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30 maggio, 2011

Elezioni Amministrative-We can do it!








Aaaaargh!        Yes we can!

Non è proprio l'alba di una nuova era, ma si intravede una luce di consapevolezza e serietà.


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Il sesso del futuro sarà virtuale?


Trascinato in ricerche di antropologia e, per me, archeologia mi sono imbattuto in questo articolo che, se per me significa la rinascita di speranze e voglie appassite, per i giovani può deviarli dalla retta via e affidare alla tastiera del computer ben di più dei loro pensieri ma anche opere ed omissioni.

Il mio è un appello: state attenti a non esagerare con la tastiera del computer, i polpastrelli potrebbero comunicarvi strane voglie e sensazioni e soprattutto guardatevi intorno che non ci siano bambini.

Il sesso del futuro sarà virtuale
Basterà un computer e Internet


Nei prossimi dieci anni i rapporti di coppia saranno sempre più virtuali. E' questa la conclusione a cui sono giunti alcuni esperti che si sono riuniti in un seminario per delineare le peculiarità e l'evoluzione del sesso del futuro. "Ciò che sembra molto probabile prima del 2016 è un'esperienza multi-sensoriale di sesso virtuale", ha detto Julia Heiman, direttore del Kinsey Institute for Research in Sex, Gender and Reproduction all'Università Indiana di Bloomington.

Nel mirino dei sessuologi ci sono soprattutto rapporti erotici costruiti ad hoc, a seconda delle esigenze di chi li programma. "C'è la possibilità di sviluppare materiali erotici per uso personale che consentano di creare un partner di certe dimensioni e qualità, che dica e faccia certe cose nell'interazione", ha spiegato Heiman. L'obiettivo degli esperti è sempre il piacere fisico, ma entro dieci anni i tradizionali canoni sessuali potrebbero subire un cambiamento radicale.

La "teledildonica", ad esempio, permette già a persone collegate a due computer distanti di manipolare dispositivi elettronici come un vibratore per scopi sessuali. Ne sa qualcosa Steve Rhodes, presidente di Sinulate Entertainment, che negli utlimi tre anni ha venduto migliaia di oggetti sessuali connessi a Internet. "Non è qualcosa che fanno solo gli estremisti", precisa il pioniere del sesso elettronico.

Annie Sprinkle, ex attrice di film per adulti, prostituta e autrice di "Spectacular Sex" per cui la teledildonica non è altro che una evoluzione logica degli strumenti per il piacere.
"Ora la gente usa tanto i vibratori e giustamente; la tecnologia dei giocattoli sessuali è largamente migliorata", ha spiegato la pornostar.

Ma non è tutto qui. La sfera sessuale del futuro, infatti, passa anche per una fusione tra il video e le sensazioni tattili. In questa direzione un esempio interessante è rappresentato da "Virtual Jenna", bizzarro videogioco erotico che, grazie ad apparecchi che interagiscono con i movimenti del video, consente agli utenti di avere un rapporto sessuale con un cartone animato realistico della pornostar Jenna Jameson. "Nessun grande editore probabilmente ci si avventurerebbe, potremmo essere l 'Hustler o il Playboy o il Penthouse del gioco per adulti - ha precisato Brad Abram, presidente di XStream3D Multimedia e padre di "Virtual Jenna" - I giocattoli per il sesso sono un grande business"
.

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29 maggio, 2011

"La Dota" - La Dote



Parliamo di tradizioni che scompaiono, una di queste è lo sposarsi.

Sposarsi è ormai considerato un lusso e un incaglio nella vita di ognuno.

Sposarsi in chiesa, poi, è ormai roba da ricchi o da eccentrici.

Ma una volta...
Una volta, mi sembra di raccontare una fiaba ed è la realtà, sposasse era un traguardo, uno scopo di tutte le famiglie che facevano di tutto, qualsiasi sacrificio pur di accasare una figlia.

Una delle componenti essenziali di una brava giovane era la "Dota", il corredo che si portava in dote per l'inizio della nuova vita in comune, per la nuova famiglia costituita;
vediamo allora l'elenco che ad inizio secolo era considerato minimo:

6 pera de nissioi grandi
6 pera de piculi (col monograma rosso)
12 sugamani
6 canevasse
4 tovagie (una granda per 12 no deve mancà, le oltre quadrate e picole per 8) tovagioi e portatovagioi col monograma rosso a punto crose
6 pera de mudande felpae
6 pera de mudande coi corduni, de tela, ricamae a fiuri
12 pera de mudande co la gamba longa col monograma
6 magie sensa maneghe
6 busti de lana o coton
6 cotoluni lavorai col gazo
coverturi e sfelsade
terlisie de i cussini e intimele
colse e scarpe
e un matiné...


