Settanta anni di storia, le cansòn de Gravo rappresentano l'epico racconto delle vicende dell'isola, 50 le edizioni del Festival della canzone Gradese.
Ricordare può servire per crescere, per fare tesoro dell’esperienza passata e scegliere, di conseguenza, come organizzare il proprio futuro.
Una specie di resumè di 70 anni di storia graisana, perchè il Festival nasce nel 1946.
Nel ricordare, non ci focalizziamo sul passato, ma soprattutto sul futuro, da creare consapevolmente grazie a quanto imparato da quel che è successo.
IO, che sono consapevolmente arenato su questo banco di sabbia che è "Casa Mia", voglio ricordare e ringraziare i tanti personaggi "graisani" e non che con il loro lavoro, la loro dedizione hanno conservato le tradizioni portando lustro a Grado.
Il Festival è pur sempre competizione ma non mi sta bene dare giudizi sul bello e sul brutto, una carrellata sugli stati d' animo più profondi, anime che si mettono a nudo rivelando le loro sensibilità, rispettando sempre la traccia, lieve ma ferma, di fondo.
Essere Graisani.
Sono stati tutti bravi per professionalità, per passione e dedizione.
Mi sono sentito al solito orgoglioso di questa mia gente e sollevato dal fatto che nonostante tutto ci siamo sempre, come senso del collettivo.
un Festival… per sognare e per far sognare.
Certo, si può sognare per sfuggire alla realtà presente con le sue contraddizioni, indossando le ali della fantasia e della pura immaginazione, ma anche per progettare il proprio futuro, per migliorarsi, per ripensare al proprio percorso umano, per elaborare desideri, aspirazioni, magari rischiando di cadere nell’illusione o addirittura nell’utopia, spesso devastanti.
Insomma viva il Festival e viva i Graisani.
Ha vinto “ Noltri do” una bella storia d’ amore cantata benissimo da due ragazzi
seconda “Al xe furlan” una fantastica storia, un concentrato dell’ essere graisan cantata da delle bambine che rassicurano sul futuro della nostra Isola, e sul carattere graisan.
terza “ ’N ‘oltra busia” interpretata benissimo dal suo autore Mattia Marchesan
Tutti gli altri, bravi e a pari merito, quarti.
50° Festival