Non hanno mai avuto vita facile i Sindaci del nostro Comune, la vivacità (sic) della nostra gente, l' insofferenza alla prepotenza di certuni, la piaggeria e la noncuranza della cosa pubblica di tantissimi altri (sempre pronti a salire sul carro del vincitore ma allo stesso tempo prontissimi a scendere) porta a formare uno strano mix quasi sempre esplosivo che rende la vita difficile se non impossibile a chi governa.
Un tempo poi potevi nascondere le cose profittando della mancanza di mezzi d' informazione, oggigiorno non è così tutto deve essere in trasparenza con un' opposizione ferrata e pronta, tutto viene visto e giudicato in diretta e non ci si fa pregare per dissentire anche pesantemente, ma vediamo un poco con gli occhi del passato cos'era per il popolo graisan "La Comun"
"La Comun" così è detto il Palazzo Comunale, nelle cui sale la vita cittadina viene amministrata con fortune alterne da secoli.
La storia popolana fa iniziare la sua costruzione al Doge Pietro Orseolo all'inizio del 1100 ma sembra che sia datato in epoca posteriore e conta varie ricostruzioni.
L'Aula del Consiglio ove si svolgeva la vita pubblica del paese era vasta e poteva contenere tutti i convenuti alle adunanze, dette "le concioni de tota universitate Gradi".
L'aula pubblica era rivestita in legno con il soffitto in travi curvi come il fasciame di un'imbarcazione.
Tutto intorno, lungo i muri stavano i banchi dei consiglieri.
Una parte del palazzo serviva da abitazione al Conte di Grado.
Erano frequenti le grandi riunioni "delli huomini del luoco" con la folla al centro dell'aula vociante e indisciplinata e i consiglieri e il Conte seduti severi e silenziosi attorno (più o meno come oggi no?), ma le proposte venivano ascoltate, discusse e poi decise collettivamente (uguale, uguale ad oggi) .
Quel Consiglio in quel Palazzo rispettava i sentimenti locali, riproponendo sempre la ragion di Stato Veneta, accompagnata da un forte senso religioso e si considerava figlio del Patriarcato.
La legge del governare era considerata una vicenda seria, rapportata ovviamente alle necessità di ben governare poca gente, ma esigeva il rispetto delle Istituzioni da parte del popolo dandosi un cerimoniale aristocratico, in cambio restituiva rispettabilità e attendibilità nelle decisioni comuni.
i nostri vecchi saggiamete dicevano:
"robe de la Comun, robe de nissun"
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31 ottobre, 2013
29 ottobre, 2013
Il Logo: Sussurri delle Cube
Sussurri delle Cube è diventato un modo di dire, un logo per indicare in lingua le ciacole.
Ne sono contento, non era propriamente il mio obiettivo ma gli effetti collaterali delle azioni che si intraprendono se sono positivi danno grande soddisfazione.
Nella fotografia (di qualche tempo fa) un gruppo de mamole graisane, tutte potenziali collaboratrici dei Sussurri delle Cube, cò le sove ciacole.
La sede è quella estiva, sul reparo.
Il Logo: Sussurri delle Cube
28 ottobre, 2013
Modifiche al Piano Regolatore- Cromazio LEX
Un suggerimento per la modifica del Piano Regolatore Generale del nostro comune arriva da Giovanni Marchesan "Stiata":
La Legge Cromazio
Ili no i sà
ili no pol savè
che esiste
La legge Cromazio 3/88
V° esse - 40 punto otto -
Centro Storico per l' edilizia.
Una legge che è una delizia!
Comò sarave a dì
che ze sta roba?
Cromazio... lege nova.
NUOVA?
Questa è una legge antica
signori miei.
E per quelli che han poca memoria
si suggerisce
di ripassar la storia!
Cromazio
Vescovo de Aquilegia Antica
sarà ze passao
un milecinquesento ani
al se ha pensao
de fa una Ciesa pe' i graisani
prima che Atila rivessa.
E cussì l' ha fato
La Ciesa de le Grassie
UNA BELESSA!
Però...però
se anche se trateva de "Sacro Luogo"
l' aquileiense Vescovo
no l' ha possuo andà
oltra 'na certa altessa,
par che za a quii timpi
la lege no lo permetessa.
Alora
ispirao dal Sielo
in quatro e quatroto
al s'ha pensao Cromazio
de fa un quartier per soto.
E se 'ndè drento a quela Ciesa
A drita
fra le colone, ze 'na bariera
e là
podè veghe un pavimento de mosaico
giusto tre metri sototera!
Ecco la lege Cromazio
40.8
QUEL CHE NO SE POL FA' PER ALTO
SE FASSA DE SOTO!
Firmato:
Agenzia Immobiliare "Ferro-Cemento"
C R O M A Z I O
L' Agenzia inventa spazio!
Modifiche al Piano Regolatore- Cromazio LEX
27 ottobre, 2013
Informazione artefatta
Sono momenti di incertezza, un eccesso di informazione crea artatamente confusione per evitare alla gente di riflettere, di pensare ad un problema alla volta.
Viene a mancare la fiducia e questo pensiero di Ralf Dahrendorf ne spiega le conseguenze:
Quando la fiducia comincia ad incrinarsi, la libertà arretra e si arriva alla guerra di tutti contro tutti.
Chi prospera in uno stato di anarchia? I signori della guerra, gli impostori, i giullari.
Non certo i cittadini
Non è un chiodo fisso è la realtà raccontata e descritta dai media di oggi, che passa da una miriade di donne ammazzate agli sbarchi dei clandestini alla crisi economica globale, per trascurare o mascherare almeno la disperazione dei tanti precari in attesa di perdere il posto di lavoro, dei nuovi disoccupati per chiusura di fabbriche fino allo scorso anno con grandi prospettive di crescita.
Non appena il problema del sociale emerge una nuova catastrofe globale compare all'orizzonte e distrae e impegna tutti i media.
La strada è corta e la libertà è qualcosa di diverso da quello che starnazzano in Tv e scrivono sui giornali, ce la stiamo fottendo da soli.