Si può notare il pragmatismo della tradizione popolare mescolato ad arte con la civetteria del monogramma delle mutande ricamate a fiori e ... il matinè, che fa pensare ad una vita tutta in rosa:
e invesse... dalongo dopo sposae le se vistiva de nero e le feva comò le vedove...
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27 maggio, 2011

Non avremo l'acqua per il bidet



Non potremo farci più il bidet, così ci potranno accusare impunemente di essere tutti comunisti che non si lavano, è un complotto, sventatelo votando e facendo votare i referendum!
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26 maggio, 2011

L' imbarcazione del "Perdon"


Mi è capitato oggi di leggere sulle lettere dei lettori del Piccolo una perorazione del Presidente dell'Associazione Grado Nostra con cui mi trovo perfettamente d'accordo e quindi ripropongo la sua lettera integralmente perchè a breve il problema si presenterà, visto che al "Perdon" manca poco più di un mese:


Contrariamente a quanto possa apparire, la festa gradese del Perdón di Barbana è, sin dal 1237, di iniziativa essenzialmente civica, non promossa dalla chiesa.
Ciò significa che è la città di Grado a doversene fare carico per corrispondere alla promessa dei nostri avi.
Cosí è sempre stato,con in prima linea i pescatori e i loro natanti, tra i quali spicca la barca ammiraglia che porta la statua della Madonna.
Quando anni fa venne avviata alla demolizione l’indimenticabile “Ortensia”, motopeschereccio di parón Piero Raugna dal nome degli stessi fiori che adornano la festa, su queste stesse colonne ,se ben ricordo, misi una segnalazione in cui auspicavo che questo nobile natante venisse acquisito dal nostro Comune per garantire il trasporto dell’effigie della Madonna la prima domenica di luglio, quando si assolve il voto, per poi magari impiegarlo utilmente durante l’anno in vari modi.
Oggi, atteso che la flotta peschereccia si sta assottigliando per tanti motivi anche di carattere legislativo, si vocifera che, come l’Ortensia, possa essere avviata a demolizione anche l’ammiraglia attuale, il motopeschereccio Giovanni XXIII di Antonio Santopolo.
Una sorte abbastanza verosimile al giorno d’oggi date le difficoltà nell’esercizio della pesca dalle nostre parti.
Ed ecco quindi che si ripresenta il problema e l’opportunità che il Comune acquisisca il natante o un natante adatto in modo da risolvere radicalmente il problema per i futuri decenni.

Augusto C. Marocco
Presidente di Grado Nostra

UPDATE:
E' notizia di oggi che Antonio Santopolo ha donato il Giovanni XXIII alla comunità gradese al prezzo simbolico di un euro, onore a lui:

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25 maggio, 2011

Le seppie --- "Sepe"


Vediamo da vicino il prodotto ittico al centro di una querelle tra pescatori professionisti e dilettanti (sic) del Golfo di Trieste (arisic).

Il cefalopode è vagantivo e anche se si può dar per certa la sua presenza, massimamente nel periodo primaverile, nel nostro Golfo prevederne le quantità è veramente arduo e difficilmente quantificabile, viste le innumerevoli variabili da considerare.

Detto questo vediamo più da vicino questo prodotto del mare così tipicamente veneto:

La seppia è un mollusco cefalopode dotato di una conchiglia interna di colore bianco, appiattita e allungata, posta nella regione dorsale: si tratta del famoso osso di seppia o barchetta.
Poroso e leggero per la presenza di numerosissime microscopiche camere interne che permettono all’animale di equilibrare il suo assetto idrostatico, con lo stesso principio utilizzato dall’uomo nei sommergibili.
I gusci di seppia più grandi venivano un tempo raccolti e forniti agli orefici che li utilizzavano per la fusione di piccoli
gioielli di oro o argento.
La livrea di una seppia viva è estremamente variabile per la presenza dei numerosissimi cromatofori, cellule che le
permettono di variare la colorazione e mimetizzarsi con l’ambiente.
Si avvicinano alla fascia costiera ed entrano anche nelle lagune in primavera per deporre le uova (ua de mar).
Le seppioline nascono a partire da giugno, e si portano lentamente verso il mare nel corso dell’estate.
Il momento migliore per l’acquisto e il consumo di seppie di produzione locale è nei mesi di aprile e maggio (a Grado il 25 aprile, giorno di San Marco, è conosciuto come “al colmo de le sepe”).
Nonostante l’importanza della specie anche per la costa occidentale dell’Alto Adriatico, in una relazione sulla pesca in Italia del 1872, a essa viene dedicata una riga soltanto: “….si smercia nel levante convenientemente seccata”. Faber, nel suo resoconto sulla pesca nel mare austroungarico (1882), conferma questo metodo di conservazione per tutti i cefalopodi e li dice oggetto di esportazione ad Est, “specialmente in Grecia”.
Artisti dell’essiccazione delle seppie erano i pescatori chioggiotti.
Forse ancora oggi sulle barche chioggiotte e lungo le calli di Chioggia è possibile scorgere qualche seppia eviscerata,
legata al sartiame o sistemata tra le imposte a seccare e qualcuno la usa ancora come gomma da masticare.
Un tempo, a bordo dei bragozzi, le seppie essiccate, dopo esser state battute come il baccalà (stocafisso), venivano messe sotto la cenere del fogon e mangiate senz’altro trattamento.

