La vita in Laguna è sempre stata scandita da un orologio naturale poco orientato alle novità, il tempo passava lento e sempre uguale.
Ma ovviamente, "al casoner" pur non avendo conoscenze ne vere necessità che spaziassero oltre l' orizzonte lagunare, aveva bisogno di quantificare gli scambi e ciò portava all'uso frequente dei numeri.
La tradizione orale veniva in soccorso trasferendo da padre in figlio le conoscenze minime ma utili per la sopravvivenza, ma che numeri si usavano in Laguna negli scambi obbligatori con gli altri.
Una testimonianza della derivazione romana della nostra gente viene dalla scrittura dei numeri sino al secolo scorso in uso fra i pescatori.
Tale numerazione era scritta a punta di coltello su tavole di legno che potevano essere gli scalmi o i remi delle batele.
La bella tavola di comparazione tra la scrittura dei chioggiotti e degli estruschi tratta da Lagune di Grado di G. Caprin (in foto) mostra che l'uso dei numeri gradesi derivi direttamente dai numeri romani che non prevedevano l' uso dello zero, introdotto in Europa nel medioevo con i numeri arabi ma di origini indiane.
Grande gioia degli studiosi di antropologia che si trovano su di piatto d'argento una tradizione intatta da un migliaio d'anni.
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