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21 luglio, 2012

Identità di una lingua

Leggo di una polemica tra politici nata sulla destinazione di ingenti risorse finanziarie per la pubblicazione di dizionari e l' insegnamento del friulano mentre vengono tagliati posti letto negli ospedali.

Mi diverte pensare che è bello e sano alimentare la polemica confrontando la storia della lingua friulana, il nostro dialetto e il diritto di primogenitura.

È stato troppo spesso detto che il friulano odierno sia il diretto continuatore del latino regionale parlato ad Aquileia. 


La cosa potrebbe in effetti darsi per scontata senza l'esistenza di Grado con il suo dialetto, sbocciato come un fiore di laguna, mantenutosi incontaminato sino al recente avvento del turismo di massa e che manifesta ancor oggi, integri ed eternati dal nostro poeta Biagio Marin, ì caratteri di un arcaismo ignoto altrove. 


A Grado, grazie alla sua periferìcità ma soprattutto alla secolare decadenza, l'apporto di Venezia è del tutto trascurabile.

All'epoca del suo splendore, Aquileia fu indubbiamente la mediatrice della latinità non solo nell'odierno Friuli e nell'Istria, ma in buona parte dell'intera Gallia cisalpina.
L'attrazione culturale da lei esercitata era enorme e valicava i confini delle Alpi raggiungendo il Norico e la Pannonia. 


Se vi è però un dialetto che possa più degli altri vantarsi diretto erede della latinità aquileiese, questo non può essere che il gradese e ciò per fin troppo ovvie ragioni storiche ed etniche. 


Ma nell'Aquileia di oggi si parla friulano.
Anche qui è la storia a chiarire l'apparente contrasto. 

Anzitutto il confine linguistico corrisponde al confine politico che per tanti secoli tenne separata la laguna dal suo retroterra. 
Di qua Bisanzio e di là i Longobardi ì quali non vogliono dipendere da un Patriarca suddito dì Bisanzio e insistono perché si ripristini quello di Aquileia. 
Il papato, nell'intento di accontentare tutti, lascia al suo posto il patriarca di Grado per i territori soggetti a Bisanzio (da Venezia all'lstria) e crea un doppione per il territorio longobardo. 
Ma Aquileia non è che un cumulo di rovine. 
I Longobardi hanno una nuova capitale, Cividale, ed è lì che, dopo una breve dimora a Cormons, risiede il novello patriarca che pur si fregia del titolo di Aquileia.
La dominanza del parlato tedesco su quello latino è definitiva con l' avvento dei duchi tedeschi.
Le strade delle due lingue sono divise definitivamente!

Tratto da "Giuseppe Brancale & Lauro Decarli, Istria, Dialetti e preistoria" 




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5 commenti:

Alien ha detto...

??? ...diritto erede della latinità Aquileiese ???

Che 'i ha zà legalizao el "Santònego Cannabis" ???

Alora xe più acreditàgia la teoria che 'l dialeto graisan el deriva diretamente de la lingua che i ciacoleva garghe secolo fa a Shangri-Lah, in Tibet: podè domandai conferma a Witige Gaddi, che elo 'l xe stào de quele parte...

Ennio Pasta ha detto...

Ola Aldo, quanto tempo, finalmente te se rilese e vego che anche al sito continua a movese.

No sta bassilà, col santonego curemo i vermi, ze un' ipotesi comò un' oltra, no? provocatoria fin che tu vol ma oltretanto fantasiosa comò quela del furlan, te par?

Quando tu vien nuando verso de noltri?

Anonimo ha detto...

I am disturbed alongside the situation in Syria!

teatro della mandragola ha detto...

concordo pienamente nel lassassè andà co' la fantasia...e se dopo fossa vero???.....

Alien ha detto...

ciao Mandragola... a 'vê la fantasia xe senpre 'na gran bela roba, però in 'sto caso serchêmo de 'conpagnàla un poco co' la realtàe...
Cussà, pôl dàsse che 'rivo pe' vêghe i foghi...
Ve saludo !!!