In un mercato sempre alla ricerca di nuove proposte culinarie sono sempre più frequenti le paste, il riso, i sughi fatti con il nero di seppia, il famoso inchiostro con cui la seppia si nasconde durante le fughe o copre le uova dopo averle deposte.
I cuochi più accorti fanno provvista dei sacchetti del nero proprio durante questa stagione.
D’altra parte, fin dai primordi della gastronomia italiana, le vescichette del nero venivano legate e affumicate, costituendo così il sale di seppia, “sì che quando volessi fare salsa, savore, brodo o altro mangiare nero, tu ricorra a quello” (Anonimo Fiorentino)


Insomma della "sepa" no se gheta via ninte!
Tutte le notizie mi provengono dall' amico biologo Aurelio Zentilin maranese verace.
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24 maggio, 2011

Mauro Pra Floriani


1° prova di Coppa del Mondo a Racice in Repubblica Ceca, 22/5/11

La Stagione agonistica continua nel migliore dei modi per una delle punte della canoa azzurra, che dopo aver vinto una delle selezioni olimpiche in una prova a Milano battendo il favorito triestino Zerial, si è presentato al primo impegno internazionale in gran forma, pronto ad affrontare la stagione che deciderà i posti per le Olimpiadi di Londra 2012.

Sabato sera morale alle stelle per il campione gradese Mauro Pra Floriani che si è classificato 7° nella finale di coppa del Mondo nel K2 200 uomini in coppia con Regazzoni.

"Sono molto soddisfatto delle mie gare" è stato il suo commento.

Noi tutti con l'Ausonia nel cuore sognamo di vedere un gradese come possibile olimpico, sarebbe una cosa epocale.

Forza Mauro

La foto è un' elaborazione di una serie di fotografie tratte dall'album di Mauro Pra Floriani
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23 maggio, 2011

Una Storia...una vita



Concorso fotografico: OBIETTIVO LAGUNA--MARANO LAGUNARE

Premiato il gradese Lorenzo Boemo al 1 concorso fotografico ” obiettivo laguna” organizzato dell’Amministrazione Comunale di Marano Lagunare, organo gestore delle riserve naturali regionali VALLE CANAL NOVO E FOCI dello Stella, in collaborazione con l’Associazione culturale “LA SERAIA”;

per far conoscere il paesaggio naturale,l’ambiente,la flora,la fauna e gli aspetti storico-culturali che caratterizzano la bellissima Marano e la sua laguna.

Tema del concorso: sez.A: UCCELLI DELLA LAGUNA
Sez.B: MARANO E LA SUA LAGUNA

Dopo il vaglio della giuria di esperti che ha valutato ben 50 fotografi provenienti da ogni parte d’Italia ha premiato l’artista gradese Lorenzo Boemo per la sez.B al terzo posto assoluto per la foto:

“UNA STORIA..una vita”.

La mostra è aperta presso la “Pescheria Vecia” MARANO LAGUNARE

Come al solito Lorenzo ci fa inorgoglire, ma vorrei che per i prossimi concorsi, magari mi avverta prima così vediamo di promuovere presso i nostri ragazzi queste iniziative, c'è un sacco di gente brava con la macchina fotografica qui, e vista la povertà dell'offerta gradese ci si può spostare all' esterno.

La foto di Lorenzo mi fa ricordare un lavoro che avevo ideato tempo fa, poi abortito, un racconto fotografico sulle mani che lavorano, la foto sotto è un' esempio di quello che volevo fare.


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21 maggio, 2011

IGRADO


Capita, facendo surfing sul web, di trovare dei link interessanti su Grado, ma stavolta quello in cui mi sono imbattuto su segnalazione di mio figlio instancabile utilizzatore di IPhone è veramente una chicca.

L'applicazione ha come titolo "IGrado" è stata sviluppata da un'idea di Massimo Gaddi ed è gratuita, gira su IPhone, IPad e IPod touch si scarica da ITune andando sul sito Igrado, è tradotta anche in tedesco e descrive i vari servizi e indirizzi utili per la nostra città, ha un servizio di prenotazione dell' ombrellone in spiaggia, web cam, previsioni del tempo e un servizio di streaming con Radio Fantasy.

Insomma una splendida idea che segue le nuove strade dell'internet mobile, con qualche magagna - crasha spesso e il servizio GPS ti butta fuori dall'applicazione, ma sono difetti di gioventù rimediabili con un refresh del software.

Insomma Massimo Gaddi ha interpretato come meglio non si poteva il nuovo corso della comunicazione pubblicitaria sul mobile, ed è bello sapere che grazie a lui ci siamo anche noi tra le applicazioni di IPhone.

Scappelliamoci tutti al suo cospetto.

Thanks!
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20 maggio, 2011

Significato delle parole


Ricevo da Paolo Busdon della Lista Liber@ e con grande piacere pubblico, perchè soprattutto condivido tutto quello che scrive, qualcuno evidentemente non ha capito bene quello che è successo a Grado in questi giorni.






Ma le parole vogliono ancora dire qualcosa ?

Spesso si utilizzano delle parole che non rispecchiano il reale significato di ciò che dovrebbero rappresentare.
Senza voler ricordare situazioni estreme, dove parole buone come “il lavoro rende liberi” nascondevano un tragico significato, possiamo citare le più recenti “guerre preventive” oppure le “missioni di pace” che coprivano l’invio di una grandinata di bombe o di missili su popolazioni cui si voleva “imporre” la democrazia.

A chi è abituato a riflettere su come viene utilizzata la comunicazione, in particolar modo negli ultimi vent’anni, non sarà sfuggito che, oltre ad adoperare le parole con significati diversi dagli etimi originari, non di rado, vengono utilizzati ossimori, cioè l’accostamento a parole di aggettivi che sembrano contraddirle.