Informazione artefatta
26 ottobre, 2013
Ottobre, ze caligo
Ottobre è il mio mese, per varie e importanti ragioni, le più importanti la nascita di mia figlia e della mia nipotina, ma anche:
Perché è il mese in cui tutto è incerto.
Perché è l’anello più debole nella catena del tempo e delle stagioni, il passo zoppicante, il tratto di penna più incerto; e come tutti gli anelli deboli alle catene, è quello che lascia intravvedere l’imprevista possibilità della fuga e del ritorno.
Perché si lascia scoprire di soppiatto, come un frusciare d’ali che non t’aspetti, che senti salire lentamente ed è come un lentissimo tuffo nel battito del sangue.
E' il mese che alle cinque del pomeriggio guardi il cielo e il cielo ha un colore che appassisce.
Perché ha il sapore dello disfarsi e dello svanire.
Ma contiene in sé una promessa, che rimarrà nascosta per altri mesi, e che sarà un rimpianto.
Perché è il tempo dei progetti e dei ripensamenti, il tempo del futuro semplice e del passato remoto.
Perché è il gesto che socchiude, senza coraggio, non abbastanza sfacciato da sembrare definitivo; ma è in quella sua timida, esitante lentezza che avverti una perentorietà che non ti lascia scampo.
La porta sempre chiusa… Perché ottobre non ammette repliche.
E anche perché il mare, a ottobre, è bellissimo.
Come se riportasse a terra la spossatezza e la folla e gli urli e i giochi e le corse e le rincorse dell’estate: disfatti.
Come se li restituisse stancamente volentieri: piccolo omaggio alla transitorietà delle cose umane e lieve sussurro di rassicurazione, pronunciato controvoglia.
Perché è il mese degli ossi di seppia e delle alghe marce e degli odori sciroccali di acqua salata imputridita.
E, infine, perché è inattesa luce nuova sul lento placarsi delle onde.
Ottobre, ze caligo
25 ottobre, 2013
Riecco il Festival- Bando di Concorso
( Cantanti del Festival 2013 )
XLVIII festival della canzone gradese - 1946-2013
Un percorso canoro nato nel ’46 “ che si appresta a celebrare la quarantottesima edizione
Il festival della canzone gradese è decisamente la grande festa de i graisani , momento di incontro per la popolazione che ha la vocazione per il canto. Il tradizionale festival della canzone gradese celebrerà la quarantottesima edizione della festa della parlata, Quelli del …Festival della Canzone Gradese, associazione culturale promotore ed organizzatore della manifestazione che in questo clima “contenimento dei fondi “ nel mondo della cultura ha inteso mantener fede alla tradizione al vero impegno socio culturale confidando nel sostegno e nella sensibilità del Comune di Grado, della Provincia di Gorizia e della regione Friuli Venezia Giulia che storicamente sostengono l’evento che mantiene viva la parlata proto veneta assieme alla Cooperativa Pescatori. Tra le tradizioni canore di un’isola rimasta per secoli lontana dai diversi motivi linguistici e culturali del vicino mondo continentale Grado vanta anche quella di una festival di canzoni, tutte rigorosamente in dialetto gradese.
Il festival della canzone Gradese è un avvenimento folcloristico e canoro che si ripete da oltre mezzo secolo, più precisamente dal febbraio 1946 – prima di Sanremo, grazie alla lungimiranza della Cooperativa Pescatori, allo scopo di offrire una piacevole serata di varietà musicale dilettantistica. Nel dopoguerra, quando questo straordinario incontro del popolo con le sue canzoni ed emozioni ebbe inizio una sferzata di ottimismo arrivò dai lavoratori del mare con quel capolavori di socializzazione che è stato allora “Veliòn del pescaòr”. Attorno a questa emblematica festa da ballo nelle sale adornate con le reti da pesca e “fiuri de tapo”, si strinsero con entusiasmo non solo i pescatori , ma la generalità dei cittadini gradesi per trovare e assaporare un nuovo sentimento di unione e solidarietà. La grande festa suscitava un bellissimo clima di euforia liberatoria e di fiducia per un felice destino dopo le tragedie. Proprio nell’ideale contesto di questo appuntamento di puro svago comune nacquero le prime canzoni gradesi, le perle dell’espressione popolare che tuttora è viva e presente , quale insostituibile sintesi di una Grado scolpita perennemente nel tempo. Il festival è’ in realtà l’espressione più genuina della cultura isolana che affonda le radici della sua storia nei miti e nelle leggende, nel volo dei gabbiani e nel mormorio del mare, nel canto dell’antica povertà trascorsa in letizia. E’ il messaggio che attraverso le canzoni si trasmette da una generazione all’altra per mantenere vivo lo spirito creativo della gente comune che soltanto nella propria genialità sa ritrovare il significato dell’esistenza. Il festival sempre più al passo con i di fatto ha scavalcato il puro e semplice spettacolo trasformandosi in un fenomeno d’identificazione collettiva.
La vera anima “graisana” affiora prepotentemente, emerge dai flutti della quotidianità, in questo appuntamento culturale che vede protagonisti gli autori, i cantanti, l’organizzazione ma soprattutto coinvolge l’intera isola facendo sì che il nostro patrimonio di parole (dal momento che le canzoni obbligatoriamente devono essere composte in dialetto gradese), non affondi come una batela (barca) trascurata.
Oltre al titolo di canzone regina, incoronata dal pubblico in sala, da segnalare il premio “G. Zuberti” Cooperativa Pescatori” al miglior testo, premio qualità Quelli… del festival CJG. ( Presente una Giuria di Qualità). Sempre più ambito il premio Grado International frutto della votazione di una giuria composta da gradesi residenti all’estero collegati via Internet: tradizione e innovazione: negli ultimi anni si registra la mondializzazione del Festival, trasmesso in streaming - diretta via Internet e seguito da migliaia di persone in tutto il mondo, fra cui molti emigrati gradesi, che hanno avuto un ruolo attivo attraverso le immagini digitali e le e-mail inviate direttamente in studio e la votazione di una canzone cui assegnare il prestigioso Premio Internazionale.
