16 aprile, 2012

Piove-Governo Ladro




Può capitare di assistere a cose come queste in mare!
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15 aprile, 2012

La Stagion-Grado nel 1962



La Stagion.


Grado si anima, si fa ancora più bella per i propri ospiti, il traffico è sopportabile, visi sorridenti e distesi.


La gente arriva con i mezzi più diversi, il turismo è orientato all'ospite non al condomino. 


Altri tempi.
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14 aprile, 2012

Centro Giovanile Operaio Gradese-La storia

Grazie all' aiuto dell' Associazione Grado Nostra e in specie del suo Presidente Augusto Cesare Marocco riesco a pubblicare le motivazioni che spinsero Massimiliano Cicogna (Massi Tachelo) a creare quella che per molti di noi è stata forse la più importante aggregazione sociale di sempre a Grado, Il Centro Giovanile Operaio Gradese.

Si trattava di una piccola grande rivoluzione essendo un' associazione per la prima volta in assoluto "laica" che univa entusiasticamente giovani di varie e contrastanti estrazioni sociali.

Un esempio di società civile che si distingueva per una volta dal contesto politico locale  non sempre corretto e disinteressato e a quanto mi consta mai più riproposto.

Ma leggiamo le parole dello stesso Massi  così riviviamo meglio quei momenti:

Eravamo nel 1969 e causa anche la partenza di don Silvano Pozzar si affievoliva l' interesse attorno al gruppo della Fides Intrepida dopo operavo da anni.
Pensai allora non senza grande preoccupazione ed emozione con alcuni amici di fondare un nuovo Gruppo per giovani lavoratori.Sapevo che era molto difficile e che non tutti avrebbero compreso ed accettato questa iniziativa, tuttavia continuammo e nacque ufficialmente nel 1972 il Centro Giovanile Operaio Gradese.La prima sede fu in Via Morosini, gli obiettivi erano ricreativi, culturali, sportivi e comprendevano tra i soci anche i ragazzi dell' Ospizio Marino.
I primi tesseramenti furono un successo al punto che in pochi giorni avevamo ben 167 iscritti, all' inaugurazione della sede intervennero tutte le autorità cittadine e l'artista Dino Facchinetti addobbò la sala con dei murales bellissimi.
Grande emozione destò la visita informale dell' arcivescovo di Gorizia Pietro Cocolin che entrò in sede chiedendo permesso, sentito poi i dettagli delle nostre intenzioni, ci dette la sua benedizione incoraggiandoci ad andare avanti.
L'attività spaziava dal teatro ad una mostra di disegno per i bambini delle scuole, un ballo mascherato per carnevale in Taverna Municipale un grande raduno di motociclisti con 500 iscrizioni e 1000 partecipanti al pranzo, risolto da Ilario Fanò con l' idea del piatto unico di pasta con le seppie.
Poi finalmente calcio, la mia passione, più di 100 ragazzi al primo allenamento.

la storia continua.....


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12 aprile, 2012

Vita in cassetin



Cassetini de vita

Vardo in fondo a un cassetin
e spero de catà
tra le carte
un fiao de la mia vita,
in un oltro serco
al rie che credevo de v'he perso,

...garghedun al zè serao
col cagnasso de la vergogna,
ma 'nte la sfesa,
vien senpre fora
garghe lagrema de recordo.

Nei cassetini de la vita
he lassao veci fogi scuri de vite passae
uri disfai, inchiostro sbiadio
epur i ciacola 'ncora
de me, de quel che no he mai desmentegao.
Il 23 marzo 2012 era la giornata mondiale della poesia, io me ne sono ricordato dopo e ho cercato di rimediare. 

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11 aprile, 2012

Il Centro Giovanile Operaio Gradese

Fra i tanti circoli ed associazioni nati e defunti nel nostro Paese merita ognitanto ricordare qualcuno di veramente benemerito e per certi versi rivoluzionario.

Nel 1972, nacque a Grado il Centro Giovanile Operaio Gradese, un' associazione popolare con obiettivi di aggregazione giovanile, ricreativa, culturale e sportiva.

Nacque per iniziativa di Massimiliano Cicogna (Massi Tachelo) e di Ilario Fanò, Paride Enea Tognon, Giovanni e Stefano Gordini, Aldo, Rino e Silvano Marchesan, Franco Tomasin, Ottone Camuffo e Nevio Scaramuzza che formarono il primo Direttivo. 


Il sodalizio ebbe un successo strepitoso da subito tanto che il primo tesseramento portò a 167 i soci e nei due anni successivi arrivò sino a 300.

