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02 febbraio, 2008

Evoluzione del diritto di uso Civico


Il decreto legislativo 265/2001 ha trasferito alla Regione Friuli-Venezia Giulia, tutti i beni dello Stato appartenenti al demanio idrico, comprese le acque pubbliche, gli alvei e le pertinenze, i laghi e le opere idrauliche, situati nel territorio regionale, e quindi evidentemente anche la Laguna di Grado e Marano.
Ma
Una Sentenza della Corte Costituzionale 157/73 (sollecitata dal Comune di Marano) afferma, tra le altre cose, che: "i beni appartenenti al pubblico demanio sono nel nostro ordinamento oggetto di diverse forme di uso: vi sono usi normali, comuni o speciali ed usi eccezionali, caratterizzati dalla parziale sottrazione di beni demaniali all'uso generale, collettivo o individuale, e dalla correlativa attribuzione di diritti di godimento esclusivo a determinati soggetti, espressamente previsti anche dall'art. 823 c.c.";
e quindi come si può
trasferire alla Regione Friuli-Venezia Giulia, giusto verbale 2 marzo 2007 fra Agenzia del demanio del Friuli-Venezia Giulia e la Regione beni la cui iscrizione di proprietà risulta ancora in capo ai Comuni nonché ai privati;
in quale modo si possa trasferire beni che risultano non suoi, senza prima procedere all'accertamento del diritto ed eventualmente all'esproprio;
e
come mai lo Stato, nella veste del Magistrato delle Acque di Venezia, rilascia concessione "nei limiti delle disponibilità dell'Amministrazione concedente, ai soli fini idraulici, fatte salve ed impregiudicate le competenze ed i diritti di terzi, Enti e privati cittadini" non abbia mai messo in discussione tali diritti mentre la subentrante nel diritto Regione Friuli-Venezia Giulia sì;


Queste sono considerazioni che propongo agli amministratori comunali gradesi, che se ne facciano carico subito, concertando una difesa del nostro diritto assieme ai ben più combattivi maranesi, per una volta guardando all'interesse comune e non a beghe campanilistiche.
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