Per il lunario di Luglio mi affido ai versi straordinari di Mario Pigo:
S A B I O N
Sabion lisiero
Sabion valìo,
Polvere de oro colda del gno lio,
Tu tu ‘i dà un brivido de zogia
Al corpo nuo
Lassandolo sfinìo.
Mario Pigo
Le Ville Bianchi
Alphabetical Divide
Graisani ! ‘viva i graisani,
‘viva i graisani, ‘viva ‘sto mar
e ‘viva Gravo !
“W i graisani !” ‘viva i graisani anche inbrugiùni,
che i frega duti e dopo i và in confessional;
“W i graisani !” rosario e borsa de la spesa,
graisani bigoti, quìì che và vìnti volte in cesa.
“W i graisani !” ‘viva i graisani a muso duro,
graisani astiusi, senpre ‘rabiai col mondo intiero.
“W i graisani !” graisani che i te da ‘na man,
che i giùta duti, buni comò un toco de pan !
W I Graisani e pensieri molesti
Al Cogolo
Al Cason
Da quando il Comune ha tentato di intromettersi, le complicazioni burocratiche si sono moltiplicate sino al punto da far stufare tutti e a dir di no alle condizioni poste dai vari Enti che non sanno nulla di voti, di lavoro gratuito, di volontariato generoso e senza condizioni, ma sanno tutto di divieti, di rotture di scatole, di si ma, per fortuna la Madonna è intervenuta e toccando per un attimo (un attimo eh!) la fronte del Sindaco, le ha fatto scrivere un'ordinanza che in deroga a una montagna di orpelli ci autorizza per una sera ad essere buoni, generosi e allegri.
Grazie Madonnina, se hai un attimo di tempo c'è un sacco di altra gente da toccargli la fronte.
Poco conosciuta è la storia della valenza politica che per lunghissimi anni sotto l'egida del Leone di S. Marco ebbe questa festività tutta gradese. Il periodo del Perdon serviva a rafforzare l'idea del potere repubblicano di Venezia ove a tutti veniva ricordato che nessuno era superiore al popolo, i giorni di festa erano 3 e in quei tre giorni denominati la Pasqua Rosada, decadeva il potere del Conte di Grado che veniva sostituito da un Capitano nominato dal Consiglio e da un Contestabile nominato dall' Arengo (la comunità) tutte le questioni, fossero di odio o guerra, erano sospese in quei tre giorni per rispetto e fede
I Miracoli della Madonna
Vitige Gaddi
I Von Treffen- Furlan/Tedischi
La Tavola peutingeriana è una carta che rappresenta il mondo conosciuto nell'età antica: vi manca l'estremo Occidente; tutto il resto fino alle foci del Gange è disegnato sopra una striscia di pergamena lunga m 6.83 e larga m 0.34.
Il disegno risulta pertanto alquanto deformato, essendo la linea nord-sud ridotta rispetto a quella ovest-est.
La carta vuol essere un sommario delle grandi strade dell'Impero romano, e delle stazioni situate lungo di esse come delle distanze che le separavano.
Le città sono segnate da piccole case o torri; quelle piú importanti da mura torrite. Roma, Costantinopoli e Antiochia sono distinte da un circolo che porta nel mezzo una figura la quale per Roma è incoronata.
La Tavola Peutingeriana ricevette il suo nome dal suo antico proprietario Konrad Peutinger di Augsburg, il quale l'aveva ricevuta dall'umanista Konrad Celtes di Vienna nel 1507.
Si ritiene che la Tavola Peutingeriana sia copia di altra piú antica.
Gli studiosi sono dell'avviso che l'originale sia da collocarsi nell'età imperiale: alcuni ne situano la composizione nel IV secolo d.C., altri nel III d.C., altri ancora nel II dopo Cristo.
Tavola peutingeriana
Xerxes è l'utente più odiato di I fucking hate you, l'anti-social network più cliccato del momento. - "Mi odiano tutti perché sanno che sono meglio di loro e mi seguono dovunque perché sono dei cani senza speranza" -Sono la versione speculare e “cattiva” dei Social Network, dove la gente si iscrive per insultarsi e le liste sono fatte di nemici, mentre quelle degli amici sono basate su persone che hanno almeno un nemico in comune. Sembra follia, invece stanno riscuotendo parecchio successo.
Antisocial Network
La Git e la piscina coperta
Grado e Pietre Magiche
«In mezo a i nuoli e a ciapi de silise,
pusao sul canpanil che varda 'l sielo,
xe un anzolo de oro che 'l te dise
in un sunsùro che 'l te fà più belo:
- Me son quassù comò una sintinela
per qui che va col remo e co' la vela!».
da Vecio Ricordo di Mario Pigo
L' Anzolo- Arcangelo S.Michele
Michele Gereon - Calendario 2010
I Batelanti
par me al mar l'è fat di aghe
L'emigrante
Dicono che tutti i giorni dobbiamo mangiare una mela per il ferro e una banana per il potassio.
Anche un'arancia per la vitamina C e una tazza di tè verde senza zucchero, per prevenire il diabete.
Tutti i giorni dobbiamo bere due litri d'acqua (per poi pisciarli, che richiede il doppio del tempo che hai perso a berteli).
Tutti i giorni bisogna mangiare un Actimel o uno yogurt per avere gli "L. Casei Immunitas", che nessuno sa bene che cosa cavolo sono, peró sembra che se non ti ingoi per lo meno un milione e mezzo di questi batteri tutti i giorni, inizi a vedere sfocato.
Ogni giorno un'aspirina, per prevenire l'infarto, e un bicchiere di vino rosso, sempre contro l'infarto, e un altro di bianco, per il sistema nervoso.
Se li bevi tutti insieme, ti puó venire un'emorragia cerebrale, peró non ti preoccupare perché non te ne renderai neanche conto.
Tutti i giorni bisogna mangiare fibra.
Molta, moltissima fibra, finché riesci a cagare un maglione.
Si devono fare tra i 4 e 6 pasti quotidiani, leggeri, senza dimenticare di masticare 100 volte ogni boccone.
Facendo i calcoli, solo in mangiare se ne vanno 5 ore.
Ah, e dopo ogni pranzo bisogna lavarsi i denti, ossia: dopo l'Actimel e la fibra lavati i denti, dopo la mela i denti, dopo il banano i denti... e cosí via finché ti rimangono dei denti in bocca, senza dimenticarti di usare il filo interdentale, massaggiare le gengive, risciacquarti con Listerine...
Meglio ampliare il bagno e metterci il lettore CD, perché tra l'acqua, le fibre e i denti, ci passerai varie ore lí dentro.
Bisogna dormire 8 ore e lavorare altre 8, piú le 5 necessarie per mangiare = 21. Te ne rimangono 3, sempre che non ci sia traffico.
Una giornata normale
Giornata Mondiale dell' Ambiente
La Compagnia Spettacoli Viaggianti
Al Voto, Al Voto
Silise
Le silise le xe tornae
le suoga lisiere pe 'l sielo.
Vien al bel tenpo de l'istae
Xe duto un rie, xe duto belo.
E le silise va lontane
'Bandonando al nostro lio.
Le creevemo graisane
A stagion finia, le ganbia nio.
Fermi quà, nò femo che spetà
I oltri che vegna, che vaga
I oltri che ciapa, che daga.
E spetemo... le silise tornarà.
Lunario di Giugno