Per Grado fu la prima esperienza di un'associazione laica con la partecipazione entusiasta di giovani di varie estrazioni che condivisero assieme gli ideali della fratellanza comune.

Uno dei successi indiscussi del Centro fu la capacità di coinvolgere nelle iniziative anche i genitori dei ragazzi, con interi nuclei familiari partecipanti.

Massi portò le sue grandi capacità di aggregatore di giovani e l'esperienza dell'associazionismo cattolico sul campo avuta con la Fides Intrepida, ma in particolar modo portò la sua bontà e il suo amore per i giovani, le ragioni del successo istantaneo del Centro giravano tutte attorno alla figura di Massimiliano Cicogna.

Il Centro Giovanile lentamente si spense con il defilarsi dei soci fondatori e in specie di Massi Cicogna, sposatosi e trasferitosi fuori Grado, ma l'idea resta con l'augurio che possa rinascere nella sua veste laica, aggregante e aperta a tutti.
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10 aprile, 2012

Future thinkers

In questi momenti di incertezza specie nel mondo del lavoro giovanile si inseriscono le:  Nuove professioni - Basta maghi e streghe, ora abbiamo i "future thinkers" o pensatori di futuro.

Personaggi esperti in calcolo cognitivo, intelligenza artificiale, tecniche di previsione, tutto molto fantascientifico (lo screnning dell' immagine pare quella degli stregoni indiani che fanno le previsioni con le ossa, ma qualificati da una laurea).
Ecco questi mi mancavano.
E' vero che il mondo va veloce e di gente "avanti" che vede quello che accadrà, culo o non culo, la società e le imprese hanno bisogno.


Per me però il lusso del futuro  è la realtà. 
La possibilità, cioè, di vivere, toccare con mano, gustare la vita reale.
E’ su questo che si misurano le vere tendenze. 
Queste sono le direzioni verso cui si orienta la qualità della vita e le aspettative della gente.

I questi ultimi anni si sono immaginate, proposte e vendute infinite tendenze. 
Con una velocità e, a volte, superficialità disarmante. 


L’apoteosi del trend
Un trend per ciascuno. One to one. 
I nostri giornali e politici si sono specializzati in trend.

Siamo andati tutti verso un mondo personalizzato di grandi tristezze. 
Abbiamo personalizzato la solitudine, e perso il contatto con la realtà.
La realtà: il vero lusso del futuro. 


Si riparte dalle esperienze singolari, personali, reali.

Non più l’unicità un po’ stravagante che isola e che divide ma l’unicità da condividere come ricchezza dell’insieme. 


Dello stare insieme. 


Nelle piazze, nelle strade e nelle città di tutto il mondo. 


Altrochè stregoni, abbiamo bisogno di idraulici.
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09 aprile, 2012

Ciao-Parola rivoluzionaria





ciao

È una delle poche parole della lingua italiana che tutti, nel mondo, conoscono e capiscono: l’ho sentita pronunciare al telefono, come saluto finale, da inglesi, tedeschi, persino francesi.

In qualche modo, «ciao» è un attestato di esistenza della lingua italiana nel pianeta, insieme a parole come «pizza», «pasta» e «paparazzo».

Di «ciao» mi piacciono due cose: la prima è che – benché sia forse la parola italiana più usata in assoluto – ha una forma insolita, dal momento che non è così frequente, in italiano, trovare lemmi di quattro lettere che contengono tre vocali una dopo l’altra; la seconda è il suo etimo: deriva dal veneziano «schiao» (leggi s-ciao), ed è una forma sincopata di «schiavo». 

La si usava come forma di saluto per significare «servo vostro» formula di saluto oramai desueta (analogo saluto "servus", diffuso in  Austria e Baviera)

Questo senso di sottomissione ormai è scomparso, e nessuno quando saluta pensa di prostrarsi:

 «ciao» è una parola nata in catene che si è liberata, a suo modo è una parola rivoluzionaria.

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08 aprile, 2012

Buona Pasqua



La Pasqua è uno di quei giorni che fa veramente la differenza tra chi è cristiano praticante e chi no.

Il Natale lo festeggiano anche in Cina, ormai. 

Santi e profeti e parole di vita eterna ce li hanno un po' tutti, ma un Dio che muore in croce per i loro peccati ce l'hanno solo i cristiani, e ci tengono.

Buona Pasqua a Tutti.


  De andrè-Passione by Enio Pasta
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07 aprile, 2012

I Papà



Siamo a Pasqua e la famiglia diventa un luogo importante in cui rifugiarsi, voglio esaminarne i ruoli specialmente quello del papà.

