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21 gennaio, 2019

Abbandono e giro in bici


Non tengo neanche più il conto, in questo ultimo mese, di quante volte ho aperto un documento e ho iniziato a scrivere, per poi, dopo poche righe, buttare tutto via con un delete; o di quante volte al giorno ho setacciato, il web, alla ricerca di quella notiziola sfiziosa, di quella polemicuccia magari anche frou frou che un tempo solleticava subito la malizia e faceva partire il post in automatico. 

Giro e giro, e al massimo ne tiro fuori uno sbadiglio. Ma cazzo, che dovrei raccontare?

Alla millesima volta che ti ritrovi davanti la stessa idiozia espressa in forma appena appena diversa da quanto accaduto il mese prima, e da quanto accadrà il mese successivo, dici no, basta, ma chi me lo fa fare, adesso prendo e vado a fare una passeggiata per conto mio, vado in un bar a farmi uno spritz, mi dedico al décupage. 

Qualsiasi cosa, pur di evitarmi questo immenso strazio, questa noia infinita.

L’idea di riuscire a fornire tramite il blog contenuti originali è bella,  piena di entusiasmo, ma la stanchezza, almeno nel mio caso, nasce proprio dall’impossibilità di trovarne od immaginarne in una società che di originale non sembra avere più niente, assomiglia sempre più ad una palude popolata di fantasmi che si sbracciano nell’illusione di essere ancora vivi. 

Una società fatta ormai di copie di riassunti in cui persino i mascalzoni e le loro mascalzonate non hanno alcuna intrinseca grandezza, ma solo il tanfo di stantio che si portano dietro i meschini nelle epoche di penosa decadenza. 
Mi rendo conto che tenere un blog  diventa quasi inutile, una fatica e basta che pochi notano e nessuno commenta.

Mah! oltre alle mia passeggiate in bici alla velocità di "nissun me core drio" passerò anch'io  il tempo cazzeggiando su Facebook, magari rispolverando la rinnovata voglia di video e tenterò di farmi passare questa malinconia, questa ombra sugli occhi e piano piano abbandonerò il Blog al suo destino.


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2 commenti:

Mario Corbatto ha detto...

I dise che incuo xè al giorno più triste de l’ano. Me sa che anche tu tu son stao contagiao. Ma spero che no tu moli, me te leso sempre e creo che nissun comó tu al tien alto quel poco che resta de la graisanità, quela vera che no la esiste più. Spero de lesete ancora

Ennio Pasta ha detto...

Mah Mario, te ringragio dei compliminti, sarà un attimo de offuscamento e comunque al processo al ze in corso da garghe tempo, al blog lo fasso più diradao, no creo che lo bandonarè del duto anche perchè me dispiase per voltri che sè cussì buni de leselo, 'ndarè più pian, meno frenetico, publicarè robe graisane sercando de mantignì viva sta fiamela che ne agita a noltri.
In ogni caso usarè anche facebook coi video che stago metendo a punto co granda sodisfassion, al mio account ze enio pasta. o de qua o de la se lesemo comunque.
Ciao e ancora grassie.
Enio