Tali paradossi, di antica memoria, hanno avuto nei secoli significati diversi infatti, se i greci li consideravano paralogismi, cioè semplici errori di ragionamento, in tempi più recenti avevano il significato di contrastare le regole andando contro l'opinione corrente. Recentissimamente tali accostamenti hanno avuto l’unico scopo di mascherare la realtà, confidando nella sempre crescente superficialità che contraddistingue l’opinione pubblica.

Senza dover ricercare esempi più importanti, possiamo ricordare l’affermazione di Maricchio con la quale sottolineava la vittoria della sua coalizione “non politica” rappresentata da un simbolo di partito che, oltretutto, rappresenta la maggior “forza politica” nazionale.

La realtà è che tali affermazioni, che siano formulate scientemente oppure no, hanno dei precisi significati.

Lo stesso discorso è riproponibile per le parole utilizzate dal nostro caro giornalista locale.

Il successo elettorale di Liber@ è diventato, per il Cazzullo de noaltri, un “voto di protesta”.

Potremmo disquisire all’infinito ricercando quale protesta sia stata messa in atto e verso chi era indirizzata, ma, probabilmente, non otterremo nulla di interessante.

Una analisi più approfondita, mi porta a considerare invece che l’utilizzo delle parole in modo errato, in questo come in molti altri casi, non è una rappresentazione di ignoranza o di superficialità, ma è espressione di un pensiero, di un punto di vista, di una posizione.

A nessuno verrebbe in mente che, in un mercato libero, comperare un’automobile Nissan rappresenti una “protesta” nei confronti della Fiat o della Opel. Certo è che nella Cina di Mao, dove il mercato gestito dal potere proponeva solo ed esclusivamente la divisa blu per tutti, acquistare un paio di blue jeans veniva descritto come una forma di protesta o di ribellione.

Infatti è proprio il mercato chiuso della politica, in mano ad una oligarchia, a cui ben volentieri l’informazione si è allineata e sottomessa, che impone il parlare di “protesta” invece che di “novità”, nel caso venga proposta una qualsiasi forma di cambiamento.

Le novità non possono esser contemplate da un sistema che è asservito al potere, infatti la “protesta” presuppone, in qualche modo, che la palla ritorni alla vecchia politica per la ricerca di una soluzione, mentre le “novità” hanno già in sè una proposta di soluzione che tende a superare i vecchi schemi politici e di conseguenza anche i “poteri” ad essi collegati.

In sostanza il punto di vista espresso in quegli articoli altro non è che “istinto di sopravvivenza”.

Ripeto quanto ho già scritto in precedenti interventi.

Noi di Liber@ abbiamo offerto una alternativa prima di tutto culturale che vuole mettere al centro della politica l’etica attraverso strumenti come la trasparenza e la partecipazione diretta dei cittadini.

Sono proprio gli strumenti testè citati che possono fare la differenza.

Non possiamo aspettare che le soluzioni le trovino gli altri, non possiamo aspettare che l’informazione ci raggiunga, non possiamo delegare e basta, dobbiamo impegnarci, tutti assieme, a partecipare, controllare, capire e, se del caso, criticare. Solo un atteggiamento di questo tipo può neutralizzare i tanti che, arroccati in trincea, stanno difendendo posizioni di privilegio.

Giorgio Gaber in una bellissima canzone del 1972 ha espresso in maniera sublime il concetto di democrazia e quindi di libertà:
La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero,
“libertà è partecipazione”.

Paolo Busdon
Liber@
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18 maggio, 2011

Festa dei Graisani a Barbana nel 1991



Se se moveva in "ciapo" comò masurini e co poco se steva ben insieme.

Carrellata di popolo e di persone, qualcuno è ormai scomparso, del nostro piccolo mondo.
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17 maggio, 2011

Buon vento Grado


Ero pronto a scrivere di essere in un paese di vecchi :o

Il problema non è solo che siamo un paese di vecchi, è che siamo un paese vecchio dentro, chiuso, meschino, pigro e senza speranze, perché persino i sogni costano fatica e noi quella fatica non la vogliamo fare, e brontolare senza costrutto è più facile e dà tanta soddisfazione, perché questo i vecchi fanno sempre, da sempre: brontolano dando la colpa al destino del mondo che han costruito e che contribuiscono a mantenere in vita.
Il problema è che siamo un paese di vecchi, e i vecchi siamo noi.


Invece, me par impossibile, c'è ancora speranza, il paese, la parte più frizzante, meno rassegnata, reagisce si compatta e fa sperare anche vecchie carampane come me.

WOW Liber@ prima lista di Grado, un voto non condizionato, anzi, promesse di trasparenza amministrativa che da noi si traducono in sofferenza (lagreme e mussi) sposate con gioia da 1102 votanti il 24,31 % dei voti validi, un quarto dei graisani.

C'è di che gioire.

Voglio augurare al nuovo Sindaco un buon lavoro (ne avrà bisogno) con la certezza comunque che siamo tornati alla decenza democratica ed è uno di noi, eletto da noi, il resto dipenderà da lui e dai suoi collaboratori.

Buon vento comunque a Grado!