Le prime tre classificate parteciperanno al Festival RegionaleFVG che, nella recente edizione 2013, ha visto trionfare la gradese “ Le gno busìe più grande” (A. Marchesan) che si è imposta alla canzoni friulane, triestine, muggesane e bisiache.
Segue il bando 2014
Bando Festival della canzone Gradese 2014
Art.1– L’organizzazione tenuto conto che il dialetto è l’espressione viva, ricca di tradizioni culturali, letterario - musicali, organizza la XLVIII edizione del FESTIVAL della CANZONE GRADESE.
La manifestazione popolare ha il preciso obiettivo di valorizzare la tradizione di Grado nelle sue espressioni poetiche e musicali mantenendo viva la parlata.
Art.2- Le canzoni in gara, categoria adulti, dovranno essere così presentate, pena l’esclusione:
a) il testo dovrà essere rigorosamente in dialetto gradese;
b) la partitura musicale dovrà essere ad una voce con accompagnamento di pianoforte (o fisarmonica), con l’indicazione degli accordi simbolici completa di testo letterario; c) i partecipanti dovranno allegare al testo la partitura musicale, il tutto in cinque copie contrassegnate da uno pseudonimo che sarà riportato, successivamente, all’esterno di una busta contenente il nome e l’indirizzo dell’autore o degli autori; d) i partecipanti dovranno allegare una registrazione completa del brano musicale assolutamente inedito (Cd);
e) ogni elaborato dovrà essere accompagnato da Euro 10,00 (dieci) a parziale copertura delle spese organizzative e, consegnato al responsabile dell’organizzazione, venerdì 3 gennaio 2014 dalle 15.30 alle 18.00 Biblioteca Civica di Grado Via Orseolo I partecipanti al concorso s'impegnano a non divulgare le canzoni presentate al Festival, sino alla conclusione del medesimo, pena l’ esclusione.
Art. 3- Un’apposita commissione giudicherà, insindacabilmente ed inappellabilmente, le composizioni regolarmente pervenute, scegliendo fino a DIECI finaliste che saranno presentate durante serata conclusiva del FESTIVAL DELLA CANZONE GRADESE.
Gli autori delle canzoni finaliste cedono tutti i diritti dei brani all’organizzazione (parimenti quelli di immagine per la trasmissione televisiva) e proporranno al direttore artistico della manifestazione il nominativo del cantante esecutore entro e non oltre (pena l’esclusione) dieci giorni dalla pubblicazione delle stesse. È valida nonché obbligatoria la medesima procedura per quanto concerne l’eventuale presenza di solisti-strumentali nella serata finale.
Art.2- Le canzoni in gara, categoria adulti, dovranno essere così presentate, pena l’esclusione:
a) il testo dovrà essere rigorosamente in dialetto gradese;
b) la partitura musicale dovrà essere ad una voce con accompagnamento di pianoforte (o fisarmonica), con l’indicazione degli accordi simbolici completa di testo letterario; c) i partecipanti dovranno allegare al testo la partitura musicale, il tutto in cinque copie contrassegnate da uno pseudonimo che sarà riportato, successivamente, all’esterno di una busta contenente il nome e l’indirizzo dell’autore o degli autori; d) i partecipanti dovranno allegare una registrazione completa del brano musicale assolutamente inedito (Cd);
e) ogni elaborato dovrà essere accompagnato da Euro 10,00 (dieci) a parziale copertura delle spese organizzative e, consegnato al responsabile dell’organizzazione, venerdì 3 gennaio 2014 dalle 15.30 alle 18.00 Biblioteca Civica di Grado Via Orseolo I partecipanti al concorso s'impegnano a non divulgare le canzoni presentate al Festival, sino alla conclusione del medesimo, pena l’ esclusione.
Art. 3- Un’apposita commissione giudicherà, insindacabilmente ed inappellabilmente, le composizioni regolarmente pervenute, scegliendo fino a DIECI finaliste che saranno presentate durante serata conclusiva del FESTIVAL DELLA CANZONE GRADESE.
Gli autori delle canzoni finaliste cedono tutti i diritti dei brani all’organizzazione (parimenti quelli di immagine per la trasmissione televisiva) e proporranno al direttore artistico della manifestazione il nominativo del cantante esecutore entro e non oltre (pena l’esclusione) dieci giorni dalla pubblicazione delle stesse. È valida nonché obbligatoria la medesima procedura per quanto concerne l’eventuale presenza di solisti-strumentali nella serata finale.
In sede di votazione, durante la serata finale, il pubblico in sala potrà esprimere fino a tre preferenze; è prevista in sala la qualificata presenza della “Giuria di Qualità”.
Per evidenziare il carattere puramente dilettantistico - popolare della manifestazione, non sono ammessi al festival della canzone gradese autori e compositori iscritti alla SIAE.
Art. 4 - L’organizzazione, per il buon fine della manifestazione, può apportare delle modifiche al vigente regolamento e non si assume alcuna responsabilità verso i concorrenti nel caso di sospensione o rinvio della serata finale del FESTIVAL della CANZONE GRADESE.
Per evidenziare il carattere puramente dilettantistico - popolare della manifestazione, non sono ammessi al festival della canzone gradese autori e compositori iscritti alla SIAE.
Art. 4 - L’organizzazione, per il buon fine della manifestazione, può apportare delle modifiche al vigente regolamento e non si assume alcuna responsabilità verso i concorrenti nel caso di sospensione o rinvio della serata finale del FESTIVAL della CANZONE GRADESE.
NB le prime tre classificate parteciperanno di diritto alla finale del festival regionale FVG e ad una serie di manifestazioni, locali, regionali e/o nazionali coordinate dall’organizzazione: a tale riguardo gli esecutori e gli autori si impegnano a garantire la loro presenza e La cessione dei diritti musicali e di immagine per la trasmissione televisiva.
Per info quellidelfestival@gmail.com Bando Festival della canzone Gradese 2014
Riecco il Festival- Bando di Concorso
24 ottobre, 2013
Rifiuti
Tu butti qualcosa in mare, e il mare (dopo un tempo imprecisato e imprecisabile) te lo restituisce lavorato, finito, levigato, lucido o opaco secondo il materiale, e anche bagnato perche' così i colori sono piu' vivaci.
