Un pomeriggio luminoso, baciato dal sole, ha fatto da contorno alla bella iniziativa promossa dall' Associazione Teatro della Mandragola capitanata dalla vulcanica Monica Maran dei Serenoti,
un raggio di sole virtuale anche sul futuro della cultura gradese perchè lascia intravedere nuovi personaggi, nuovi scorci di poesia, nuove forze che occupano il campo così fascinoso ma difficile del percorso poetico, in specie dialettale.
La presentazione del libretto di liriche "graisane" ha avuto come cornice un posto spettacolare come il Key West ai margini della Costa Azzurra o "Spiagia Vecia" verso il tramonto.
Molto pubblico contento e allegro, diverso dal solito pubblico serioso e compassato che ho sempre visto presente in occasioni come questa, ma veniamo al libro:
Voga a Sigonda
i protagonisti quattro poeti dialettali ben conosciuti dal popolo del web vanno stampati su carta con uno sforzo organizzativo notevole e meritorio dell' Associazione Teatro della Mandragola, liriche in dialetto gradese di quattro protagonisti diversi:
Stefano Dovier (Teti), Monica Maran, Mauro Marchesan, Damiano Marchesan
le fotografie sono della nuova etoile dell' immagine locale Roberto Camuffo
Quattro mondi, quattro prospettive, quattro sfaccettature, un' unica visione: Grado.
La via e la vita gradese.
Il linguaggio dialettale è essenziale, scarno, con intonazioni a volte amare, si incentra sulla descrizione in forma simbolica del veloce trascorrere della vita.
Una poesia ricca di immagini, di fatti vissuti, di situazioni.
Quattro vite un' unico intento, condividere emozioni con tutti noi.
Bravi ed emozionanti i lettori Fiorella Canesin e Nevio Scuz.
Bravi!
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