Se il futuro si addensa di nuvole scure, che la strada sia ben tracciata, perchè chi la percorre sappia la direzione giusta.
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Piove ma son contento



Ancora piove, ma son contento :)))) !
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16 maggio, 2011

Graisanglobal




Ho letto recentemente un' articolo su un settimanale che parlava della nuova forma di comunicazione il "globalenglish".
Globalenglish la nuova lingua che accomuna tutto il mondo.
Più immagini meno parole maggior velocità nella comunicazione


Si tratta del nuovo linguaggio usato per lo più in Internet che adatta in tutte le lingue termini della lingua inglese come (media, portali, siti, newsletters, blogs, post ecc....) e accomuna le parole (poche) alle immagini.
Le considerazioni, amare, dell'articolista vertevano sull' impossibilità di fare ragionamenti profondi, di considerare le questioni in ballo nella loro pienezza, ma prendeva atto che così la comunicazione diventa globale e senza confini.

A tale proposito in questi giorni frenetici pre-elettorali ho seguito, come tutti immagino, le vicende del nostro amato lido attraverso Facebook e credo che qui da noi abbiamo inventato un nuovo tipo di linguaggio il "Graisanglobal" uno strano dialetto maccheronico con un mix di parole ancora più complesso del Globalenglish, dove si rinuncia ad ogni tipo di sintassi pur di comunicare qualche cosa.

Devo dire con una certa efficacia, anche se si avverte dietro ogni messaggio l' urgenza di comunicare, di far conoscere il proprio pensiero, le proprie ragioni, allora si sovrappongono parole, si litiga per un nonnulla , qualcuno URLA, (malta, no, muro) tutto pur di prevalere, di farsi distingure, di avere gli - I Like - numerosi da esporre come trofei.

Bon con oggi è finita, domani si saprà tutto, e consiglierei di ritornare a rivedere la proprietà del linguaggio che si usa, perchè lo scambio serva anche a far crescere il profilo culturale oltre che quello del celodurismo.
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15 maggio, 2011

Terminated









...per adesso!
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14 maggio, 2011

Gravo a la volta del magio


Dopo aver subito uno shutdown di 24 ore della piattaforma Blogger, con relativi sudori freddi per la perdita dei dati, tutto è tornato alla normalità e per cui rieccomi con questa poesia di Nevio Scaramuzza dedicata al momento politico attuale di Grado:




Gravo a la volta del màgio

La cultura e le tradissiòn
le xe ‘ndae in tombolon,
xe gambiagia l’orassiòn
Gravo futura la sta sul barcòn.
E te rìva la curta stagiòn
col çertificato, per le votassiòn.
Quii che prima veva musi duri
desso i promete milanta favuri;
i te salùda col surìso duto in t’un
per vè una carièga in comun.
Xe çinque i candidati a sindaco che se mete in discussion,
co programi futuri, ciapài de tanta emosiòn;

Dozento e più xe i “porta acqua” sul suto,
zuvini che i se promète de duto
e “politici” esperti per dute le stagiòn,
votai in ‘te la distinsion, a ‘n drissa l’aministrassion.
I cumissi i xe ‘ndai in pension,
i partiti no i conta un patacòn,
se fà e se dìsfa fracando un botòn,
cò l’impression de risolve la situasson.
Xe ora de scartassà quel che xe restào,
l’impegno dalongo vol misurao,
e che al Sindaco, imprèssio, al sèpia ben, che fà
sarà al pàrecio per la “vera graisanità”.


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12 maggio, 2011

Cambio di Ideale


Concittadini,
lo riconosco: ero un idealista.

Schernivo i consumisti, gli avidi di denaro,
i burocrati, i demagoghi.
Non ho cambiato niente e nessuno.
Ormai non sono più idealista.

Scrivo domande in bollo.

Vi prego di astenervi cortesemente dall’essere
consumisti, avidi di denaro, burocrati, demagoghi.
Nella speranza di veder accolta
la mia domanda.


da ivan Kulekov

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11 maggio, 2011

Bilancio Elettorale


Ricevo e pubblico ben volentieri.
E' la prima volta che mi capita di sapere quanto è stato speso per una campagna elettorale locale, non si finisce mai di fare nuove esperienze:

Bilancio provvisorio dei costi sostenuti dalla Lista civica Liber@ per la campagna elettorale 2011.
La lista Liber@ si è finanziata la campagna elettorale chiedendo un contributo di 100,00 euro a tutti i candidati ed al candidato sindaco. Inoltre c’è stato un cittadino che ha contribuito con una donazione di 50,00 euro.
Per tale motivo quindi, il baget della campagna elettorale di Liber@ è stato di 1750,00 euro.

Vengono di seguito presentate le spese sino ad ora sostenute che, in sostanza, dovrebbero rappresentare anche il consultivo finale, che in ogni caso verrà presentato a fine campagna elettorale.

Stampa di 22 locandine 70x100 cm euro 143,50
Stampa di 2500 pieghevoli a 3 ante euro 249,60
Ristampa di 2500 pieghevoli a 3 ante euro 220,00
Acquisto e stampa di 3 bandiere 150x100 con il logo Liber@ euro 218,40
Acquisto e stampa di 18 magliette con il logo di Liber@ euro 180,00
Spese per la produzione dei DVD (Acquisto DVD, copertine ..) euro 200,00
Diritti SIAE per la distribuzione dei DVD euro 10,86
Spese per fotocopie del programma amministrativo euro 70,00
Stampa 1600 santini personalizzati euro 312,00
Stampa 2500 santini non personalizzati euro 150,00
Stampa 2 simboli di Liber@ 100x100 per l’Ape euro 52,00

Totale euro 1.806,36


Va ricordato che nessuna spesa è stata preventivata, e quindi sostenuta, per offrire rinfreschi, o qualsivoglia forma di libagione, agli elettori.
Il passivo risultante dal conto economico sarà ripianato con una ulteriore contribuzione dei candidati.

