La definizione e richiesta dello stemma risale al 1919 con podestà Giovanni Marchesini.
La commissione araldica del Regno d'Italia aveva assegnato a Grado la torre d'argento aperta con due finestre e due palchi di merli.
Negli anni che vanno dal 1920 al 1984 lo stemma ufficiale era la torre merlata a tre torricelle.
Il problema era però sorto sullo sfondo, il colore richiesto dall'Amministrazione Comunale era il rosso, che ornava le berrette dei fanti gradesi e ricordava i panni rossi che coprivano gli scanni dei maggiorenti dell'epoca, mentre la commissione araldica indicava il campo azzurro, e da la si fermò tutto.
Risolta la vicenda con un atto notorio in cui personaggi locali dichiaravano sotto giuramento che il campo per lo stemma e per il gonfalone municipale era sempre stato rosso finalmente fu appianata la questione del colore del campo e definitivamente assegnato, con decreto del Presidente della Repubblica lo stemma ufficiale della Città di Grado assieme al titolo di:
"Città di Grado"
- considerato il valore storico artistico e della qualità turistico-curativa ,
Nel 1984 il Comune di Grado si vide riconoscere finalmente ed ufficialmente lo stemma civico con un' unica torre merlata in campo rosso.
Lo stemma fu rilevato dalla targhetta posta sotto la Pala d'argento esistente dietro l'altare della nostra Basilica.
L' Update di Bruno Scaramuzza vale la pena di metterlo in evidenza perchè da completamento e qualche apporto in più al post:
Ciao Ennio, garghe zonta (tanto per ronpe) per quanto a mia conoscenza. Negli antichi documenti che ho avuto modo di visionare presso l’Archivio di Stato di Venezia, lo stemma della nostra città è sempre ad una torre, stemma che si mantiene in tale veste anche sotto l’Amministrazione austriaca. Ad essere pignoli aggiungo che la torre sparisce dai documenti comunali sotto l’Amministrazione francese (1806-1813). Finita la prima guerra mondiale, per ignoranza (niente di male) l’Amministrazione comunale retta da Giovanni Marchesini, motu proprio, cambiò lo stemma da una torre a tre torri pensando che quello ad una torre fosse un regalo degli odiati austriaci che si doveva assolutamente cancellare: eravamo o no redenti? E tutto filò liscio fino agli inizi degli anni ‘80 quando si portarono i nostri vessilli a riparare e farne di nuovi presso una ditta specializzata a tali lavori. E qui cascò l’asino. La ditta chiese al Comune in base a quale autorizzazione statale il Comune lo ostentava.
1 commento:
Ciao Ennio, garghe zonta (tanto per ronpe) per quanto a mia conoscenza. Negli antichi documenti che ho avuto modo di visionare presso l’Archivio di Stato di Venezia, lo stemma della nostra città è sempre ad una torre, stemma che si mantiene in tale veste anche sotto l’Amministrazione austriaca. Ad essere pignoli aggiungo che la torre sparisce dai documenti comunali sotto l’Amministrazione francese (1806-1813). Finita la prima guerra mondiale, per ignoranza (niente di male) l’Amministrazione comunale retta da Giovanni Marchesini, motu proprio, cambiò lo stemma da una torre a tre torri pensando che quello ad una torre fosse un regalo degli odiati austriaci che si doveva assolutamente cancellare: eravamo o no redenti? E tutto filò liscio fino agli inizi degli anni ‘80 quando si portarono i nostri vessilli a riparare e farne di nuovi presso una ditta specializzata a tali lavori. E qui cascò l’asino. La ditta chiese al Comune in base a quale autorizzazione statale il Comune ostentava lo stemma a tre torri. Ma sior, i anglisi i n’ha bruzao ‘l archivio, no’ savemo, zè senpre stao cussì ’l stema. No, no, il lavoro non si può fare senza il papir. Allora venne chiesto alla Prefettura come fare per rimediare alla mancanza delle richieste carte. Non dico la procedura . Forse nata per far guadagnare soldi alla Commissione araldica statale che si limitò a chiedere quale fosse il nostro stemma al Museo Correr di Venezia (se non sbaglio), museo depositario del Codice Cicogna. Una torre, fu la risposta , su sfondo azzurro. Perché azzurro? L’aulica Commissione (sempre per ignoranza- niente di male) sfogliando l’atlante corografico d’Italia dell’Amaldi, pubblicato poco dopo la proclamazione del Regno d’Italia, trovò il nostro stemma ad una torre su sfondo azzurro. E azzurro doveva essere. Fortunatamente il Consiglio comunale accettò la decisione di una torre (carte veneziane, ciò, lo dizeva) ma non l’azzurro. Ignoro chi personalmente in Giunta seppe far prevalere la tesi del rosso, una saggia decisione, ma non perché il rosso fosse il colore dei berretti dei fanti o del panno degli scranni, ma perché il rosso è il colore dei nostri vessilli (diciamo, ad occhio, almeno dal 1200). Rossi erano i vessilli di parte imperiale, rosso a Venezia, rosso a Trieste, rosso in quasi tutti i comuni friulani e via, via in Italia. Rosso il colore dei ghibellini (imperiali), ignoro il colore dei guelfi (del papa, mia ignoranza - niente di male).
Te saluda, B.
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