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11 giugno, 2017

Casoni maranesi e storie



MI spiace molto dell' avvenuta distruzione del Casone di Geremia (un personaggio vulcanico simpatico e propositivo), un luogo che conosco da moltissimo tempo, una grande idea realizzata con sacrificio e dedizione.  
La proposizione intelligente al turista e ai ragazzi delle scuole dell' ambiente lagunare, della sua storia e dei suoi uomini, quasi con grazia, proponendo una giornata piena di colore e immersi nella natura e cultura.
Sono sicuro che sapranno ricostruirlo se aiutati dalle Istituzioni. 

"Incendio ieri all’alba alle Foci dello Stella nella Laguna di Grado e Marano. Sono andati distrutti due casoni. Uno purtroppo era lo storico e noto casone di Capitan Geremia, patrimonio della civiltà lagunare visitato ogni anno da migliaia e migliaia da studenti e turisti."



Il casone è stato per secoli la prima casa della gente della laguna, riparo dalle intemperie, ricovero delle attrezzature e baluardo di difesa dagli aggressori.
Non solo tutela e mantenimento di questa parte importante della storia maranese a contatto con la laguna, ma anche forma di sviluppo e occupazione per i giovani. 
Infatti, in controtendenza con gli ultimi decenni, oggi a Marano ci sono diversi giovani che stanno riprendendo in mano le tradizioni"

Piccola  storia di due piccole comunità contigue ed antagoniste:
quella gradese e quella maranese.

Oltre ai vari motivi storici di lite tra i nostri due paesi ci sono un paio di cosette che contraddistinguono e caratterizzano le nostre due comunità per certi versi così simili.

Da sempre i veri motivi del contendere sono stati di origine economica ma la miseria era simile.

Antica fortezza sulla laguna, roccaforte ambita e coccolata dalla Repubblica Veneta, Marano fece la scelta di parteggiare per il Conte di Gradisca in una guerra con Venezia e  fu il disastro, persero la guerra e noi, i gradesi, alleati fedeli di Venezia, la vincemmo.

La Laguna fu data in giurisdizione politico-economica a Grado e al suo Conte.

La comunità Maranese, povera forse più di quella gradese, fu così obbligata a versare pesanti dazi al Conte di Grado per poter esercitare la pesca in Laguna.
Parlando di dazi, è ovvio che ci odiavano, già era difficile sopravvivere immaginarsi dover pagare per farlo.

Odio per questo ricambiato con fervore dai nostri vecchi perchè i maranesi non sono mai stati troppo rispettosi delle regole e siccome "de note ze scuro" la pesca di frodo in tutti i siti  è sempre stata un loro passatempo ben praticato anche in tempi recenti.

I Maranesi si vantano di un incursione fatta a Grado per rapire delle donne venute a mancare alla loro comunità causa una tremenda epidemia, vorrei far notare la stranezza del fatto che sopravvissero in 17 alla tremenda epidemia alla base dell' evento, tutti uomini e abbastanza in forma, nonostante uscissero da una situazione difficile, da affrontare una comunità non proprio amica come quella gradese.

Mah?  leggende metropolitane che fanno humus ma con scarse basi di verità, vero è che in certe zone lagunari,  le nostre famiglie a differenza di quelle maranesi dimoravano in Laguna nei casoni, e nelle Isole di S. Andrea e a Punta Lignano, (che secondo Bruno Scaramuzza all' epoca era abitata da una grande famiglia dei Lugnan da cui la derivazione Lignan), frequentavano e vedevano più facilmente maranesi nei dintorni piuttosto che graisani molto più distanti e dalla frequentazione nasce tutto.

C' è da dire che su questa storia della donne a Marano ci marciano sopra:

bon possiamo dire che i "ze mesi graisani".

Grandi pescatori e lavoratori i maranesi, non temono il mare e la fatica.  


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