Talvolta, pero', arrivano in spiaggia statue fatte e finite.
"La storia di Grado vede l'arrivo dal mare della statua della Madonna di Barbana", ma non è l'unica, diverse città marinare hanno una storia simile e , non a caso, in quelle citta' rivierasche, ancora oggi le processioni si fanno in barca.
A chi appartengono gli oggetti trasportati sulla battigia?
"Non a chi li trova:
il Codice della Navigazione italiano dice che entro 3 giorni vanno consegnati alla piu' vicina Capitaneria di Porto, che dirama un avviso di ritrovamento. Dopo 6 mesi senza che nessuno lo reclami, l'oggetto sara' venduto all'asta".
Ma non e' tutto.
Spesso il mare restituisce al mittente una montagna di rifiuti, per l'80% provenienti da terra.
Secondo l'Onu, sono quasi 40 milioni le tonnellate di rifiuti solidi che ogni anno si riversano nel Mediterraneo.
Ma la situazione e' a rischio in tutto il mondo:
seguendo la North Pacific Subtropical Gyre, una corrente oceanica che si muove a spirale nell'oceano Pacifico, gli scienziati hanno notato che dagli anni '50 trasporta con se' un vortice di rifiuti, il Pacific Trash Vortex.
In esso si convogliano i rifiuti plastici dell'oceano che si depositano in un'isola di plastica del diametro di 2.500 km (poco piu' della distanza Milano-Mosca), profonda 30 metri e con una massa di 3,5 milioni di tonnellate.
Buttare rifiuti in mare è un gesto banale ma si ritorce contro alla lunga.
Rifiuti
23 ottobre, 2013
Acque alte, Tola e Gesso de Presa
(la foto dell' acqua alta del 1966 è di Rosa Rosella)
Sono maturi i tempi per qualche acqua alta, lo scirocco incombe anche se, finora, il peggio ci è stato risparmiato.
Non c'è nulla da ridere per chi subisce gli effetti di un' acqua alta.
Anche se il fenomeno è ben noto a Grado, fatto stà che veniamo sempre colti di sorpresa e allora cori di proteste, allusioni e carenze addebitate ai politici di turno.
Per rimediare mi sono giunte tante voci una - più simpatica di altre - propone una nuova Associazione Culturale.
Viste le ultime vicende sull'acqua alta mi sono reso conto che a Grado è urgente la nascita di una nuova associazione culturale.
Ho deciso di farmi promotore e fondare questo indispensabile crogiolo di cultura e tradizioni gradesi.
Il nome è gia deciso "TOLA E GESSO DE PRESA".
Scopo di questa nuova creatura non sarà quello di disquisire se la graesanità esiste o non esiste, se è questione genetica o di pensiero ma di insegnare a residenti e non l'uso della tavola e del gesso da presa (per i più benestanti il silicone) per contrastare il fenomeno dell'acqua alta.
Sistema collaudato da centinaia di anni ma caduto purtroppo in disuso perchè i custodi della cultura gradese erano troppo impegnati a parlarsi addosso e stabilire se nel boreto de bisato ci va o non ci va l'aceto.
Chi fosse interessato a partecipare al prossimo corso sull'utilizzo dei complicatissimi strumenti sopra citati può chiedere informazioni sul sito Sussurri delle Cube.Io aggiungerei anche un corso per impermeabilizzare le pareti e sigillare i tombini per evitare l'acqua di sutura, ma mi rendo conto che stiamo parlando della fase successiva o di specializzazione.
(vedi foto a lato del 1951 Con Giovanni Marin inventore de "la sessola de lata")
Acque alte, Tola e Gesso de Presa
22 ottobre, 2013
Croce Rossa, ripresa servizio
Ricevo e pubblico molto volentieri:
Grazie alla preziosa collaborazione delle signore della Caritas, di Anteas e degli Amici Filatelici, Croce Rossa potrà ripristinare la distribuzione di generi alimentari destinati a persone e nuclei familiari indigenti segnalati dai Servizi Sociali del Comune.
A partire da venerdì 25 ottobre alle 18:00 presso la sede CRI di Via Ariosto riprenderà la consegna delle cosiddette “borse della spesa” e gli aiuti, sotto varie forme, che i Volontari CRI hanno sempre garantito sul territorio comunale.
Il servizio potrà continuare per alcuni mesi, fino ad esaurimento delle donazioni ricevute, grazie anche alla solidarietà della signora Nadia Rossi e di alcuni benefattori ai quali va tutta la riconoscenza di Croce Rossa e dei suoi assistiti.
Nell’ambito dell’attività di prevenzione, rivolta alla popolazione, sabato scorso i Volontari CRI della sede di Grado hanno partecipato, in piazza della Repubblica a Monfalcone, a dimostrazioni di rianimazione cardiopolmonare con l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno e di disostruzione delle vie aeree pediatriche, sia su manichino lattante che pediatrico.
Croce Rossa ringrazia per la solidarietà.
Croce Rossa, ripresa servizio
21 ottobre, 2013
Laguna, tante parole
Mi sono preso qualche giorno prima di commentare una notizia pubblicata sul Piccolo del 19/10:
"le acque della laguna di Grado risultano “sane” e la presenza di mercurio nell’acqua risulta nettamente sotto ai valori massimi previsti per legge per la salute dell’uomo"
anche perchè avrei avuto piacere di sentire i nostri responsabili comunali prendere una qualunque posizione.
Ma nulla, toc, toc! non c'è nessuno!
In dieci anni di studi di caratterizzazione, dragaggi, trattamento dei fanghi, convegni e studi vari le energie e i denari spesi in regime di “straordinarietà” non hanno portato a nulla, solo tantissime parole.
Per la bonifica del Sin, il sito inquinato d’interesse nazionale, sono stati spesi 133 milioni di euro poi si sono accorti di aver sbagliato non occorreva considerare un' area così vasta.
Il punto è che sulla Laguna di Grado e Marano si incrociano diversi interessi, non tutti conciliabili tra loro.