Lista Civica Liber@
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10 maggio, 2011

I have a dream


L' idea della democrazia partecipata è un sogno di grande educazione civica vi racconto molto succintamente la sua storia dalle origini:

Quella della democrazia è un’idea antichissima, una delle prime cose che sono venute in mente agli australopitechi insieme al fuoco, l’acqua calda e l’aria fritta.

Un giorno, grosso modo milioni di anni fa:
-Sentite, ragazzi, perché invece di fare sempre tutto a casaccio non ci organizziamo?
Ottima idea. Cosa significa organizzarsi?
Per esempio, invece di andare a caccia di selvaggina tutti insieme, potremmo delegare qualcuno, così gli altri se ne possono stare a casa a costruire utensili, fare graffiti preistorici e riprodursi.-


N.B. "Approfondire bene la parte sul riprodursi."

A quel punto bisognava decidere il modo di scegliere i delegati.
C’erano varie possibilità: discutere tutti insieme e decidere all’unanimità, estrarre a sorte, votare a maggioranza.

Alcuni australopitechi hanno scelto la discussione di gruppo: sono andati in cerca di un luogo adatto, si sono seduti tutti insieme a discutere e si sono estinti.

L’estrazione a sorte è stata invece subito scartata per evitare che la scelta cadesse su australopitechi ritardati, visto che all’epoca non era stato ancora inventato il buonismo.
La votazione a maggioranza sembrava allora la cosa più ragionevole e rapida, e così è nata la democrazia rappresentativa.
Le cose hanno funzionato per alcune epoche geologiche: i delegati cacciavano e gli altri costruivano, dipingevano e si riproducevano con tutto quello che capitava a tiro, donne comprese, e dopo ogni glaciazione si facevano nuove elezioni.
Piano piano, però, la gente ha iniziato a disinteressarsi dei propri eletti e di concerto gli eletti facevano un po quel cazzo volevano.

E arriviamo ad oggi, le cose non sono cambiate dai tempi degli australopitechi.

Il mondo oggi è un mondo frenetico, bisogna fare tutto di fretta: lavorare di fretta, mangiare di fretta, se si può, scopare in fretta.
Non sempre c’è il tempo per rendersi conto che il programma elettorale del proprio partito preferito sembra l’ennesimo remake dell’invasione dei marziani.

Sarebbe eccezionale se uno avesse la lucidità di dire -anche a questo giro non so proprio un cazzo, che faccio?
Non voto.-
Invece no, con questa storia che il voto è un diritto-dovere e che sono dovuti morire mucchi di trisavoli per poterlo garantire, la gente va a votare comunque, entra nella cabina elettorale e fa la X sul primo simbolo che riconosce.
Questo è obiettivamente un problema. Come risolverlo?

Un' idea molto semplice potrebbe essere:
far precedere la scheda elettorale da un piccolo test di accesso, niente di che, giusto due domande per scremare l'elettorato televisivamente scorretto

Quante sono le Camere del Parlamento Italiano?
1. Due.
2. Quattro.
3. Cinque, più il bagno e una piccola cabina armadio.

Chi elegge il Presidente della Repubblica?
1. Il Parlamento integrato da rappresentanti delle regioni.
2. Il Consiglio dei Ministri.
3. I telespettatori.

Ecco il minimo indispensabile di educazione civica giusto per dare ragione agli antenati australopitechi sulla scelta della democrazia rappresentativa.

Nasce da un'idea tratta da qui
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Nota di servizio


Ho scritto molte volte che questa è casa mia, ma a quanto pare il clima finto-infuocato di queste giornate pre elettorali fa dimenticare la buona educazione a gente che normalmente la usa, e allora siccome ritengo che prevenire sia meglio che sanzionare:

Avverto tutti di non aversela male, ma, fino a quando l'elezione non sarà conclamata, ogni commento sarà preventivamente letto da me prima di essere pubblicato e siccome i miei tempi di lavoro sono quelli che sono non avetevela a male se non vedete all'istante pubblicato quello che scrivete.

Ciao e buona fortuna a tutti belli e brutti.
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09 maggio, 2011

I Cinema all'aperto


I loro nomi "S.Marco", "Azzurro", Parco delle Rose", Razzo.

Veri e propri Cinema Paradiso, i Cine all'aperto, una vera magia dell'estate gradese.

Il primo "ssst!" partiva subito quando qualche ritardatario muovendo la ghiaia si sedeva rumorosamente, magari litigando sottovoce con i vicini per il posto da raggiungere.

Le atmosfere magiche create da qualche insetto che girava dispettosamente davanti all'obbiettivo del proiettore e rompeva la concentrazione degli spettatori sul film proiettato, le coppiette che si appartavano verso il fondo a sinistra dove il buio era più profondo e vivevano in un altro film.

Sembra sia trascorso più di un secolo invece era cinquantanni fa, ora sono malinconicamente spariti, erano l'appuntamento di prima serata per tanti turisti per poi proseguire nei dancing, anche quelli all'aperto, perchè la vacanza al mare questo richiedeva, un cielo sopra la testa.