Io ho avuto un solo papà, ai figli moderni ne possono capitare anche 2 o 3. 

I papà di adesso sono diversi da quelli di una volta, intanto quelli moderni giocano a tennis, sanno sciare, vanno in mountain bike, di mestiere fanno l’interior designer, fingono di sapere come investire il loro patrimonio.

I papà di una volta giocavano a briscola, quasi tutti lavoravano in barca o in Azienda, dove andavano con la bicicletta, e se per caso si bucava una ruota la aggiustavano loro;
di soldi non ne avevano, così non sbagliavano investimenti, la domenica si mangiavano la pasta cucinata dalla mamma e la nonna si lamentava sotto voce dicendo che la sua era più buona.

Fare il papà non è facile, ci si sente strani, in imbarazzo. 
E poi i figli fanno domande difficili. È più facile fare lo zio e il nonno.  
E' è più facile fare l’amico che fare il papà!

I papà moderni e quelli di una volta sono molto diversi tra di loro, ma in una cosa si assomigliano: nel non voler togliere spazio al ruolo delle madri, consapevoli che certe cose, quali sostituzione di pannolini, preparazioni di pappe, tattiche e procedure per arginare le colichette, siano meglio svolte dalle mamme; loro, i papà, si mettono umilmente da parte. 
Quando nasce un figlio, in genere, per i primi anni di vita il papà non si fa molto vedere, non è molto coinvolto nel processo di crescita e di educazione dei pargoli; nei primi due anni di vita o forse anche tre, i papà si dedicano al loro lavoro dalle 7 del mattino fino alle 21-21,30. 
Quando rientrano vanno a dormire fino alle 6,58 del giorno dopo.

Alcuni padri vedono il loro figlio per la prima volta quando lo portano a scuola il primo giorno delle elementari.

Io ho avuto un papà di una volta, di quelli antichi.

I papà moderni ti portano in vacanza due settimane in montagna e due settimane in barca, perché ai bambini bisogna fargli fare un po’ di mare e un po’ di montagna.

I papà moderni devono lavorare 12-14 ore al giorno per 11 mesi l’anno perché devono pagare  le vacanze al mare e le tute anti-assideramento usate in montagna.

Il mio papà la vacanza, quando la faceva, la usava per "bianchisà" la casa, riparare le "gelosie" e giocare a carte in Ausonia; la nonna diceva che il nonno era più bravo del papà a giocare a briscola.

Quando i papà moderni accompagnano i figli alla partita di calcio del sabato pomeriggio, riescono a litigare con l’arbitro, con l’allenatore e con i papà della squadra avversaria; i sabati che il figlio perde litigano anche con il magazziniere, con il posteggiatore, con il figlio stesso e con la moglie e la nonna poi a casa.

I papà moderni quando un figlio torna da scuola con un 4, denunciano il professore per mobbing.

I papà di una volta, se tornavi a casa con una nota da firmare, "tu te ciapivi do stiafe vissin"

Quando oggi poi un figlio moderno compie 16 anni, i loro papà li accompagnano in discoteca alle 23 e li vanno a prendere alle 4 del mattino con il Suv.

I papà di una volta piuttosto che mandarti in discoteca si mettevano a studiare con te i verbi irregolari e il genitivo sassone.

Se i figli domandano se bisogna sempre dire la verità, i papà moderni rispondono: dipende...

Papà, ma tu voti a destra o a  sinistra? Dipende...

Papà, ma a te piacciono le donne vero? Dipende...

Dalla prima elementare alle terza media si fa di tutto per assomigliare e imitare il papà, dai 15 anni ai 22 non lo puoi vedere, fino ai 36 ti è abbastanza indifferente, verso i 40 ti fa incazzare da morire perché nel frattempo lui ha superato i settanta e se in gioventù aveva il suo bel carattere adesso è ostinato come tutti gli anziani, dai 42 in avanti riesci a capire quanto sforzo abbia fatto a mandare avanti la famiglia e ne provi una tenerezza struggente.

Ho cercato tutta la vita di non assomigliare a mio papà e ora invece mi accorgo di essere uguale.

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05 aprile, 2012

Le Barche Zale

La situazione della pesca attuale è tragica e ne farò un quadro più approfondito tra qualche tempo, ma volevo ricercare il punto d'inizio e l'impatto avuto dall' arrivo delle nuove tecniche di pesca su un ambiente  digiuno di tecnologia come quello gradese che pur avendo gente espertissima di mare non era molto pronta ad accogliere novità.


Furono gli altri a portare le novità e la gente locale vi si dovette adattare.


