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03 giugno, 2017

De sto Dialeto


Domenico Marchesini (Menego Picolo) nasce a Grado nel 1850 e vi muore nel 1924, figlio della Grado storica poco conosciuto perchè purista del dialetto antico, attraverso i suoi scritti riusciamo a conoscere l'arcaismo dialettale del vero proto veneto graisan che evita con grande attenzione le contaminazioni del giuliano triestino, proponendo con forza la vigoria del dialetto autentico graisan.

Menego Picolo non mitizza il suo mondo, non ha bisogno di compiere per esso un recupero nella memoria non  sorge in lui il desiderio o la necessità di questo itinerario spirituale. 
Esprime il rimpianto del tempo che fu e ne fa una idealizzazione sentimentale, di tipo casalingo diremmo e, come i gabbiani o i  germani, si trova bene nella sua laguna.


Più che "rappresentarlo" Domenico Marchesini ci "presenta" il microcosmo gradese: un nucleo la cui struttura sociale si esaurisce in pochi elementi: i pescatori di mare e di laguna, gli artigiani e i renaioli

Un mondo aspro che sa di amaro e di sale come le alghe dei nostri lidi. 


Aggiungo una traduzione in lingua della poesia di Menego Piccolo per agevolare la comprensione talvolta difficile dei termini inusuali del gradese arcaico che Lui adoperavava per scrivere.
La traduzione descrive la sua rabbia per i tanti presuntuosi e pseudo intellettuali che abbandonano la parlata locale in favore della nuova lingua italiana che Menego definisce Fiorentinae.


Questo Dialetto (Graisan)
(a quelli che disdegnano e lo pasticciano)

In verità, capendo fa dispetto,
che a Grado tanti si impegnino per bravura
a disprezzare la patria in qualche aspetto
pur ignoranti di cultura linguistica.
Del puro vernacolo toscano 
che oggi il progresso impone e ci procura
Ma, eppure tra questi compari, del nostro dialetto
pensano che faccia ridere e sfiguri.
Sono Queste schifezze che non hanno pari
Con il sistema dell’ eco e del somaro
Più d’ uno, in questi discorsi per darsi arie,
Di Dante e Cicerone prendono le veci
Fiorentinate di stampa straordinaria
Sputano dentro (ai loro scritti) senza capirne molto
Quelli che si credono dottori
e di capirlo bene senza averne una base
Meritano, lassè sta, di essere impalati
Senza incolpare la filologia che tace.

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