La vacanza era poesia, un'atmosfera piena di musica, di gente contenta, di profumi delle cucine, con le luci del Golfo di Trieste come falene che proponevano un grande abbraccio con il mare.

Ora con cosa volete che ci abbracciamo, con i sostegni di cemento di fontane senza senso, con fondi piastrellati.

Nella foto Il cine "Parco delle Rose" nel 1940 durante uno spettacolo all'aperto, foto tratta dall'archivio di Graisani.com
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08 maggio, 2011

I Competitors nostrani



Sono stato al confronto dei cinque candidati sindaco e alla contrapposizione dei loro programmi guidata da un giornalista del Piccolo.

Innanzitutto la gente, c' era un sacco di gente, cosa non solita a Grado, sembrava la rappresentazione di una commedia, sbavava dalla voglia di vedere dei compaesani tentare di sbranarsi tra di loro per evidenziare la bontà delle proprie proposte in contrapposizione a quelle degli altri sicuramente peggiori o limitate.
Insomma l'arena, i competitors, i guerrieri, il sangue che scorre, tensione che corre.

Poi, pronti via e prima delusione, qua di guerra feroce tra competitors feroci non se ne parla, tutto molto all'acqua di rose, sia il presentatore che doveva essere il coltello da raggirare nella piaga sia i primi candidati che, con voce sommessa (l'audio faceva veramente schifo) espongono quasi leggendo il loro programma sui vari punti tirati in ballo dal giornalista.

Poi un pò di speranza, l'ultimo dei candidati con voce roca (era influenzato) ma potente non spiega il suo programma di governo, lo sputa.

Dice le sue certezze su quello che va fatto per riportare questo nostro paese alla luce del giorno, certifica la necessità della trasparenza del governo locale e la necessità della partecipazione dei cittadini a tutte le decisioni cruciali che si dovranno prendere in futuro per far si che il paese sia retto da una comunità e non da potentati occulti esterni ad esso e interessati al solo proprio ed esclusivo profitto.

Dico la verità, ho avuto un flashback improvviso, mi sono rivisto giovane di ventanni con la mia maglietta con stampato Che Guevara a partecipare a tutti gli scioperi della scuola che per ogni motivo si facevano nel '68, ho rivissuto per un momento la passione, l'identità collettiva degli ideali giovanili, la rabbia per la certezza dell'esclusione a tutte le decisioni cruciali che venivano prese sulla nostra pelle, sul nostro futuro, poi è passato e ho risentito la voce molle di un'altro candidato che parlava di non preoccuparsi, ci avrebbe pensato lui e i suoi referenti politici a pensare non più al mio di futuro che ormai, la vita è passata in mezzo a mille delusioni, ma al futuro dei miei figli e allora me ne sono andato per conservare senza incazzarmi quel minimo di dignità che è rimasta e con la sensazione che non cambierà nulla nel futuro immediato di Grado se la gente non prenderà il proprio cuore in mano e voterà alla prossime amministrative con il sentimento e non con la ragione.
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07 maggio, 2011

Maurizio Oransz



Scoprire il passato di Grado è avventura affascinante per me, il problema che mi si pone sempre è il tempo necessario per ricerche sistematiche, allora è da tempo che ho deciso di affidarmi alla casualità che significa tenere gli occhi aperti su quello che mi circonda, nomi di strade, targhe ricordo ed edifici, poi quando mi colpisce qualcosa parto.

Questa volta quello che mi ha colpito è stata una targa ricordo dedicata ai coniugi Oransz nel giardinetto davanti al condominio "Alla Salute" in viale Dante.

Una breve ricerca mi ha aperto gli occhi su un mondo imprenditoriale che credeva in Grado, su persone buone ed illuminate , mai mossi da puri tornaconti personali, innovativi e di grande personalità.

Vediamo allora brevemente chi era il Dott. Maurizio Oransz:
giunto a Grado nel 1905 costruì la Casa di Cura-Albergo "Alla Salute" inventandosi una tubatura di captazione dell'acqua di mare dalla poco lontana Diga al suo Albergo, proponendo in maniera assolutamente pionieristica le prime cure termali in acqua di mare.

Volle ingentilire l'aspetto dell'area antistante la casa costruendo a sue spese un giardino (dove ho visto la targa un po sbiadita) dotandolo di un grande barometro e di una tabella con le ore di varie capitali europee per sottolineare la vocazione internazionale di Grado.

Essendo medico chirurgo assistette malati poveri sempre senza mai chiedere compensi e da imprenditore di lungo corso trattò il suo personale sempre con grande correttezza e magnanimità.

Con sua moglie Sofia fu prelevato dai nazisti a Grado nel novembre 1943 in quanto ebreo, internato ad Auschwitz, fu purtroppo trucidato.

Era un gradese come noi, di grande levatura e un uomo buono, ogni tanto, se capita, date un'occhiata alla targa e pensate che se quel giardino è ancora la e non trasformato in qualcosa di cemento è perchè lui l'ha donato alla nostra comunità con l'unico patto che restasse per sempre giardino.

