Stavolta non si tratta dei soliti piagnistei, per la pesca a strascico nel Golfo la storia è finita.
Questa è la premessa che ha mosso il Consigliere Roberto Marin nel promuovere a Grado una conferenza sulla possibile crisi del comparto pesca e sulle soluzioni percorribili.
Finalmente la politica ed i politici perdono la colorazione di parte e si occupano tutti insieme di problemi del territorio.
Mea culpa me ne sono accorto in ritardo - la conferenza è del 31 marzo - ma è interessante il video dell' intervento dell' onorevole Serracchiani, parlamentare europea, che fa il punto sulla situazione e sul percorso decisionale che ha portato a questa situazione assolutamente squilibrata per i nostri pescatori e sulle possibili mosse da fare per rimediare alla situazione
E' entrato in vigore il regolamento Mediterraneo dell’Unione europea che fissa nuove norme per la pesca.
In pratica si deve pescare ad una maggiore distanza dalla costa (a 3 miglia non più 1,5 miglia) e con maglie più larghe per le reti (50 mm).
Regole che, di fatto, tagliano le gambe alla pesca a strascico del pesce di taglia più piccola e con loro gran parte del patrimonio gastronomico della nostra regione.
Addio seppie col nero. Niente più moscardini bolliti, anguele fritte.
Al di là delle parole serve, effettivamente, introdurre una regolamentazione specifica per la piccola pesca costiera, se non si vuole distruggere un intero comparto produttivo e alimentare, e serve anche guadagnare tempo per impedire che i pescatori restino completamente senza lavoro e quindi che venga a mancare un reddito alle loro famiglie.
Non si danno più deroghe ad una regolamentazione dedicata alle zone costiere di basso fondale, le nostre, che vengono così uniformate, e non è giusto visto la differenza di fondali, a quelle del Mare del Nord o dell' Oceano Atlantico.
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