La pesca a Grado, nel dopoguerra della Seconda Guerra Mondiale ripartì dai bragozzi a vela e da qualche rara imbarcazione con motore di camion militare adattato, ma con l'attrezzatura di pesca obsoleta, qualche barca arrivò dall'Istria con tecniche e mentalità di pesca nuove (i mussoleri) ma nella sostanza l'ambiente era ancora legato alla tradizione.

Nel 1950 una famiglia di industriali lombardi i Ciocca (produttori di filati e calze) si stabilì a Grado e decise di investire nel settore peschereccio creando una lacerazione tra mondi la pesca lenta tradizionale e quella frenetica moderna.

Da Genova arrivarono due imbarcazioni completamente diverse per come erano strutturate, armate e per i mezzi di pesca.

L' Eleganza e Rinomanza seguite poi da un bragozzo Speranza formarono la flotta dei Ciocca, dipinte di giallo vennero chiamate le "barche zale" erano dotate di motori semilenti Ansaldo da 120 Hp (una mostruosità per l'epoca) di ghiacciaia e di gabinetto a bordo.

Una rivoluzione.

Le reti erano in nailon acquistate nel Nord Europa e prime in assoluto da queste parti dove ci si tormentava con il cotone e con le cure cui necessitava.

Imbarcarono 7/8 uomini di equipaggio ciascuna e guidate con mano ferma dall'amministratore della famiglia Vasco Bosio operarono in Golfo di Trieste per oltre 15 anni. 
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04 aprile, 2012

Libretto del Festival





Come sempre, finito il Festival, pubblico una copia condensata del libretto con le parole delle canzoni in gara.

La pubblicazione è per tutti quelli che stanno lontano o per  vari  motivi non hanno potuto esserci.


Il link per scaricare è QUI 
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03 aprile, 2012

Mostra







L' Associazione Proloco  Grado organizza questa mostra sulla storia dell' Istituto Marinaro di Grado.

Pare interessante sarà il caso di intervenire quanta più gente possibile.
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02 aprile, 2012

Lunario di Aprile-Gravo

Questo lunario lo dedico ad Aldo Tognon.

 E' una sua poesia che a me piace molto, un atto d'amore per la nostra Isola scritto con parole a colori. Alla fine la poesia diventa dipinto.


Gravo

'Ndola che 'l aqua dolse la se fà amara ze quatro dossi de sabion, fango e caneo, 
ma duto 'ntorno mar e un sielo azuro co' nuoli bianchi sparnissài che vaga torzio, 
e in meso 'l verde e 'l sbrufo de le cane una caressa fresca: bava lisiera ... 


 El sol no 'l se sparagna de 'ste parte, 'che 'l bate drito e forte: una brusera ... ma quando 'l fogo de 'l tramonto 'l se destua 
alora duto se queta, se riposa, 
e i ragi ciari de la lume che ze in sielo
 i 'lumina 'sto fior pusao su 'l mar.
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01 aprile, 2012

Festival-I Vincitori



Si è chiuso all' una e trenta il Festival della Canzone Gradese, il 46°, con il pubblico che ancora gasato, nonostante la lunga maratona, sfilava verso l'uscita commentando i risultati della kermesse canora.

Ha vinto Nevio Scaramuzza che con la figlia Giulia ha creato, musicato e cantato "Zimmer zu Vermieten" una divertente e ben presentata storia della nascita del rione della "Colmata" dalle baracche iniziali agli affittacamere con gabinetto esterno del boom turistico.

Seconda classificata "Rinasso co' tu" di Gabriele Krpan, Andrea Felluga e Andrea Barzellato cantata da Cristina Gordini e Flavio Troian

Terza classificata "Porteme su Marte" di Andrea Marchesan cantata da Deborah Civita e Raimondo Corbatto

Fin qua il Festival, contornato da vari premi alla qualità delle parole e alla graisanità, proprio qui Leonardo Tognon per un pelo non mi ha fatto prendere un coccolone, perchè senza dirmi nulla se non telefonarmi in mattinata per assicurarsi che al Festival ci fossi, ha voluto, come organizzazione, premiarmi con una coppa per la qualità del sostegno culturale locale che riesco a fare con il Blog, troppo buono (la coppa è bella).

Bene, ora ufficialmente Gratacasa, il sottoscritto Ennio Lugnan, è stato presentato ai gradesi in anima e corpo (abbondante corpo) con grande emozione mi sono materializzato sul palco dopo questi anni a scrivere dietro uno schermo spinto dal grande amore per il mio paese.

Grazie, fa bene al cuore.
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