Per il fantascientifico albergo di cura (per l'epoca) purtroppo non c'è stato nulla da fare, bacchetta di cemento e appare il condominio.
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06 maggio, 2011

L' acqua



Per quel che si sa l'acqua l'ha creata gratis il Padreterno.
prov da Mamma
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04 maggio, 2011

Aldo Smareglia


Di Aldo Smareglia avevo scritto un post diverso tempo fa ma il suo prodigarsi per Grado è ben più ampio.

L'apertura della stagione della Git, mi ha fatto ricordare l'impegno di Aldo Smareglia nel settore della talassoterapia.

La grande novità, che fece conoscere Grado nel mondo della medicina termale, fu organizzare il Convegno Nazionale della Talassoterapia svoltosi a Grado nell' agosto del 1929.

Qui avvenne il primo contatto della realtà curativa gradese con l'aristocrazia scientifica nazionale.

Aldo Smareglia e Grado nel suo insieme riuscirono a proporre e convincere, i numerosi intervenuti, delle grandi qualità del clima gradese, del nostro sole, della nostra sabbia.

Seguendo l'intuizione del dott. Barellai e la storia ormai consolidata dell' istituto Barellai sulle cure marine riuscì a dare all'Azienda Turistica un' indirizzo non solamente turistico, promuovendo l'aspetto medicale del clima, del mare e della sabbia inventandosi così le Terme Marine nate nel 1931.

Il lavoro di Aldo Smareglia è stato far diventare Grado luogo per il turismo e per la salute.

Questo binomio è diventato inscindibile per il nostro Paese e ragione di benessere per i suoi abitanti.

Ricordiamoli questi uomini, ci hanno indicato la strada da percorrere.

Nella foto Aldo Smareglia all'ingresso delle Terme
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03 maggio, 2011

Iniziative elettorali


Io a dir la verità sono un po deluso, mi aspettavo una competizione elettorale non dico urlata che non se ne sente il bisogno ma almeno dinamica, coinvolgente.

Invece le solite cose, incontri con i soliti tromboni regionali o provinciali, orari del cavolo per chi lavora, le 18 che diventano 19 o le 20 che diventano 21 perchè la maleducazione è diffusa e quindi la puntualità come minimo disattesa.

Non so, io avevo pensato per una lista giovane e nuova come Liber@ a una gita con un bell'apecar con megafono incorporato e una biciclettata di tutti i candidati e sostenitori con la maglietta con il simbolo appiccicato sulla schiena per il centro e poi dove sembra ci sia un po di gente un bel comizio con musica soft di sottofondo;

e si curiamo i mali del mondo - passeme quel spriss per piasser - la laguna, i fanghi il lavoro giovanile - ciò coso, no sta a magnate duti i tramezini prima che ebbio finio de ciacolà- le case a tutti a prezzi accessibili, la raccolta differenziata, la pesca- ma comò te vevo dito de portà i sacchi de le scovasse- .

Ecco! una festa, dove gli argomenti sono serissimi e ben esposti ma non ci si annoi come al solito, solo per il morale.

Ovviamente ho citato la Lista Liber@ solo come esempio dovuto al fatto che avrei dovuto elencare un mucchio di liste per non fare torto a nessuno, ma l'idea vale per tutti e no la costa ninte.
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02 maggio, 2011

Lunario di Maggio



Per il Lunario di Maggio ho scelto una bella poesia di Edi Tonon.
Tratta dal libro "Giosse de un tempo amaro" del 1975.

EDI TONON è stato un uomo fortunato. Fra i molti "eredi" di Biagio Marin, che non sono poeti, egli si trova proprio nel gruppo ristretto di quei poeti che non sono eredi di Biagio Marin.


Egoista

Volaravo una casa in Gravo vecia
nova de drento, neta, ma de fora
sensa tocà,
che la restessa vera.

E v'he drento un logusso duto mio
co' le gno carte, i libri e i gno pinsieri
e vive là,
proteto da quii muri.

Ogni tanto 'ndaravo per le strae
a saludà i amissi, che i ze tanti,
per domandai
se duti i ze cuntinti.

Vivaravo felisse in quel logusso
sensa che 'l vogio mio cognossa el pianto,
sempre cussì,
spetando el gno momento.

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Libero di volare e farmi vento




reblogged da
http://maisuccesso.tumblr.com/
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01 maggio, 2011

Voto del 1 Maggio a Barbana


E' sempre meno partecipato ma il 1 maggio è dedicato al voto dei pescatori gradesi alla Madonna di Barbana.

Recita così l'ex voto appeso su una parete del Santuario:

Quando la notte del 3 giugno 1925 la flottiglia di pesca gradese forte di 56 barche sorpresa e travolta da furioso ciclone fu dall' invocata B.V. di Barbana protetta ed incolume restituita al suo porto.
A perenne memoria gli equipaggi riconoscenti offrono.
Grado 26 luglio 1925.


Ora salta agli occhi che la data dell'accadimento e quindi del voto è il 3 giugno ma l' arciprete di Grado dell' epoca spostò un pelo maliziosamente la data della processione votiva -prima domenica di giugno- con il primo maggio per contrastare le manifestazioni della festa dei lavoratori che a Grado tendevano a conquistare pericolosamente sempre più simpatie nel mondo chiuso dei pescatori, tradizionalmente religioso ed osservante della chiesa, e che cominciava a squotersi dal torpore di secoli.

Nella foto del 1900 pescatori gradesi a Barbana in preghiera
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