Un grido di dolore lanciato nel 2004 da un "graisan" il dott. Salvatore Tosto mi trova in perfetta condivisione oggi che ci ritroviamo di fronte gli stessi appetiti.
Leggerlo è una specie di lezione di storia graisana che trova molte similitudini con oggi dove tutto cambia per non mutare nulla.
Il video del 1960 per ricordare il Parco quando era proprio delle Rose:
«Si tuteli almeno il Parco delle Rose nella spartizione in corso a Grado» il Piccolo — 07 novembre 2004
«Diviserunt sibi vestimenta mea».
In questo versetto del Salmo XXI,19 si allude alle vesti di Gesù che furono sorteggiate fra i soldati ai piedi della Croce. Nell’uso comune sta ad indicare le spogliazioni di cui la gente generalmente è vittima.
Nella gestione della cosa pubblica, l’aspirazione di quanti si propongono ai vertici delle istituzioni è quella di trarre benefici dall’uso delle risorse patrimoniali della comunità.
Però, essendo sempre più numerosi i concorrenti in questa attività agonistica, ecco fiorire sulle ceneri di un solo ente tanti cespugli che producono frutti di facile raccolta.
Qualcuno li chiama prebende, altri li definiscono dividendi.
Ecco perché dallo smantellamento dell’Aacs di Grado sono nate le più svariate entità: la Git, l’Itur, l’Aiat, la gestione spiaggia, il Palacongressi, le Terme, il Parco acquatico e quantaltro, tanto per usare un termine attualmente in voga.
Per ogni etichetta, naturalmente, occorre un consiglio d’amministrazione con relativo presidente, vice, segretario e direttore senza contare i provibiri ed i revisori dei conti. Tutti con congrui compensi, senza parlare del presenzialismo e del protagonismo.
Frattanto la gente comune rischia i posti di lavoro, subisce il danno e la beffa, non riesce a comprendere come mai tutti questi previlegiati siano sempre gli stessi sulla cresta dell’onda e perché il Comune che ha in delega la tutela delle spiagge, la proprietà delle aree, l’uso del diritto di gestione e di controllo, si faccia condizionare da qualche lobby che, sistematicamente, attribuisce cariche ed incarichi a predestinati di preclare virtù, per così dire, capaci di farsi da sé.
Infatti prima non avevano un soldo, ora sono pieni di debiti.
Vorrei tanto poter essere contraddetto, purtroppo le cose vanno avanti così.
Intanto le gestioni passano da una mano all’altra con grande dispersione di utili e di mezzi.
In realtà ci sono personaggi che pensano in grande e vogliono svilupparsi su beni non propriamente loro.
Una volta i consigli d’amministrazione erano formati da rappresentanti di categorie ed associazioni operanti sul territorio. Sostanzialmente venivano indicati dalle formazioni politiche democraticamente votate.
Attualmente le privatizzazioni hanno dato il via libera agli amici degli amici, con i soldi della Regione ed i beni patrimoniali del Comune.
Naturalmente non si parla più del futuro benessere della comunità, ma di rapporto tra costi e profitti con lo scopo di conseguire cospicui dividendi.
Pertanto l’incremento turistico è affidato all’abilità dei cuochi che si cimentano nelle gare di boreto alla graisana. A questo punto sarebbe opportuno che qualcuno dicesse: «Giù le mani dal Parco delle Rose!»
Il verde dei parchi e gli alberi dei giardini sono il polmone naturale che libera l’ambiente dalle scorie dannose che intossicano l’aria. Il parco non è soltanto un luogo di riposo e refrigerio, ma principalmente un mezzo indispensabile di vita, una necessità sociale.
Quindi i presidenti, i direttori, i consiglieri, i soci della Git, dell’Aiat, dell’Itur e di tutti i gruppi interessati che si disputano i benefici appartenenti alla comunità, si rileggano l’art. 32 della Costituzione che prevede la tutela della salute come fondamentale diritto del cittadino.
Pertanto i bambini, i nonni, le mamme di Grado non possono in tutto il corso dell’anno non usufruire di un diritto che appartiene alla cittadinanza, cioè l’accesso al parco delle Rose ed alle annesse strutture per il tempo libero, lo sport salutare ed i giochi dei bimbi.
Salvatore Tosto
Aggiungere qualcosa a questa lettera accorata mi sembrerebbe sacrilego se non ricordare che l' anno è il 2004.
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