Cerca nel blog

17 dicembre, 2012

Cussì ze nato Gravo-Sic natus est Gradus

Aquileia, ricca città dell'impero e baluardo difensivo presso i confini nordorientali dell'Italia, ha subito molti attacchi, prima di capitolare nel 452 sotto l'urto degli Unni, guidati da Attila. 
Attorno alla figura del re unno sono sorte nella memoria collettiva molte leggende storiche: si racconta che al suo passaggio non crescesse più l'erba, che avesse la testa di cane e si esprimesse emanando terrificanti latrati.
Le  antiche cronache dicono che "alcuni abitanti in vesti nere ( stando a quello che dice il Caprin ci doveva essere anche qualcuno dei mei avi - i Lugnani ) erano riusciti a fuggire poco prima della distruzione totale di Aquileia nel buio della notte sull'isola lagunare di Grado"

Mors tua , vita mea -  Attila  favorì l' evoluzione della nostra Isola innervata dalla meglio società romano-aquileiese in fuga disperata davanti alle orde barbariche assetate di sangue.

Questo  stralcio di documento romano dell' epoca sembra testimoniarlo:


"Attila cum accesseris urbem, fuit terror, 
et dicitur facere, quia et aves ad salutem ab urbe, liberis.


Urbis moenia tuta. Populus paludes profugit.

Populi quoque insulam Grado consederint, 
profugi domos construxit ut aves 'tabernacula, 
defenderet se unda et absconsionem a fasciculos.
Sic natus est Gradus."





Quando Attila si avvicinò alle mura della città, grande fu il terrore,
 e si racconta che perfino gli uccelli portassero in salvo, via dalla città, i loro piccoli.


Le mura della città erano poco sicure. La gente fuggiva tra gli acquitrini.

La gente si stabilì anche sull’isola di Grado, 
I fuggiaschi costruivano case simili a nidi di uccelli marini,
 si difendevano dalle onde con ripari e fascine.
Così nacque Grado. 

Sapevatelo!

Share/Bookmark

2 commenti:

Alien ha detto...

I discendenti di Attila tornarono a Grado poco prima del secondo millennio e molti dei cittadini gradesi dovettero fuggire e trovare un riparo, una casa, in quel di Aquileia...

Ennio Pasta ha detto...

Ze vero, bisognarave dili a sti qua che i viri e unici furlani, in fondo semo noltri, e le avanguardie le vemo mandae a occupà danovo la nostra vecia casa, Aquileia.