Ci sono quelli industriali, quelli naturalistici, quelli turistici e quelli della pesca e poi di quelli che la studiano procurandosi ricche consulenze.
Hanno considerato la Laguna come "un’area ad elevata pericolosità sanitaria e ambientale», ma - hanno aggiunto con bonomia - "questo non toglie che il problema delle concentrazioni di mercurio debba essere affrontato in modo scientifico e non allarmistico."
Capito? allarmistico!
Vent'anni di rotture di palle, costrizioni ambientali, costrizioni e proibizioni di ogni qualsiasi intervento, anche minimo, su canali che si interrano costantemente che impediscono la navigazione e il ricambio idrico lo chiamano allarmismo;
io lo chiamerei più correttamente terrorismo ambientale fatto da posizioni di potere.
Adesso il direttore dell' Arpa Giorgio Matassi dichiara:
"Resta certo l’inderogabile necessità di effettuare i dragaggi: i fanghi non dovranno altro che essere rimessi dove erano. Se ad esempio l’erosione ha “mangiato” gli argini di qualche mota o valle da pesca non si fa altro che recuperare lo stesso fango e lo si rimette al suo posto per consolidare la protezione. Noi diciamo in modo categorico – aggiunge - che non si deve mai portare via il fango dalla laguna in quanto la laguna stessa andrebbe in erosione. È necessario rimetterlo al suo a posto sugli argini, sulle barene e le velme. E il mercurio – conclude Matassi - non è nemmeno un problema: non incide minimamente sulla capacità vitale della laguna ed è all’interno dei limiti di tutela della salute umana».
Capito! non c'è problema, non occorrono carotaggi non occorrono super esperti profumatamente pagati per dire cazzate, bastava fare un' indagine seria.
Ma ora che succederà, se nessuno si muove, tutto questo parlare e scrivere sarà ancora un esercizio inutile, anche perchè le nostre teste d' uovo nel frattempo hanno nuovamente autorizzato quello che è rimasto della Caffaro a scaricare in Laguna i reflui del nuovo impianto di cloro-soda che aprirà a breve a Torviscosa.
Parola rimanere fiato! Cagoon!
Laguna, tante parole
20 ottobre, 2013
La Tabula Peutingeriana
Fin dall'antichità l'uomo ha sentito l'esigenza di tracciare percorsi sul territorio.
A questa necessità, per ragioni militari e commerciali, Roma rispose compilando mappe del genere degli "itinerari", guide funzionali in forma espositiva o grafica contenenti elenchi di località e relative distanze su determinati percorsi.
La Tavola Peutingeriana è una carta che rappresenta il mondo conosciuto nell'età antica: vi manca l'estremo Occidente; tutto il resto fino alle foci del Gange è disegnato sopra una striscia di pergamena lunga m 6.83 e larga m 0.34.
Il disegno risulta pertanto alquanto deformato, essendo la linea nord-sud ridotta rispetto a quella ovest-est.
La carta vuol essere un sommario delle grandi strade dell'Impero romano, e delle stazioni situate lungo di esse come delle distanze che le separavano.
Le città sono segnate da piccole case o torri; quelle piú importanti da mura torrite. Roma, Costantinopoli e Antiochia sono distinte da un circolo che porta nel mezzo una figura la quale per Roma è incoronata.
Le città sono segnate da piccole case o torri; quelle piú importanti da mura torrite. Roma, Costantinopoli e Antiochia sono distinte da un circolo che porta nel mezzo una figura la quale per Roma è incoronata.
La Tavola Peutingeriana ricevette il suo nome dal suo antico proprietario Konrad Peutinger di Augsburg, il quale l'aveva ricevuta dall'umanista Konrad Celtes di Vienna nel 1507.
Si ritiene che la Tavola Peutingeriana sia copia di altra piú antica.
Gli studiosi sono dell'avviso che l'originale sia da collocarsi nell'età imperiale: alcuni ne situano la composizione nel IV secolo d.C., altri nel III d.C., altri ancora nel II dopo Cristo.
Sembra di notevole significato per stabilire la cronologia dell'opera il fatto che sulla Tavola Peutingeriana sono indicati egualmente templi pagani e cristiani. Si ritiene che la Tavola Peutingeriana sia copia di altra piú antica.
Gli studiosi sono dell'avviso che l'originale sia da collocarsi nell'età imperiale: alcuni ne situano la composizione nel IV secolo d.C., altri nel III d.C., altri ancora nel II dopo Cristo.
Le fonti usate dall'autore sono state, secondo certuni, la carta preparata ai tempi di Augusto da gli Itinerari imperiali; secondo altri le rappresentazioni greche del mondo antico.
La Tabula Peutingeriana appartiene al genere degli itineraria picta e rappresenta il più importante monumento cartografico dell'antichità.
Scoperta alla fine del XV secolo la carta attualmente è conservata presso la Biblioteca Nazionale di Vienna.
Realizzata per scopi pratici, la Tabula conteneva una grande quantità di informazioni utili a chi viaggiava: circa 100.000 km di strade tracciate, 3.000 indicazioni di luoghi, disegni relativi alla morfologia del territorio e alla popolazione, oltre a numerose raffigurazioni allegoriche.
Nell'immagine la parte che ci riguarda: la rappresentazione del segmento con l'Istria e Aquileia.
La Tabula Peutingeriana
19 ottobre, 2013
Alessandra Clama
Oggi a Grado è giornata del ricordo per un ragazzo che non c'è più: Davide Marchesan e domani a Terzo di Aquileia una giornata a sostegno di una giovinetta che lotta strenuamente senza arrendersi assieme alla sua mamma ad un infame destino: Alessandra Clama
Grazie a Lorenzo Boemo ho potuto avere questo spezzone di video che mostra Alessandra nel 1997 in una gita a Verona con i compagni della 3 media di Grado nella sua piena vitalità di giovinetta aperta alla vita.
Stringiamoci attorno ai loro cari e aiutiamo Alessandra, per quanto possibile, a tentare di ritornare così.
Grazie a Lorenzo Boemo ho potuto avere questo spezzone di video che mostra Alessandra nel 1997 in una gita a Verona con i compagni della 3 media di Grado nella sua piena vitalità di giovinetta aperta alla vita.
Stringiamoci attorno ai loro cari e aiutiamo Alessandra, per quanto possibile, a tentare di ritornare così.
Alessandra Clama
18 ottobre, 2013
17 ottobre, 2013
Statistiche ...particolari
Fine della stagione, tempo di rendiconti, di statistiche. (qualcuna è stata già detta alla cazzo di cane)
Ma tra le varie proiezioni statistiche che si possono fare per evidenziare la presenza turistica in un sito come Grado ce n'è una particolare che nessuno ha mai proposto, immagino per creanza.
Io della creanza me ne frego abbastanza e l'idea mi frullava nella testa da parecchio,pensate a quanti sederi hanno poggiato le loro terga sul nostro lido, quante mega tonnellate di deiezioni sono state assorbite dal nostro piccolo mondo, riciclate, rigenerate.
Ecco, la conta di quei sederi può dare un' esatto quadro della presenza turistica
Abbiamo tenuto duro (ehm) e li abbiamo sopportati, in cambio di piccoli oboli.
Cagoni, vi voglio bene lo stesso e tornate che siamo attrezzati anche per questo.
Nell'immagine scegliete a caso quello che vi pare il vostro.
Ma tra le varie proiezioni statistiche che si possono fare per evidenziare la presenza turistica in un sito come Grado ce n'è una particolare che nessuno ha mai proposto, immagino per creanza.
Io della creanza me ne frego abbastanza e l'idea mi frullava nella testa da parecchio,pensate a quanti sederi hanno poggiato le loro terga sul nostro lido, quante mega tonnellate di deiezioni sono state assorbite dal nostro piccolo mondo, riciclate, rigenerate.
Ecco, la conta di quei sederi può dare un' esatto quadro della presenza turistica
Abbiamo tenuto duro (ehm) e li abbiamo sopportati, in cambio di piccoli oboli.
Cagoni, vi voglio bene lo stesso e tornate che siamo attrezzati anche per questo.
Nell'immagine scegliete a caso quello che vi pare il vostro.
Statistiche ...particolari
16 ottobre, 2013
Il solito "pacco"
Le Poste Italiane dopo il grosso investimento (boh?) fatto in Alitalia inaugurano una nuova strategia di marketing.
I soliti pacchi da e-mail:
"Gentile Utente,
La preghiamo di esaminare con la massima serietà e immediatamente questo messaggio che mostra le nuove misure di sicurezza.
L'informativa è resa ai sensi dell'art. 18 del D. Lgs 15 Gennaio 2009 n. 199 "Codice in materia di protezione dei dati personali" a coloro che interagiscono con i servizi online di Poste Italiane, accessibili per via telematica.
Il reparto sicurezza della nostra banca le notifica che sono state prese misure per accrescere il livello di sicurezza dell'online banking, in relazione ai frequenti tentativi di accedere illegalmente ai conti bancari
» Accedi ai servizi online »
Se la nostra richiesta viene ignorata, non avremo altra scelta che bloccare temporaneamente il suo account.
La ringraziamo per aver scelto i nostri servizi.
Per ulteriori informazioni consulta il sito www.poste.it o telefona al numero verde gratuito 803669.
Distinti Saluti
Poste Italiane S.p.A. 2013"
Risposta con Sorpresa:
Egr. Sig. Poste Italiane, non sapendo dove inviare un messaggio, pubblico un post per ringraziarla di aver bloccato il mio conto presso di voi che risulta in rosso da oltre tre anni, grazie ancora e fatevi risentire per altre iniziative similari.
I soliti pacchi da e-mail:
"Gentile Utente,
La preghiamo di esaminare con la massima serietà e immediatamente questo messaggio che mostra le nuove misure di sicurezza.
L'informativa è resa ai sensi dell'art. 18 del D. Lgs 15 Gennaio 2009 n. 199 "Codice in materia di protezione dei dati personali" a coloro che interagiscono con i servizi online di Poste Italiane, accessibili per via telematica.
Il reparto sicurezza della nostra banca le notifica che sono state prese misure per accrescere il livello di sicurezza dell'online banking, in relazione ai frequenti tentativi di accedere illegalmente ai conti bancari
» Accedi ai servizi online »
Se la nostra richiesta viene ignorata, non avremo altra scelta che bloccare temporaneamente il suo account.
La ringraziamo per aver scelto i nostri servizi.
Per ulteriori informazioni consulta il sito www.poste.it o telefona al numero verde gratuito 803669.
Distinti Saluti
Poste Italiane S.p.A. 2013"
Risposta con Sorpresa:
Egr. Sig. Poste Italiane, non sapendo dove inviare un messaggio, pubblico un post per ringraziarla di aver bloccato il mio conto presso di voi che risulta in rosso da oltre tre anni, grazie ancora e fatevi risentire per altre iniziative similari.
Il solito "pacco"
15 ottobre, 2013
Isola d' Oro
14 ottobre, 2013
Ho scritto il tuo nome sulla sabbia
13 ottobre, 2013
Offese in .."Graisan"
Viviamo in tempi in cui l'antagonismo a tutti i livelli, sia sociale che politico, è quasi sempre uno scontro violento e i termini usati per descrivere l'avversario sono sempre feroci.
Vediamo allora, giusto per darvi un aiutino in caso di occorrenza, i termini in graisan che si possono usare per offendere l'avversario:
Viso de mansion lavao(brutto e secco)...continua lengue de vaca!
Viso de Sbuafa, de socolo, de cugiaron (indicatissimo per costruttori)
Viso de luna piena, de sete stiafi (da indirizzare a chi ha l'aria del pretino)
Viso de canevassa, de liron, de botasselo (indicato per grandi mangiatori)
Viso de patapunfete, de sardele a fete (per morto di fame)
Viso de tola, de cul de can de cacia (bugiardo patentato)
Cavo de batelon (testardo)
Cavo mato, cavo de nembo (gera al nostro poeta, furioso)
Vogi de magon, de 'rologio (quelli che si sorprendono sempre)
Vogi de sepa straca, de ribon (più falsi dei soldi)
Naso de fofolo, de fracia (naso schiacciato da pugile)
Naso de patata, de forcola (naso grande e sporgente)
Sarvelo de mancolo, de galina pepola (quando il cervello è assente o spento)
Cavili de sagola, de stopa (indica non troppa pulizia)
Suca de opolo, de talpon (stupido, ignorante)
Offese in .."Graisan"
12 ottobre, 2013
Fantulini, arrivano i primi freddi
E' in arrivo la prima ondata di freddo invernale e con il cambiamento delle temperature arrivano i malanni, specialmente per i bambini.
E' consuetudine ormai per qualsiasi malanno anche piccolo rivolgersi al medico o pediatra per i bambini, ma non molto tempo fa le mamme non avevano l' opportunità di fare questo e quindi usavano i rimedi tradizionali o dettati dalla tradizione.
Vediamo quali erano a Grado i rimedi più usati per la cura (omeopatico-empirica) delle malattie del freddo che sono in arrivo.
Raffreddore.
Prendete una mela cotta, la si pela e la si taglia a pezzettini mescolati con un po’ di olio di mandorle.
Bambini col “late ingropao”.
I bambini hanno male di pancia. Gli si da un infuso fatto da tre dita di acqua e tre foglie di “laverno (alloro). A piccole dosi ogni quarto d’ora a cucchiaini.
Vermi.
Tre dita di latte e un po’ d’aglio. Lasciate bollire e dare l’infuso ai bambini a digiuno.
Altro metodo: latte di capra e tre chiodi bollenti dentro il bicchiere.
Altro metodo: si prende un verme del bambino, lo si fa seccare su un qualcosa vicino al fuoco, lo si riduce in polvere e lo si da al bambino a digiuno. Se il bambino “l' ha i vermi, questo li gheta fora duti quanti”.
Altro metodo: cucinare assieme olio e aglio e ungere il preparato sull’ombelico del bimbo, alle tempie, sotto il naso e sulla gola.
Brufoletti agli occhi che danno molto fastidio.
Rimedio: mettere l’occhio nella boccetta piena d’olio per 3 mattine a digiuno, quando si guarda dentro si sputa per terra e si batte il piede per 3 volte.
Pedoci in testa.
Rosso di uovo sodo e strutto, si mescola bene bene e lo si spalma sulla testa. Si copre la testa con un fazzoletto e si va a letto.Alla mattina vi ritroverete tutti i pidocchi e altre bestioline tutti morti tra i capelli. In alternativa si può usare aceto e tabacco con un infuso di fiori.
Rogna.
“Gratando se va in gloria”. Infatti la rogna Fa bene al sangue (purga al sangue) e bisogna tenersela per un po’.Oleandro macerato nell’aceto per ottenere una pozione che vi farà passare la rogna.
Tegna.
E’ uno sfogo del sangue. Per sconfiggerla: ungere la testa di olio da cucina e asciugarla con un po’ di farina di fava. Altrimenti: scorze di melograno messe nel vino per 24 ore e lasciato a bollire. Tutto va messo, una volta raffreddato, nei capelli.
Mal di gola.
Masticare un po’ di foglie di carciofo selvatico succhiandone il succo.
Febbre.
Sette grani di pepe da mandar giù a digiuno una mattina, nove la seconda e unici la terza.
In alternativa: sei o sette spicchi d’aglio alla mattina sempre a digiuno.
In alternativa: 5 spicchi d’aglio pestati assieme con della cenere e messa attorno al dito anulare della mano sinistra per un giorno o due.
In alternativa: legare sul corpo dell’ammalato una rana viva messa su un sacchettino. La rana assorbirà il male e morirà stecchita.
Per la febbre fa bene bere anche un po di urina (la propria se non ti fa piacere bere quella dell’amico).
Come si potrà notare facilmente la medicina antica era parca di cure propriamente mediche e ricca di consigli la cui efficacia si può considerare un po empirica, bastava crederci e incrociare le dita.
Fantulini, arrivano i primi freddi
10 ottobre, 2013
Il Rosario, dal cilicio al silicio
Tempi che mutano, simbologia religiosa in discussione, preghiere che diventano risse verbali, paladini della fede improvvisati che per apparire si trasformano da pagani in bigotti "basabanchi", politici che usano il pulpito per improvvisati discorsi elettorali usando l' emozione e la preghiera per arrivare alla gente e nascondere l' incapacità di operare per il bene di tutti.
Eppure c'è una preghiera della Chiesa che attraversa questo impatanato, olezzante "nuovo" e conserva il grande sapore di una volta, il sapore autentico della fede:
Il Rosario.
Mi ricorda le serate di primavera/estate con le donne in strada attorno alla cappella della Madonna che avevo davanti casa in Stiusa a pregare con grande intensità e con una cadenza quasi musicale, noi bambini a correre e giocare sullo spiazzo e i continui -ssst!- lanciati periodicamente tra un Ave Maria e l'altra.
Ma la Chiesa si evolve e si adatta ai tempi cosiddetti moderni, così anche il rosario diventa un oggetto elettronico, un ovetto con registratore incorporato che ha il rosario per ogni giorno della settimana, comprese le litanie.
Grande successo e apertura di un sito appropriato, non c'è più religione.
Dal cilicio al silicio.
Il Rosario, dal cilicio al silicio
09 ottobre, 2013
Artisti a Grado
Popolo di artisti quello gradese, sconosciuto ai più ma artisti.
Oggi tocca conoscere e scoprire Renzo Gegrassi pittore naif soft, scenografo per Grado Teatro e sempre presente nella sua bottega in Piazza Patriarchi.
Bottega che pare di artigiano, come devono essere le botteghe di artisti che si sposano e integrano con l'ambiente che le circonda.
Renzo predilige, a me piace molto, una pittura onirica con soggetti locali che parla del nostro piccolo mondo in maniera molto leggera mai fortemente contrastata e usa materiali poveri riciclando tutto quello che trova.
E' bello sapere che lo trovi la e ci fai quattro chiacchere in modo sempre molto cortese e allegro.
Grado in fondo è anche questo, la sua è un'offerta e diversificazione turistica importante perchè io credo che chi cammina per le calli si aspetti di trovare artisti del genere che arredano e confermano la nostra propensione per il bello.
Oggi tocca conoscere e scoprire Renzo Gegrassi pittore naif soft, scenografo per Grado Teatro e sempre presente nella sua bottega in Piazza Patriarchi.
Bottega che pare di artigiano, come devono essere le botteghe di artisti che si sposano e integrano con l'ambiente che le circonda.
Renzo predilige, a me piace molto, una pittura onirica con soggetti locali che parla del nostro piccolo mondo in maniera molto leggera mai fortemente contrastata e usa materiali poveri riciclando tutto quello che trova.
E' bello sapere che lo trovi la e ci fai quattro chiacchere in modo sempre molto cortese e allegro.
Grado in fondo è anche questo, la sua è un'offerta e diversificazione turistica importante perchè io credo che chi cammina per le calli si aspetti di trovare artisti del genere che arredano e confermano la nostra propensione per il bello.
Artisti a Grado
08 ottobre, 2013
Il Dosso di Rena e le acque alte
La prima acqua alta stagionale a Venezia.
Poi toccherà a Grado.
Il fenomeno, per Grado ricorrente, è abbastanza frequente nei mesi di novembre-dicembre di ciascun anno dovuto alla particolarità isolana di essere al livello zero sul mare.
Per capire il fenomeno ritengo sia bene conoscere la situazione, partendo da una ricostruzione storica della configurazione del territorio, profittando di uno studio del prof. Ruggero Marocco, per arrivare alla situazione attuale della linea costiera attuale di Grado.
La configurazione lagunare del territorio gradese è essenzialmente un fatto recente, risale a circa 1200-1300 anni fa, mentre l'attuale assetto costiero è recentissimo.
Si può ritenere ragionevolmente che l'antico insediamento di Grado doveva estendersi ben oltre l'attuale linea di riva.
La presenza di numerose rovine subacquee, tra cui assume carattere emblematico una chiesetta dedicata a S.Gottardo (Santo bavarese amico del Patriarca Fon Treffen altrimenti detto Popone o Popo 1019-1045, che secondo credenze popolari aveva facoltà di controllo sulle acque) che doveva servire da scudo all'erosione marina dilagante, la presenza di questi manufatti religiosi, ormai a 4,5 mt di profondità, dimostra l'estendersi dell'abitato ben oltre la linea odierna che conosciamo.
Il fenomeno è provocato presumibilmente dalla somma di due fenomeni naturali: dall'innalzamento del livello del mare conosciuto come eustatismo dovuto probabilmente al riscaldamento del Pianeta (negli ultimi cento anni l'acqua del Golfo di Trieste è aumentata di 25 cm in altezza);
dagli abbassamenti del suolo detti subsidenze dovuti alla compressione dei sedimenti sotterranei nella piana alluvionale su cui è poggiata Grado;
non è detto perciò che il mare si sia alzato di 5 metri ma l'accumulo dei due fenomeni (molto lento) ha portato certamente a questo risultato per il nostro Paese.
Che il fatto sia relativamente recente lo dimostra la successione di opere di difesa a mare costruite sempre a SUD-SE di Grado (Cronologicamente: palizzata veneziana, scogliera napoleonica, diga austriaca).
Ultima nata la Diga odierna come la conosciamo noi è veramente l'ultimo baluardo verso il mare e in buona sostanza una specie di "toccarsi" contro elementi molto superiori alle nostre capacità di controllarli.
il Poeta B.Marin ha descritto Grado come:
Poi toccherà a Grado.
Il fenomeno, per Grado ricorrente, è abbastanza frequente nei mesi di novembre-dicembre di ciascun anno dovuto alla particolarità isolana di essere al livello zero sul mare.
Per capire il fenomeno ritengo sia bene conoscere la situazione, partendo da una ricostruzione storica della configurazione del territorio, profittando di uno studio del prof. Ruggero Marocco, per arrivare alla situazione attuale della linea costiera attuale di Grado.
La configurazione lagunare del territorio gradese è essenzialmente un fatto recente, risale a circa 1200-1300 anni fa, mentre l'attuale assetto costiero è recentissimo.
Si può ritenere ragionevolmente che l'antico insediamento di Grado doveva estendersi ben oltre l'attuale linea di riva.
La presenza di numerose rovine subacquee, tra cui assume carattere emblematico una chiesetta dedicata a S.Gottardo (Santo bavarese amico del Patriarca Fon Treffen altrimenti detto Popone o Popo 1019-1045, che secondo credenze popolari aveva facoltà di controllo sulle acque) che doveva servire da scudo all'erosione marina dilagante, la presenza di questi manufatti religiosi, ormai a 4,5 mt di profondità, dimostra l'estendersi dell'abitato ben oltre la linea odierna che conosciamo.
Il fenomeno è provocato presumibilmente dalla somma di due fenomeni naturali: dall'innalzamento del livello del mare conosciuto come eustatismo dovuto probabilmente al riscaldamento del Pianeta (negli ultimi cento anni l'acqua del Golfo di Trieste è aumentata di 25 cm in altezza);
dagli abbassamenti del suolo detti subsidenze dovuti alla compressione dei sedimenti sotterranei nella piana alluvionale su cui è poggiata Grado;
non è detto perciò che il mare si sia alzato di 5 metri ma l'accumulo dei due fenomeni (molto lento) ha portato certamente a questo risultato per il nostro Paese.
Che il fatto sia relativamente recente lo dimostra la successione di opere di difesa a mare costruite sempre a SUD-SE di Grado (Cronologicamente: palizzata veneziana, scogliera napoleonica, diga austriaca).
Ultima nata la Diga odierna come la conosciamo noi è veramente l'ultimo baluardo verso il mare e in buona sostanza una specie di "toccarsi" contro elementi molto superiori alle nostre capacità di controllarli.
il Poeta B.Marin ha descritto Grado come:
Sapendo del dosso di rena armatevi di stivaloni lunghi e pazienza!Un dosso di rena,un lido stretto e falcatosul vertice di un delta,che un fiume di una voltaha dimenticato
Il Dosso di Rena e le acque alte
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